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MA INSOMMA, CHE NE VOLETE FARE DEL PORTO DI MILAZZO?

PROSPETTIVE DI LAVORO? E COME PREVEDERLE SE NON PRIMA SARA’ ULTIMATO? MA QUANDO LO SARA’ VERAMENTE?

Avevamo da qualche mese costituito il Comitato grande porto quando fummo invitati ad assistere nei locali del Paladiana alla presentazione del piano regolatore del porto di Milazzo redatto dall’ingegnere Mallandrino. Qualche anno fa l’Autorità portuale volendo inserire il nostro porto nell’ambito del crocierismo per permettere l’attracco delle navi passeggeri ha apportato una variante promettendo che avrebbe ampliato la larghezza del molo Marullo nel tratto terminale avente una lunghezza pari a 300 mt. A distanza di otto anni circa la situazione strutturale del nostro porto è la fotocopia di come si presentava prima che fosse incorporato nell’Autorità portuale di Messina. Le uniche novità riguardano lo spostamento della stazione aliscafi dal molo XX Luglio al molo Luigi Rizzo e la recinzione del perimetro portuale con una cancellata stilisticamente accettabile. Per il resto il porto non è stato dragato, non è stata creata nessuna banchina essendo quella in corso d’opera rimasta incompiuta, il collegamento porto asse viario non è stato effettuato.                                   

Porto commerciale a Giammoro: lo specchio d’acqua in cui dovrebbe sorgere il porto a Giammoro è esposto a tutte le intemperie tranne che per i venti provenienti  da scirocco, pertanto prima di creare qualsiasi struttura sarebbe necessaria la creazione come opera prioritaria di una diga foranea a protezione della costa. Il costo  di una opera del genere compreso il banchinamento del porto supererebbe i cento milioni di euro, l’autorità portuale avrebbe il compito di finanziare l’opera  in prospettiva della possibile nascita nei territori di Pace e S. Filippo di una zona ZES (zona ad economia speciale) in cui potrebbero sorgere insediamenti industriali beneficiari di facilitazioni fiscali. Scartata l’ipotesi container per la vicinanza dei porti di Gioia Tauro e Catania bisognerebbe puntare ad incentivare il traffico commerciale mediante la creazione di industrie. Basti pensare che negli anni ’90 quando erano operanti i Molini Lo Presti, il cementificio di Villafranca e le acciaierie del Tirreno, la cooperativa Garibaldi disponeva di una forza occupazionale pari a 70 unità lavorative. Un porto commerciale a Giammoro dotato di un waterfront ampio e di una viabilità indipendente darebbe uno straordinario impulso all’economia della città di Milazzo e  del suo hinterland e permetterebbe di adibire il porto storico esclusivamente per il crocierismo, il diportismo ed il collegamento con le isole Eolie.  Nel breve termine ultimati i lavori alla banchina XX Luglio e contemporaneamente costruita una bretella di collegamento porto – asse viario si potrebbe venire incontro alle richieste di alcuni armatori disposti (non sappiamo fino a quando) ad effettuare i collegamenti dal nostro porto verso i porti del continente escludendo naturalmente Gioia Tauro. A proposito del porto calabrese è assolutamente necessario evitare l’accorpamento nell’Autorità portuale da esso presieduta ma nel contempo, dovendo rimanere nell’Autorità portuale di Messina occorrerà modificare l’attuale governance che vede il nostro porto in posizione subalterna a quello del capoluogo, occorrerà dare pari dignità gestionale ai due porti, inserire nel consiglio di amministrazione dell’ente un rappresentante permanente del porto di Milazzo da individuare nell’ambito degli  operatori portuali, una persona competente, conoscitore dei problemi del nostro porto, disposto a battersi per difendere gli interessi della nostra città. Per quanto riguarda l’ecoporto galleggiante prendiamo atto che progettisti e responsabili della realizzazione di un opera strategica ed all’ avanguardia nel campo del diportismo continuano a portare avanti il programma. Spetta quindi a chi di competenza, sindaco, assessore allo sviluppo, consiglio comunale, compiere l’iter necessario per agevolare la realizzazione dell’ecoporto nel più breve tempo possibile. A lavori ultimati la nautica da diporto farebbe quel salto di qualità richiamando un’utenza di elite in grado di favorire la formazione di centinaia di nuovi posti di lavoro.

Com. M. Sciotto

Commenti

1 Commento

  1. Niente più? E un parcheggio galleggiante? Ed un centro commerciale? Sembra un deja vu continuo. Ogni volta le stesse cose, con un ritmo incalzante ed, onestamente, assillante. Milazzo non se la fila nessuno. Non abbiamo peso politico per essere nella commissione dell’Ente, altrimenti ci saremmo già entrati. Gioia Tauro sarà la nostra tomba perché è già stato deciso. Milazzo annega nei debiti e deve combattere una battaglia epica per una zona industriale altamente inquinante e si propongono sbocchi per zone da industrializzare; e quelle che abbiamo la fanno da padroni. Il collegamento con l’asse viario abbattendo cosa? Perché a ben vedere gli spazi sono limitati ed anziché soffocare la città di altro cemento ed altro traffico bisogna farla respirare. Il pontile galleggiante la trovo una delle idee peggiori possibili. Ci hanno chiuso per incapacità politica o convenienza medesima parte del lungomare Garibaldi, con danni incredibili alla viabilità mista alla maleducazione e protervia dei proprietari di quattro barche che hanno praticamente “conquistato” Vaccarella per mero uso personale. Provare a girare nei momenti di punta a Santa Maria Maggiore, non si passa se non in fila indiana. I proprietari stanno scaricando le loro auto in doppia e tripla fila, nel silenzio assenso dei vigili che non si fanno vedere. Insomma il caos. Probabilmente il comandante, nella sua assoluta onestà intellettuale, non vede ciò che porta praticamente una scelta del genere. E chiudere ulteriormente il mare antistante la marina, la trovo una idea che peggio non si può pensare. Mi spiace, ma mi trovo, per l’ennesima volta, in disaccordo. Buona serata

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