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CI SCRIVE UNA “DONNA AL VOLANTE” PER DIFENDERE LA …CATEGORIA!

PROFONDAMENTE OFFESA E RISENTITA PER UN COMMENTO PUBBLICATO SU TERMINAL, PRENDE LE DIFESE DELLE DONNE ALLA GUIDA DI UN VEICOLO E DA’ UNA GIUSTIFICAZIONE DI QUANTO ACCADUTO ALLA “SIGNORA DALLA PANDA ROSSA”, VITTIMA DI UNA MANCATA INDICAZIONE STRADALE.

Ho letto l’articolo dedicato alla “Signora dalla Panda Rossa” ed il relativo commento, anch’esso pubblicato da Terminal.

A tale proposito replicare cercando di non urtare la suscettibilità di alcuno ma solo – appunto – per esprimere il mio personalissimo pensiero. Credo che il Signore che commenta, in modo chiaro e non soggetto ad equivoci di sorta, abbia preso una posizione troppo drastica frutto (forse) di quell’unica esperienza della quale ha dato dettagli più che sufficienti e circostanziati.

Tuttavia, egli ha generalizzato la situazione, allargandola per suo “credo” alla pluralità delle donne-“pilotesse” incapaci di stare alla guida…; superficiali e poco attente, pronte solo a cacciarsi nei guai per poi “vigliaccamente chiedere aiuto”.

In piena libertà dico che mi sento più propensa a schierarmi da parte del “Buon Samaritano” che – bando a pensieri “filosofici” di scarso rilievo – si è apprestato a dare aiuto al bisognoso, piuttosto che dalla parte di colui che forse ha voluto dimostrare la sua mascolinità prendendo una posizione che non può essere condivisa.
Bontà sua poteva esprimere gli stessi concetti senza lasciare un solo lettore col dubbio circa la di lui imparzialità. Sarebbe stato sicuramente anche più corretto.

Senza altro giro di parole e senza attaccare etichette ad alcuno, è giusto fare un riferimento tecnico che giustifica in pieno tutte quelle donne (ma anche gli uomini) che per sventura e non per sventatezza si siano trovati in frangenti come quello descritto nell’articolo.

E’ impensabile ritenere che ogni conducente percorra le strade conoscendole a memoria (questa è Via Tizio…questa è Via Caio), o perché sappia perfettamente dove ognuna di esse conduca (questa porta a Piazza Martino oppure a Via Sempronio). Sulle strade si guida grazie ad un Codice (quello della Strada, appunto) che estrinseca la sua efficacia attraverso altri dispositivi che si chiamano “Segnali stradali” che instradano, indirizzano, stabiliscono comportamenti ed operatività da seguire rigorosamente. Sono i segnali stradali a dirci ciò che possiamo e ciò che non possiamo fare e – di fatto – indicano sempre per tempo (cioè con largo anticipo)– ciò che ci aspetta via-via che procediamo alla guida del nostro veicolo.

Ergo, quella sventurata Signora, non certo del tipo descritto dal commentatore, aveva pieno titolo ad immettersi in quella strada ancorchè non esiste a monte né l’indicazione “Strada senza Uscita” (obbligatoria per Codice), nè – tanto meno – un divieto di transito.

Il commento che ho letto è solo maschilista ma non mi sforzo, nemmeno per tutto l’oro del mondo, di comprenderne la ragione. In democrazia ognuno è libero di credere (e purtroppo – in certi casi-anche di fare) ciò che vuole. Sia il titolare di quegli epiteti poco lusinghieri a farsene una ragione e – se ci riesce – reciti il “mea culpa” chiedendo scusa a tutte quelle donne che si sentiranno offese, così come mi sono sentita offesa io che ho la patente da decenni e che cerco di non confermare il detto “Donne al volante – pericolo costante”… 

 

Commenti

1 Commento

  1. Excusatio non petita, accusatio manifesta. Carbone bagnato?

    Legittimo il suo risentimento,ma dissento profondamente in quanto ciò che ho descritto è PURA E ASSOLUTA realtà dei fatti constatata di persona.In oltre potrebbe anche darsi che il commento provenga da una donna,anche se il modo di esprimere i concetti è genericamente esposto al maschile.Se mi scaglio contro una donna,non è per pura e becera misoginia,bensì perché ogni giorno, ovunque, constato che la maggior parte delle infrazioni stradali, o dei comportamenti scorretti,sono compiuti sfacciatamente da donne,le quali da un po’ di tempo a questa parte hanno assunto modi da macho coatto che mal si aggradano alle donne, anzi mi fanno venire l’orticaria: mi riferisco ad aggressività,modi sconci di parlare,atteggiamenti da galli furiosi,violenza spicciola e chi più ne ha,più ne metta, compreso l’uso smodato del telefonino in auto, nonché il modo di imboccare strade senza rispetto per precedenze,marciapiedi segnaletica! Il codice della strada in oltre prevede che si adegui la guida e la velocità alle condizioni della strada e/o meteo,proprio per non incorrere in situazioni di pericolo; in tante però camminano col paraocchi. Ripeto, non è misoginia,ma pura e semplice osservazione della vita di tutti i giorni ed io stessa/o, molte volte imploro comportamenti da “talebano”,non per punire indiscriminatamente le femminucce inermi,ma per ridimensionare un po’ il caratterino insipido e violento che molte donnicciule hanno assunto. Basterebbe avere un pò di senso delll’osservazione e soprattutto di senso critico per accorgersi di quanto sia vero tutto ciò e di quanto l’arroganza di certe donne abbia di gran lunga superato e sopraffatto comportamenti che dai maschi sembrano esagerati ma che da una donna sono francamente insopportabili. E non è sudditanza verso i maschietti che da sempre cercano di prevalere sulle donne, ma è solo perchè la vera signorilità di una donna non consente certe estrinsecazioni del peggior carattere. Infine, una vera femmina (signora), non ha bisogno di implorare aiuti a chicchessia,ma si assume in toto le proprie responsabilità sempre,comunque e ad ogni costo e non si lascia ridere dietro per le cavolate che fa.

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