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GIANLUCA ALIBRANDO, UNA SFILATA FATTA DI ARTE E RAFFINATEZZA

APPLAUSI A SCENA APERTA AL NOSTRO GIOVANE STILISTA, TALENTO CHE GIA’ DA BAMBINO MOSTRAVA CHIARI SEGNI DI PREDISPOSIZIONE PER UN MONDO NEL QUALE SI STA AFFERMANDO…

nostro servizio particolare

Inviata speciale alla sfilata di Gianluca Alibrando mi presento in perfetto orario ma dal versante errato. Già parecchia gente, infatti, sostava davanti all’ingresso dell’Atrio del Carmine in attesa dell’apertura del cancello. L’evento, come prevedibile, aveva attratto una vasta platea che si accalcava ordinatamente sfidando le ultime folate di scirocco che ci avevano fatto compagnia anche per questa domenica di settembre. Dopo aver intuito – devo ammettere dietro suggerimento di un’amica – che avrei avuto maggiore fortuna dal lato della Marina Garibaldi, mi incamminavo velocemente all’altro ingresso riesumando l’invito che per fortuna avevo fatto stampare. Uscita dal vicolo, eccolo lì l’accesso principale con tanto di fari e sfondo con logo dell’artista e delle aziende partners dell’evento. Superati i controlli di rito, finalmente entravo e prendevo posto. Per la cronaca le sedie erano state sistemate lungo il perimetro dell’Atrio in modo da formare un corridoio che fungesse da passerella, mentre al centro dello spiazzo stavano gli strumenti musicali che di lì a poco avrebbero accompagnato l’incedere delle modelle. Finalmente lo spettacolo ha inizio: prima modella – altissima – e poi tutte le altre. Toni del grigio, punte di giallo, un tocco di rosa cipria e poi nero, bianco e rosso. Il pubblico accompagnava a suon di applausi il passaggio di ogni ragazza ed io non riuscivo a trattenere i miei apprezzamenti su ogni abito presentato. Ora voi penserete che magari io stessi lì a contemplare ed ammirare le creazioni con piglio critico e professionale. Molto più banalmente devo invece confessarvi che le uniche parole che esclamavo, quasi sgomitando in cenno d’intesa chi avevo accanto, si sono limitate ad “ah bello” “bello questo” “ah questo sì che è bello”. In qualità di inviata dovrei magari vergognarmi perché avrei dovuto prendere nota dei capi, fotografarli, analizzarli nel dettaglio, ma….signori miei chi se li scorda? I miei occhi sono stati meglio di una fotocamera. Inebetita, fissavo tutto e continuavo a ripetere “bello, bello” come una bambina in un negozio di giocattoli, ma nella mia mente è ben viva la memoria di ogni vestito. Ne ricordo ogni dettaglio ma, soprattutto, ricordo benissimo di essermi convinta di una cosa: ciascuno di quei capi può rendere “perfetta” chi lo indossa. È proprio questa a mio parere la forza di Gianluca Alibrando: creare pezzi oggettivamente belli, in grado di regalare a chi lo indossa un’aura di magica eleganza.
Per la cronaca, lo spettacolo è stato arricchito dalla performance dei musicisti e di una soprano che ha magnificamente sottolineato l’ingresso dell’abito da sposa interpretando “Casta Diva“. Applausi a non finire e cori di lodi da parte del pubblico al passaggio dello stilista. Una serata d’incanto che ha consegnato ai presenti un’ulteriore conferma del talento e della passione di Gianluca.
E tornando verso casa chissà in quante, come me, hanno quasi desiderato di ricevere presto magari un invito ad una cerimonia per avere il pretesto immediato di salire in Atelier e chiedere a Gianluca una trasformazione…

 

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