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CALCIO: RAZZISMO EVIDENTE CONTRO UNA SQUADRA MILAZZESE!!!

virtus MILAZZOLA PROTESTA DELLA VIRTUS PROVOCA LA SCONFITTA A TAVOLINO! E QUESTO SUCCEDE PROPRIO NELLA NOSTRA SICILIA! MA SI PUÒ’ VINCERE ANCHE SENZA ARRIVARE PRIMI!

di Attilio Andriolo
“L’essenziale e’ invisibile agli occhi”. Tutti, almeno una volta, si saranno imbattuti nell’arcinota frase del Piccolo Principe. Una verità che vale anche nel mondo dello sport. I riflettori ed i flash sono sempre accesi e puntati su chi arriva primo, vincendo una gara importante, un campionato, una medaglia che conta. Non si tratta, però, degli unici che “ce la fanno”. Il mondo dello sport è abitato da un popolo di persone che “vincono senza arrivare primi”. Sembra non accorgersene nessuno. Sembra che questi successi siano invisibili a chi ragiona solo con l’alfabeto del successo. In realtà parliamo di viventi in carne e ossa. Gente che non si accontenta di una coppa (per quanto prestigiosa) o di un primato. Gente che ha imparato a sognare ed a trasformare i sogni in realtà. Qualche esempio? È successo durante la semifinale di Coppa Sicilia per squadre di 1^ ctg., che si è giocata mercoledì scorso a Lascari fra la squadra locale e la Virtus Milazzo. All’82’ un giocatore del Lascari ha rivolto una frase razzista ad un giocatore di colore della Virtus Milazzo, che si chiama Darboe . Tanto che il ragazzo si è sfilato la maglia ed è rientrato negli spogliatoi in lacrime! A quel punto si è scatenato l’inferno in campo fra i componenti delle due squadre e la partita è stata conclusa anzitempo dall’arbitro, che ha mandato tutti negli spogliatoi. Il giudice della Lega ha sancito la vittoria per 3-0 del Lascari, che andrà a disputare così la finale di Coppa Sicilia, ma questa decisione non cancella l’immagine di un calcio, di uno sport tanto amato che non riesce ancora a liberarsi dal razzismo nonostante i proclami e gli spot televisivi dei suoi campioni. A noi piace assegnare la vittoria, non quella a tavolino decretata dal giudice, ma quella della vita a Darboe: sì proprio a lui, costretto a fuggire via da quel campo, che rappresenta la sua palestra di libertà e di affrancamento dall’ingiustizia umana! “L’essenziale è invisibile agli occhi”, caro Darboe, stai tranquillo perché chi ha amore per lo sport, ha anche occhi e un cuore per chiederti scusa!

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