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I CENTO ANNI DI MAMMA IARRERA

E’ NATA IL 2 OTTOBRE 1917 LA MAMMA DI STEFANO E DI FRANCO IARRERA, LA SIGNORA ANTONIA BERTE’ vedova Iarrera…  Ed ha raggiunto un traguardo invidiabile, in perfette condizioni fisiche e mentali. “Anzi, aggiunge Franco, il figlio minore, vecchio compagno di classe alle medie, quelle frequentate nell’Atrio del Carmine, si preoccupa se siamo noi ad avere qualcosa, e non viceversa! E’ lei a scandire i ritmi quotidiani, come se il tempo si fosse fermato. Non vive da sola, ma con mio fratello Stefano, che non si è sposato e che a novembre compirà settant’anni: per mia mamma è come se fosse il figlio da accudire, come se fosse ancora piccolo”. Ed ecco che i ricordi ci tornano improvvisamente alla mente, e rievochiamo quei primi anni 60, e quella signora di via Bilemi, in quella campagna non ancora stravolta dall’espansione edilizia, che si preoccupava di accogliere noi ragazzi di dodici, tredici anni, in trasferta con le nostre biciclette per trovare i compagni di classe che abitavano lontano, dopo il passaggio a livello. A casa di Franco Iarrera, affettuosamente chiamato Ciccino, c’era sempre qualcosa che una casa del centro non ci dava. E noi, lasciate nell’ampio spiazzo, sotto l’albero di gelso, le nostre biciclette, ci perdevamo nei campi saccheggiando le piante di fave… Altri tempi, caro Franco, caro Stefano… Quella signora che aveva tante premure per noi raggiunge un bel traguardo. Segno di una vita sana, anche se gli anni successivi al matrimonio, celebrato durante la guerra, erano stati segnati da un dolore profondo per la perdita della figlioletta, mai nata, e dalla mancanza di notizie per il marito, che dovette sopportare due anni di prigionia prima di tornare nella sua terra, nella sua casa, dalla sua cara Antonia. Una donna di altri tempi, che ama vivere alla giornata, in quella casa di via Bilemi, e dalla quale, per qualche ora, i figli la preleveranno per portarla fuori a festeggiare, con i parenti che le sono sempre vicini e l’amano tanto… Quella casa nella quale lei, la nostra mamma Iarrera, passata la confusione e il frastuono, il battimani e gli auguri, i baci e gli abbracci, tornerà a vivere circondata dai suoi ricordi, dalle sue giornate, dalle sue preoccupazioni. Lontana dalla vita caotica del centro cittadino, a ricordare a Stefano che c’è la spesa da fare, e tante altre cose da sbrigare… Auguri, signora Iarrera! 

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