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ACCIAIERIE DUFERDOFIN, UNICA RISORSA PER I PORTUALI MILAZZESI!

Dopo la chiusura dei molini Lo presti e del cementificio di Villafranca T. le acciaierie Duferdofin sono l’unica attività rimasta per l’impiego dei nostri lavoratori portuali.

Opera in un campo strategico per l’economia mondiale in cui la concorrenza fra vecchi paesi produttori e paesi emergenti è agguerrita in maniera potenziale per cui è fondamentale ridurre al massimo i costi di gestione. Da anni i proprietari dell’industria auspicavano la costruzione di un pontile per eliminare i costi del trasporto per lo scarico ed il carico delle merci e finalmente qualche settimana fa la struttura è stata solennemente inaugurata ed attualmente è in corso di realizzazione. Siamo certi che il presidente De Simone è persona molto competente e sa come si  costruiscono i porti, pertanto non poteva non tener conto che opera prioritaria per la costruzione del pontile a Giammoro avrebbe dovuto essere la creazione di una diga foranea essendo la zona esposta a tutte le intemperie tranne che per i venti provenienti da scirocco. Il comitato grande porto è nato con il proposito di favorire la realizzazione di un porto che andasse dal molo Marullo al ponte Muto con la creazione di nuove banchine nel porto storico e con lo sviluppo nella zona di Giammoro facendo nascere in primis una grande diga foranea a protezione delle successive opere portuali. Nella situazione attuale, a pontile ultimato, una nave che dovesse effettuare operazioni commerciali per conto delle acciaierie Duferdofin, a causa di avverse meteo (situazione che potrebbe verificarsi con una certa frequenza durante l’anno) sarebbe costretta a scegliere fra queste due soluzioni:  rimanere in rada nell’attesa che migliorando le avverse condimeteo possa attraccare al pontile o essere dirottata dentro il porto storico nella banchina in cui si lavora attualmente. Nel  primo caso le acciaierie dovrebbero risarcire gli amatori della nave con il pagamento delle stallie maturate durante la sosta in rada, nel secondo caso andrebbero incontro alle spese di trasporto della merce vanificando i vantaggi economici che una struttura costata 23 milioni di euro avrebbe dovuto garantire, senza tenere conto che la banchina XX luglio in questa situazione di incertezza non potrà essere impiegata per soddisfare le richieste di molti armatori disposti ad investire nel nostro porto. Risulta evidente che il metodo in cui vengono impiegate le poche risorse disponibili per il nostro porto non possono procurare nessun sviluppo per altre attività portuali. Del resto basta dare uno sguardo alla desolante situazione in cui si trova la  banchina del molo di sottoflutto, dopo anni ed anni di lavori, per avere una ulteriore conferma di quanto affermato.

Speriamo che il progetto per la costruzione dell’ecoporto galleggiante abbia un iter più fortunato. Allo stato attuale progettisti e responsabili della realizzazione di un opera strategica e all’avanguardia nel campo del diportismo hanno dichiarato che l’ecoporto è fattibile sia strutturalmente che finanziariamente essendoci la piena disponibilità di molti istituti di credito internazionali. Spetta a chi di competenza, Sindaco, assessore Allo sviluppo, consiglieri comunali, accelerare i tempi convocando una riunione operativa in cui il  presidente del Cisval, la capitaneria di porto,  il demanio, l’autorità portuale, lavorando in sinergia, operino nel modo migliore per realizzare l’ecoporto nel più breve tempo possibile.

Comitato Grande Porto – Com.te Mario SCIOTTO

 

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