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BOMBE D’ACQUA? UNA VOLTA SI CHIAMAVANO ACQUAZZONI!

hqdefaultLE COLPE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO, LE COLPE DELLE AMMINISTRAZIONI, LE COLPE DEI VIVAISTI, LE COLPE DEI PROGETTISTI…

Un acquazzone, che una volta aveva il solo compito di rinfrescare l’aria afosa di agosto, è definito adesso BOMBA D’ACQUA! Una specie di gigantesco gavettone che Giove Pluvio si diverte a far precipitare dal cielo su questa o quella città, per mandare in tilt il traffico, per bloccare le persone all’interno dei negozi o degli uffici, per fare scatenare le proteste contro le Amministrazioni in carica, di qualsiasi colore politico! E nella peggiore delle ipotesi, a fare anche vittime! Ricordiamo che spesso e volentieri certi acquazzoni li abbiamo vissuti, proprio a Milazzo, in occasione della festa di Santo Stefano. Uno, nel 1986, portò alla sospensione dello spettacolo del sabato sera, alla precipitosa uscita in scena di un cantante, Scialpi, addirittura prima delle 22 quando generalmente il cantante si esibisce alle 24, ma solo per assicurare a se stesso ed all’impresario la cospicua cifra pagata dal comune, perché solo presentandosi al pubblico si poteva sostenere che lo spettacolo era iniziato! In sostanza, si tratta di violenti acquazzoni che provocano danni incalcolabili e difficilmente prevedibili: non perché siano stati definiti, come dicevo prima, bombe, ma perchè nel corso degli anni il dissesto idrogeologico si è impadronito di una sempre più vasta e consistente fetta del territorio, al Nord come al Centro e come al Sud. Si accusano i tombini stipati all’inverosimile, si evidenziano i mm di pioggia caduti in un tempo più o meno  breve, si fa la conta dei danni, si dichiara lo stato di calamità naturale. Che segue quasi sempre quell’allerta meteo che non serve a scongiurare i danni, ma solo ad evitare che proprio la Protezione Civile possa essere accusata in caso di disastri ambientali! Al punto che spesso e volentieri vengono diramate circolari ai quali i capi delle amministrazioni si attengono, disponendo chiusura di scuole ed uffici, e provocando danni all’economia che, in fin dei conti, sono minori dei danni reali che un temporale potrebbe causare! Se volessimo controllare ogni quanto si verifica un evento del genere, ossia un temporale, basterebbe solo collegarsi su internet sui siti specializzati! Però, e si ripete ad ogni pioggia, sappiamo che un torrente puntualmente scende da Fiumarella verso Milazzo, spesso trascinando quel che trova lungo il suo cammino! E non trova sbocco perchè abbiamo costruito delle dighe! Lo stesso vale per la spiaggia di Ponente, dove sulla litoranea, al posto di lunghi ed antiestetici guard rail, sono stati alzati chilometri di marciapiede che impediscono il deflusso delle acque piovane verso il mare! A Levante, dalla Silvanetta in poi, da via Tonnara fino al Municipio il porto è stato costruito ad un’altezza superiore rispetto alla sede stradale! E così, per evitare che il mare possa un domani allagare la città (pensiamo in grande, noi, prevedendo che anche qui possa giungere lo scioglimento dei ghiacciai!!!), abbiamo trovato il modo di restare noi allagati, ma dalla pioggia che non riesce a superare gli scalini! Da decenni, ma solo dopo la realizzazione dell’autostrada, le acque che vengono dalla Piana creano danni frequenti fino al vecchio passaggio a livello di San Paolino. Ci è stato detto, e l’abbiamo pubblicato qualche altra volta su TERMINAL, che una colpa della fiumara che scende verso Milazzo è da addebitare alla cementificazione della Piana. Non vogliamo puntare l’indice contro nessuno, ma vogliamo chiedere da questo giornale proprio ai vivaisti, categoria in forte crescita da qualche anno a questa parte, se le immense superfici sulle quali viene praticato il vivaismo in genere, e per la maggior parte nella Piana, se tutte le aziende siano fornite di vasche di raccolta per le acque piovane. Proprio quelle che, non potendo essere assorbite dai terreni compattati e sui quali sono stati stesi chilometri di teloni di plastica, vanno a finire sulle strade che, casualmente, conducono a San Paolino! Per l’ennesima volta vi preghiamo di non parlare di bombe d’acqua o di precipitazioni anomale: come statistici, abbiamo anche i dati meteorologici degli ultimi 50 anni, e ci pare che le variazioni non siano come qualcuno voglia far credere! Ai vivaisti avremmo da fare anche una proposta: se non avete provveduto a realizzare, accanto ai terreni agricoli, queste vasche che vi consentirebbero di sfruttare le stesse acque raccolte per l’irrigazione delle colture, senza andare a intaccare le falde idriche, cosa aspettate a farle? Prendete esempio da quanto avviene in provincia di Ragusa o di Siracusa, e rendereste un servizio anche alla collettività! Perché le acque non andrebbero a finire sulle strade, causando allagamenti e costringendo il Comune, nel quale nessuno è riuscito ad imporre queste canalizzazioni, a spendere milioni di euro per la costruzione di tubazioni di dubbia utilità. Spreco di denaro e danni causati a chi, quelle strade, le deve percorrere, o a chi, lungo esse, ci abita! E se abbiamo scritto questo, formulando una proposta “indecente”, è perché sono sempre di più quelli che si rivolgono a noi piuttosto che ai politici. E si tratta di vecchi contadini, che la terra la conoscono, e sanno che una volta proprio la terra assorbiva le acque piovane, non certo i teloni o il cemento!

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