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ALBA MUNAFO’, DIECI ANNI FA…

UN RICORDO DI QUESTA NOSTRA FIGLIA CHE VOLO’ IN CIELO, IMPROVVISAMENTE, UNA NOTTE DEL 2009, DIECI ANNI FA. RIPROPONIAMO QUANTO SCRISSE ALLORA SU TERMINAL IL DOTTOR CARMELO D’AGOSTINO, MEDICO DI FAMIGLIA, CHE LA CONOSCEVA BENE E LA VIDE CRESCERE…

UN FIORE E’ STATO RECISO… di Carmelo D’Agostino

In questo lunedì di febbraio, freddo e piovoso, in cui anche il cielo versa le sue lacrime, piangiamo uno dei fiori più belli, ma io credo il più bello della nostra città, che un tragico destino ha voluto strappare alla vita: parlo di Alba, la bellissima Alba.

Amico da sempre di questa famiglia sana e laboriosa, ho visto crescere le sorelle Anna e Alba Munafò, e ogni tanto scherzando dicevo a Mariella e a Maurizio: “Ma come siete riusciti a farle così belle?”…

Anna, la più grande, è più dolce e riservata, Alba più forte, simpaticamente aggressiva, dalla battuta pronta che ti spiazza. Un amore infinito ha sempre legato queste due sorelle, di cui papà Maurizio, ritratto in mezzo a loro in diverse foto, era giustamente fiero ed orgoglioso. Mamma Mariella finge di essere più severa, per poi scoppiare in una delle sue allegre risate, perché comunque le figlie le hanno sempre tutte vinte… ricambiando però i genitori con grandi soddisfazioni, sia nell’ambito scolastico che in quello dello spettacolo: tutti ricordiamo Anna, nel 2005, vicinissima al titolo di Miss Italia. Alba, per certi versi ancora più bella di Anna, e che papà Maurizio chiama la sua vice miss, sembrava avviata verso una carriera di successo: aveva incominciato ad incidere dei dischi, e stava cercando la sua strada artistica. Ma in un triste venerdì notte il destino chiede ad Alba di pagare il suo conto, in un modo da cui non c’è scampo, con la vita.

Destino crudele ed ineluttabile, destino infame, che come un  abile ladro ci ruba Alba, la bellissima, la ragazza copertina, la vice miss di papà Maurizio.

E ora che fare? Piangere? Disperarsi? Certamente sì, ma chi è cattolico e crede in un’altra vita sa che Alba è andata ad adornare il giardino dei fiori più belli del creato, e noi che l’abbiamo conosciuta ed amata, quando avremo bisogno del suo sguardo e del suo sorriso, non dobbiamo fare altro che guardare il cielo: lei è lì, splendente e radiosa.

Si è assentata per qualche tempo, ma solo dai nostri sguardi. Rimane nei cuori dei suoi cari e di tutti noi. Ma soprattutto nei cuori di Maurizio, di Mariella, di Anna. Parleranno fra di loro come facevano sempre, nella vita quotidiana, dei sogni futuri. Ma parleranno in un linguaggio comprensibile solo a loro, un linguaggio che nessun altro potrà capire, che farà sentire sempre la presenza di Alba, questa giovane che nella sua breve vita ha calamitato l’attenzione, la benevolenza e l’affetto di chi l’ha conosciuta.

E se l’avevi conosciuta, non potevi non volerle bene.

Quel lunedì di febbraio, freddo e piovoso, la Chiesa Madre non riesce a contenere l’immensa folla che, sotto una pioggia battente, attende il corteo per l’ultimo saluto a questa nostra figlia, mentre gli ombrelli aperti non riescono a mascherare le lacrime che scendono dagli occhi di tutti. Una folla di giovani, di anziani, conoscenti, amici. C’eravamo tutti, e le campane hanno suonato a festa. La voce di Alba, attraverso i CD che aveva inciso, si è alzata forte, piena di temperamento.

La continueremo a vedere negli occhi dei suoi genitori, della sorella Anna, parleremo di lei a chi non l’ha conosciuta, noi che l’abbiamo vista crescere, noi che le abbiamo voluto bene.

Ciao, Alba…

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