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A PROPOSITO DI ALLUNGAMENTO DELLA VITA… (da leggere con attenzione)

forneroLA LEGGE FORNERO SI BASA SU PREMESSE INFONDATE E FACILMENTE CONFUTABILI, E TIENE CONTO SOLO DI ERRATE PREVISIONI FATTE CON CALCOLI MATEMATICI…

Sempre più lontana la pensione, e con il passare degli anni la meta si allontana sempre più. Il conto alla rovescia per me è cominciato: meno di un anno, anche se senza la famigerata legge avrei dovuto essere in pensione da almeno otto mesi. Non sono comunque il solo a criticare la riforma, e ogni volta che se ne parla si sprecano gli improperi ai danni di quella signora in lacrime che alla riforma ha dato il suo nome, con l’avallo delle forze politiche che oggi la condannano e l’osteggiano, proponendone la revoca e la modifica. Paradossalmente, la legge è legata all’incremento della speranza di vita. Convinti che si possa giungere all’età di Matusalemme (ma solo basando gli studi su formule matematiche che si discostano notevolmente dalla realtà) e che questo incremento proseguirà negli anni a venire, il salvatore della patria calato dall’alto ha pensato bene di allungare anche l’età lavorativa e, naturalmente, quella in cui il lavoratore pubblico o privato dovrebbe uscire dal lavoro. Un calcolo ottimistico e cinico al tempo stesso: perchè solo il cinismo di chi deve fare quadrare i conti non tiene nella dovuta considerazione le condizioni fisiche e psichiche di milioni di lavoratori, costretti a svolgere lavori edili al decimo piano su una impalcatura o a badare, nelle scuole, a bambini di pochi mesi che strillano tutti assieme… Non è la prima volta che i demografi sbagliano le previsioni: era già accaduto nella prima metà degli anni 90, quando la popolazione del Paese era stata proiettata, per il 2020, a meno di 50 milioni di italiani; il calcolo era stato fatto basandosi sui fenomeni naturali, ossia le nascite e le morti. Nessuno aveva previsto, nè avrebbe potuto prevedere, i flussi migratori che hanno fatto seguito alla caduta del muro di Berlino e alla guerra della ex Jugoslavia!

Non voglio dilungarmi sull’analisi demografica alla base delle mie considerazioni, ma evidentemente i politici (o chi per loro ha realizzato gli studi pensionistici…) non si rendono conto della realtà, quantitativa e qualitativa che popola l’Italia. Abbiamo una popolazione vecchia, o se preferite avanti negli anni, e non lo dico solo io. E questo non significa che tutti questi anziani siano in ottime condizioni di salute! Basso l’indice di ricambio, e se migliaia di giovani immigrati vengono nel nostro Paese (spesso a bordo di barconi…),  non possiamo pensare che i problemi della previdenza possano essere risolti da costoro, o che la speranza di vita debba allungarsi se non si mettono al mondo figli e non si debellano malattie    contro le quali non ci sono rimedi!

E’ anche vero che la longevità sta caratterizzando fasce di anziani che hanno vissuto durante il periodo fascista, affrontando situazioni critiche e superando condizioni tremende ed avversità, e desta meraviglia la loro età, letta solo sul necrologio affisso sui muri. Dagli stessi necrologi si apprende che le migliorate condizioni di vita non giovano a chi è nato dopo la seconda guerra mondiale o negli anni del boom economico: l’industrializzazione ha favorito la diffusione di malattie tumorali, prima sicuramente sconosciute, e la morte precoce porta all’abbassamento di quella speranza di vita prima ipotizzata!

Sa dirmi il signor Ministro quante persone arrivano indenni da malattie all’età pensionistica? E quanti, anzichè godersi la pensione e la vecchiaia, si vedono costretti ad acquistare farmaci per combattere, spesso invano, malattie neurodegenerative (come il Parkinson e l’Alzheimer), cardiache o tumorali? Anzichè programmare le fasce di uscita fino al 2050, avrebbe fatto meglio, chi ha redatto il piano, a verificare quanti pensionati prima della soglia normale (età o vecchiaia) erano stati collocati a riposo con la compiacenza dei governi precedenti. Ma siccome la frittata era stata fatta, si è pensato bene di escogitare la trovata della speranza di vita! Precludendo a chi dovrebbe essere immesso nel mondo del lavoro la possibilità di un’occupazione; costringendo costui ad emigrare, chissà per quanto tempo; utilizzando, nel frattempo, per impieghi precari che si fossero resi disponibili, lavoratori anche stranieri ai quali viene erogato un compenso di gran lunga inferiore a quello previsto dalle norme contrattuali (che verranno riscritte anche in dispregio allo statuto dei lavoratori). Riconoscendo, alla fine, la pensione a chi per l’ISTAT è anziano da un pezzo (per l’Istat, anziano è colui che ha compiuto 65 anni), anche se di anni ne avrà 70, sempre secondo le tabelle preparate dal Ministero, e alle quale è impossibile sottrarsi! Con quel che lo Stato gli riconoscerà, potrà aiutare o mantenere i figli o i nipoti!

In quanto all’allungamento della speranza di vita, cara signora, o cari signori del Governo, rivedeteli quei calcoli, e se è il caso, applicateli magari per zone geografiche. Vi accorgerete che nel Sud si muore molto ma molto prima, probabilmente anche per colpa nostra, che non abbiamo saputo ribellarci a chi, fra industrie, rifiuti sotterrati, gas di scarico, pesticidi, anticrittogamici, antenne per la telecomunicazione, ha pensato solo ai propri interessi! 

Santino Smedili

 

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