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ADDIO A SANTINO CORSO, ALIAS TILLY. UNO DI NOI!

santino corsoCI SGOMENTA LA SUA SCOMPARSA IMPROVVISA. LO RICORDIAMO CON UN ARTICOLO CHE AVEVAMO DEDICATO A LUI SU TERMINAL DI DICEMBRE 2009.  CIAO, TILLY…

LE NOSTRE INTERVISTE – I PROTAGONISTI, per la serie “Ma tu che film hai fatto?”

SANTINO CORSO, IN ARTE TILLY: LA MUSICA NEL SANGUE

Santino Corso, ex compagno di scuola, quindi nostro coetaneo. Ci siamo già occupati di lui in una prima pagina memorabile, “Sguardo in cielo!”. Ma lo vogliamo incontrare ancora perché è fra i protagonisti della nostra generazione. Anche se pochi lo sanno! Una storia fatta di oltre quarant’anni di musica, di esperienze invidiabili, spesso per pochi eletti, voce instancabile dei gruppi musicali ai quali lo stesso, anima e motore, ha dato vita… Sintetizziamo l’intervista togliendo le domande dirette, per avere la sensazione di sentire il racconto dal protagonista. In arte Tilly, un nome a caso, affibbiatogli da Franco Formica, ha seguito fin dall’adolescenza la passione per la musica. All’epoca tutti eravamo contagiati dalle nuove tendenze musicali che venivano dal oltre Manica o da oltre oceano. Qui da noi il fenomeno si chiamava “beat”, un fenomeno fatto di complessi, di capelloni, di canzoni, di hit parade e di contestazione. Mentre altri, passando gli anni, vivevano di ricordi, lui, caparbiamente, costituiva il suo primo gruppo: THE FIVE GROUP, cinque elementi, con il “vecchio” batterista Franco Parisi, ex Friends, Nicola Caliri, organista e cognato di Enzo Vento, voce storica degli stessi Friends, Totuccio Picciolo e Pippo Aliquò alle chitarre (il primo alla ritmica, il secondo al basso, uniti successivamente dal tentativo, felicissimo, di dare vita alla prima radio privata cittadina, Radio Milazzo, ascoltando la quale molti di noi facevano nottate cercando la soluzione ai quiz improponibili inventati da un esperto solo nel nome!), e lo stesso Tilly, voce solista. Era il 1970. Per due anni il complesso era l’alternativa a tanti altri, storici, per le nuove scelte musicali. Ma il servizio militare allontana da Milazzo Santino, sostituito nel gruppo da Renato Fiorentino, un altro dei giovani rampanti della nostra generazione. Durante la naja, forma un complesso senza alcuna storia, ma fa tesoro delle esperienze che i suoi commilitoni riescono a trasmettergli. Tutti provenienti da regioni diverse, passano il poco tempo libero suonando e allietando gli altri militari, aperti alle innovazioni e assorbendo gli influssi che nei primi anni 70 andavano pian piano sostituendo l’epoca del beat nostrano. Si facevano strada nuove tendenze fatte della musica dei Pink Floid, dei Vanilla Fudge, ma non venivano bandite le migliori espressioni musicali italiane. Nel 1972, al suo rientro, dà vita ad una nuova formazione, THE FIRE MACHINE, con il solito Caliri all’organo Hammond, Pippo Italiano alle percussioni (una novità, all’epoca), Stefano Milioti (futuro Assessore) alla chitarra, il diciassettenne Salvatore Capone (toh, proprio lui, vecchia conoscenza del Comando Vigili) alla batteria, sostituito da Carmelo Di Paola, divenuto poi direttore dell’Ufficio del Lavoro di Milazzo, Franco Trio al basso (occhio a quest’ultimo!), al quale subentrerà Pippo Aliquò. L’esperienza dura cinque anni. Lui, Tilly, è sempre l’instancabile deus ex machina, la voce solista che spazia dalle tonalità acute a quelle più gravi, interprete di brani o ispiratore delle scelte innovative proposte da personaggi che si chiamavano Jorge Ben, Santana, Sergio Mendes. La musica italiana rimane nelle scelte del gruppo ma si fa più insistente la richiesta di brani che vengono da oltre oceano. Nonostante tutto, non trovano spazi le canzoni dei nuovi complessi, quelle che vengono proposte alla radio ma rimangano in auge solo qualche mese, senza mai toccare i vertici delle classifiche. Trovano invece spazio i Dik Dik, i Camaleonti, l’Equipe 84, i New Trolls; insomma, chi aveva lasciato una traccia indelebile nel panorama musicale italiano, nonostante la preponderanza del mercato d’oltralpe.

L’età non più giovanissima dei componenti e gli impegni lavorativi giocano un brutto scherzo: nel 1977 l’esperienza si conclude, ma Santino Corso è subito pronto a fare risorgere, dalle ceneri del vecchio gruppo, una nuova formazione, i MEGAHERTZ, doveroso riconoscimento alle radio libere, con Silvio La Malfa alle tastiere (un appassionato di musica jazz, memorabili i suoi programmi radiofonici per pochi eletti sulle frequenze di Radio Mediterraneo, nelle ore serali), Franco Trio e Salvatore Capone, e il nuovo acquisto Sebastiano Maggiorana, chitarrista di talento. Non dura molto: Capone è assorbito da turni estenuanti nel Comando Vigili, Silvio lascia la Sicilia per motivi di lavoro ma al Nord approfondirà le sue esperienze professionali e musicali, quindi tocca a Franco Perugia rimpiazzarlo. Il dilettantismo non paga, le radio libere fanno il resto, e gli impegni lavorativi pretendono un ampio tributo. Solo la passione riesce a mantenere vivo il desiderio di Tilly a ricercare nuove esperienze musicali. Gli rimane fedelissimo il solo Franco Trio, con il quale dà vita al CARRO DEL SOLE: ne fanno parte Salvatore Mancuso, appassionato cultore delle chitarre, papà della nostra Valentina, Pippo Ilacqua, di Santa Lucia del Mela, al sax (è la volta buona per il Rhytm & Blues), i fratelli Tanuccio e Nicola Materia (il primo alle tastiere, il secondo alla batteria). Piazze, dancing e ricevimenti nuziali li accolgono: non c’è un impresario, ma ognuno di loro provvede a far stipulare contratti, molte volte sulla parola. Tutti quarantenni, prenderanno strade diverse nei primi anni 90. Poi, le solite pause di riflessione, il solito lavoro, la solita passione che li ha contagiati. Più di tutti, lui, Santino Corso, che, nonostante i costi eccessivi per tenere in vita un gruppo dilettantistico, con componenti eterogenei, cerca spazio per affermare il suo innato talento. E ci riesce per l’ennesima volta. Siamo all’ultima fase della sua lunga attività. Deep Purple, B.B. King,Credence Crearwater Revival, Eric Clapton, Pink Floid, e poi Beatles, Rolling Stones, Wilson Pickett, un repertorio molto ricercato e raffinato, da proporre con i nuovi componenti: Vittorio Cavallari alle tastiere, Nino Ruggeri alla chitarra, Pietro Longo al basso, Nunzio Castelli alla batteria, e per la prima volta una vocalist, Caterina, figlia di Nunzio, giovanissima ma entrata a pieno titolo nella nuova formazione, SINTESI, gestita da questo manipolo di inguaribili appassionati di musica leggera. Il Rhytm & Blues è il nuovo pilastro di oltre due ore di spettacolo, dove Tilly è il motore pulsante, l’anima. Non il leader, ci tiene a precisare, ma uno del gruppo che oggi come ieri si scatena, a dispetto dell’età, nelle piazze e nei pubs, dove vengono accolti con l’entusiasmo di sempre. Lui nel DNA avrà certamente il pentagramma musicale, quelle sette note che abilmente combinate riescono a trasmettere emozioni indispensabili per i giovani di ieri e di oggi, per chi ha sognato adolescente, per chi vuole ripercorrere a ritroso il cammino e rituffarsi nel passato, senza nostalgia ma solo con una passione che lascia da parte ansie, preoccupazioni, responsabilità. Proprio come il nostro TERMINAL. Perché lui, il protagonista di oggi, è uno di noi. E abbiamo ritenuto opportuno dedicargli un’intera pagina, a lui, ai suoi amici, ai suoi ricordi. Che sono anche i nostri.

Commenti

1 Commento

  1. Anche Tu ,carissimo amico compagno di scuola e gioventù, ci hai lasciati, eri un personaggio unico nel panorama Milazzese ,come tanti di noi che siamo cresciuti a pane Sena ed amicizia, credo che il Tuo ricordo sarà qualcosa di unico ed indelebile per chi ,come me, ha avuto la fortuna di condividere, nel mio caso solo per poco, data la mia giovanissima partenza per il nord , alcuni ed immemorabili anni ,di spensierata gioventù. Gianfranco Ti abbraccia e Ti porta nel cuore …Ciao Tilly

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