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DANIELE PERLUNGO… nove anni sono tanti

IL 29 AGOSTO 2011 DANIELE PERLUNGO ANDAVA VIA. MARIO, NOSTRO FRATERNO AMICO, NON AVEVA SMESSO DI SPERARE CHE IL SUO RAGAZZO GUARISSE.

DANIELE PERLUNGO NON CE L’HA FATTA… Così abbiamo salutato la partenza di un giovane di 32 anni, figlio di Mario, fraterno amico degli anni più belli, sul numero di settembre di TERMINAL 2011. Daniele aveva dovuto soccombere dopo una lunga sofferenza. Mesi di cure, ma valgono a poco quando il male avanza e ti colpisce al volto, allo stomaco, ai fianchi, come in un incontro di boxe, fino a toglierti il fiato e farti crollare esanime. E l’arbitro procede nel conteggio e decreta il ko.

Un avversario forte, tremendo con i suoi colpi che avrebbero demolito chiunque. Mario sapeva che il figlio conduceva una lotta impari, ma sperava. Pregava e sperava!

Era la speranza di un padre, di un uomo che aveva vissuto giorno dopo giorno la sofferenza, sorretto da una fede incrollabile, che in cuor suo si augurava di poter tornare a gioire per una vita che rinasce. Ed ancora oggi, a distanza di nove anni, Mario vive quella sofferenza… 

Daniele non ce l’ha fatta! E’ crollato esanime, spossato dalla lunga lotta contro chi  non gli dava tregua, giorno e notte, anche se si era illuso, per poco, di avere avuto la meglio, di poter capovolgere le sorti di un incontro che lo vedeva sfavorito e lo voleva sconfitto.

E’ partito per sempre, lasciando la mamma Anna, il fratello Alfredo, il papà Mario…. 

E si è addormentato, felice per aver rivolto lo sguardo, prima di chiudere gli occhi, verso i suoi cari che lo accarezzavano.

Ricorriamo a quanto scritto anni fa, e ripetiamo le stesse cose, le sole che possano dare conforto: “Tuo figlio è stato forte, Mario! Ha perso una battaglia, perchè così era scritto! Ma quando si risveglierà si troverà in un mondo migliore, stanne certo! E da lì vi sarà sempre vicino… e tu lo rivedrai crescere, piccolo e indifeso, e poi muovere i primi passi, e ancora correre al tuo fianco, tenendoti per mano. Quindi scappare via, perchè, diventato grande, pensa di essere più forte del suo papà! “Non mi prendi, papà, io corro più forte!”. Così forte che solo Dio saprà dopo quanto tempo arriveremo pure noi, lassù, dove lui è tornato a vivere contento, e da dove proteggerà i suoi cari, mamma, papà, Alfredo…” 

Ciao, Daniele, un bacio, il nostro immenso affetto ma soprattutto una grande raccomandazione: proteggi papà!!! 

 

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