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“LA FORTUNA CON LA F MAIUSCOLA”, 11 E 12 AGOSTO A MILAZZO

RITORNA LA COMPAGNIA TEATRALE MILAZZO 2010, CON UN LAVORO ESILARANTE ED AL TEMPO STESSO IMPEGNATIVO che mette in luce la bravura e la professionalità dei componenti del gruppo.

LA FORTUNA CON LA F MAIUSCOLA, una commedia brillante del grande Eduardo, scritta con Armando Curcio, porta in scena la Napoli dell’arte di arrangiarsi, della vita quotidiana, delle complicità e dei pettegolezzi tipici dei vicoli e dei bassi, dove tutti si conoscono e dove i commenti sono all’ordine del giorno, specie nel cortile dove vive la famiglia di Giovanni Campolo. Vincenzo Cannistrà ha fortemente creduto in questo lavoro, e giornalmente, durante le prove, con pazienza e con tenacia, ha trasmesso la sua voglia di stupire agli altri interpreti di un lavoro che si trasferisce da Napoli nella nostra Sicilia. Qui da noi Enricuccio, personaggio insuperabile nell’originaria interpretazione di Pietro De Vico, diventa Stefanino – Pippo Cannistrà, che incanta e diverte! Nel rapporto in scena fra il padre adottivo, alias Vincenzo – Giovanni Campolo, umile scrivano che stenta a sbarcare il lunario ed il ragazzo che non vuole dargli quella gioia di sentirsi chiamare “papà”, ruotano la moglie, una spumeggiante Gessica Gitto, donna Cristina, che trova ogni giustificazione per proteggere il piccolo Stefanino; quindi la vicina di casa, Emma Magistri – Concetta, che è a conoscenza di “vita, morte e miracoli” degli inquilini dello stabile; e tutti gli altri personaggi che nel corso dei tre atti si susseguono in scena per catturare lo spettatore. Giovanni Campolo stenta a tirare avanti, anche un uovo costituisce il pasto quotidiano da dividere con la famiglia. Ma la non tanto inattesa visita dell’avvocato Manzillo (Mimmo Buonarrigo), che gli deve 150 lire per un lavoro di copiatura, gli fa comprendere che con un piccolo espediente (riconoscere di essere padre di un giovane scavezzacollo, il baronetto Alessandro, alias Marcello Piraino) può entrare in possesso di una somma di denaro mai vista e nemmeno sognata! Accetta senza esitare, intasca l’acconto che spende precipitosamente, non assiste all’incontro successivo del piccolo Stefanino con il notaio Baglio (Giuseppe La Rosa) che deve comunicare al padre adottivo una ricca eredità da parte del fratello più fortunato emigrato in America e morto lasciando tutto a lui. Ad una condizione, però: non deve avere figli, perchè sarebbe il suo primogenito ad ereditare la cospicua cifra (milioni di lire più monili e proprietà). Stefanino comprende tutto per filo e per segno, ed è pronto a riferirlo al padre, ma la minaccia di don Vincenzo (Vincenzo Ciarrotta) marito tradito che ha le prove che il ragazzo fa il ruffiano alla moglie Amalia (Daniela Italiano) lo impaurisce al punto che Stefanino perde la parola. Tutti sentono i colpi di pistola sparati per errore da Vincenzo, che minaccia il ragazzo, ma nessuno osa denunciare al sopravvenuto Brigadiere (Pasquale Gitto) l’accaduto, commiserando il povero Stefanino impossibilitato a riferire a Giovanni Campolo il messaggio del notaio e impedirgli di legittimare il barone Alessandro. Ma non è troppo tardi per rimediare, e davanti ad un borioso barone sdegnato del’acquisita finta paternità, ma necessaria per sposare una ragazza altolocata, Giovanni Campolo tenta il tutto per tutto: racconta dell’eredità che Stefanino è riuscito, quasi miracolato, a riferire.

Peggio che andar di notte: l’ingordigia di Alessandro lascia interdetto Campolo, e da figlio riconosciuto è pronto a catapultarsi sulla pioggia di milioni inaspettata! Ed ecco il colpo di scena, ecco la fortuna con la F maiuscola che convince Giovanni Campolo a punire l’azione indegna di Alessandro e pensare alla sua famiglia. Un gesto che non vi anticipiamo, che farà ritrovare la serenità ad un uomo che aveva lavorato una vita, che potrà dare un futuro al figlio adottivo, che finalmente lo abbraccia e lo chiama papà, a tutto il vicinato che aveva condiviso le preoccupazioni e gli affanni del povero Giovanni Campolo, scrivano squattrinato e profondamente umano. 

L’applauso finale di tutto il vicinato non è solo l’approvazione per quanto sta facendo, ma il riconoscimento dell’alta umanità che il grande Eduardo conferisce alla commedia. Un lieto fine, che però strappa le lacrime nello spettatore. Lacrime di commozione, dopo le risate per le scenette divertenti, le improvvisazioni che condiscono i dialoghi, l’interpretazione professionale di una compagnia locale che compie il salto di qualità. E il contemporaneo applauso del pubblico dovrebbe essere anche il miglior tributo per Vincenzo Cannistrà, regista per passione, che è riuscito a mettere in scena, divertendo e commuovendo, uno dei lavori più belli di Eduardo De Filippo, in cui il cuore di Napoli e gli imprevisti sono gli ingredienti migliori per una serata diversa.

Appuntamento sabato e domenica, 11 e 12 agosto, a Milazzo, quindi, nell’atrio del Carmine, con inizio alle ore 21. Ma, a nostro avviso, un lavoro del genere meriterebbe palcoscenici più grandi e migliaia di spettatori!  

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