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ADDIO A PINO BRIGLIA, un amico, un fratello maggiore…

SI E’ SPENTO A MESSINA, DOVE ERA RICOVERATO. LO PIANGONO LA MOGLIE, I FIGLI FRANCESCO E LOREDANA, I NIPOTI, I PARENTI TUTTI. 

FILIPPO BRIGLIA, quello era il suo nome, anche se tutti lo chiamavamo PINO, un diminutivo affettuoso ed amichevole, che riduceva le distanze fra noi, di una generazione successiva, e lui. Aveva 79 anni Pino, e i nostri rapporti erano stati sempre cordiali: un’amicizia che risale ai tempi del liceo, quando, studenti, abbiamo conosciuto un giovane elettrauto che aveva le nostre stesse idee politiche, che praticava uno sport, che abbiamo voluto premiare con il PREMIO TERMINAL SPORT 2014 per i risultati conseguiti nel tiro a segno, ed al quale, ancora, abbiamo dedicato una copertina di TERMINAL in occasione delle sue nozze d’oro! Era un amico… anzi di più: un fratello maggiore, al quale ci si rivolgeva per consigli, e nei confronti del quale si portava quel rispetto che non è stato mai incrinato da nessuno screzio, nessuna incomprensione. Buono, generoso, onesto, disponibile quando, ricordando a memoria quel numero telefonico della sua officina, lo componevamo per chiedere un pronto intervento. “Dove sei? Sto arrivando!”. Dovessimo contare le volte, rischieremmo di sbagliare per difetto! Ed eccolo spuntare, a bordo della sua macchina, per un pronto intervento, una specie di soccorso stradale all’interno della nostra città…

Non posso dimenticare la gioia di quella sera, nei saloni dell’Hotel Principe, quando ritirò il suo premio consegnato dal dott. Manlio Magistri: avevamo pregato Manlio di non mancare, perchè avrebbe dovuto premiare proprio quel tiratore che era stato avviato alla disciplina dal padre, il prof. Ennio, e dallo zio, l’avvocato Italo Magistri. Ricordo anche la sua sicurezza quando, chiedendogli a quanti anni avesse cominciato a sparare, lui confermò una data; ma quella sicurezza divenne perplessità, e si trasformò in stupore, nel momento in cui, quasi fermando la premiazione, gli feci notare che quel premio non gli sarebbe toccato perchè io, a scuola, avevo cominciato a “sparare” prima di lui. Solo un attimo di smarrimento, e scoppiò a ridere contagiando anche i presenti, presi alla sprovvista da quella battuta estemporanea che non faceva parte del copione, ma che volli fare a Pino Briglia, per rinsaldare quel vincolo di affettuosa amicizia che ci legava…

Ci incontravamo spesso con Pino: una assurda malattia lo aveva aggredito, e lo stava consumando man mano che passavano i giorni. Stava in auto, ed era la moglie che guidava: rispondeva con un saluto ed il solito, raggiante sorriso, a chi lo salutava. I suoi ricordi si andavano dissolvendo, ma non mi accorsi mai delle sue difficoltà cognitive: ci soffermavamo a discutere, spesso scendeva dalla macchina per scambiarci un abbraccio, un bacio, un saluto… proprio come si farebbe con un fratello maggiore. Ci ha colti impreparati la notizia della sua partenza, e ho voluto dedicargli un ultimo saluto, un pensiero affettuoso, un abbraccio… 

Domani, mercoledì 23 ottobre, alle 15.30, lo andremo a salutare per l’ultima volta nella chiesa del Sacro Cuore, dove ci incontravamo spesso per la messa… Stringeremo in un commosso abbraccio la moglie, i figli Loredana e Francesco, i suoi nipoti, tutti i suoi cari… Conserveremo intatto il ricordo di Pino BRIGLIA, il suo sorriso, i suoi saluti, la sua amicizia…

Proprio come si farebbe con un fratello maggiore, perchè così l’abbiamo sempre considerato!

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