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LA PRESIDE CONTESTATA PERCHE’ DENUNCIA LA DROGA A SCUOLA!

1460111699027.jpg--controllo_a_scuola_con_cani_anti_drogaa_catanzaro_segnalato_un_ragazzoIL MONDO GIRA ALLA ROVESCIA! TUTTI ADDOSSO ALLA DIRIGENTE E PRONTI A DIFENDERE QUEI POVERI RAGAZZI… DOVE ARRIVEREMO DI QUESTO PASSO?

La messa alla berlina subita dalla superpreside del liceo Virgilio di Roma, per aver chiamato le forze dell’ordine nella sua scuola, in seguito ad un evidente spaccio di droga, ha fatto fare una pessima figura, l’ennesima, al sistema dell’istruzione pubblica italiana, al ministro Giannini, al governo, al parlamento della repubblica, al paese irredimibile che siamo diventati. La dimostrazione più eclatante che le etichette non bastano per cambiare la realtà, che l’autorevolezza e l’autorità di un capo dipendono dalle persone e dalle situazioni, che i genitori degli studenti si svegliano dal loro torpore soltanto per difendere le cause perse, col vano tentativo di recuperare, di fronte ai figli, l’onore e la dignità ormai perduti. Peccato chiamarlo Virgilio quel liceo che guasta anche la memoria della guida di Dante Alighieri, il poeta che insegnò ai suoi concittadini a rispettare il potere avendo la forza e il coraggio, nell’Eneide, di testimoniarne, comunque, l’esercizio di una violenza inaccettabile. La crisi del regime democratico visibile nella degenerazione culturale e comportamentale di svariati settori della società italiana, secondo gli storici antichi, preparerebbe forme di tirannia, restaurazione di monarchie, ma ci si dimentica che già da diversi anni il vero tiranno è presente, ci guida, ci comanda, ci sottomette, impera: la massa. Tanto che in un liceo di Roma, abitato dalla migliore società borghese, è prassi comune che la droga conviva con la formazione, la violenza fatta alla porta della presidenza con calci e pugni conviva con l’educazione, gli insulti tribali, l’insofferenza, le dinamiche turistiche convivano con l’assoluzione e la giustificazione dei colpevoli. Nel mondo della scuola la massa ama i viaggi di istruzione, ama facebook e twitter, ama i cellulari e i computer, ama la settimana corta, ama le assemblee di istituto che si trasformano in giorni di vacanza, ama le attività extra-disciplinari che servono a distrarre ulteriormente gli studenti dai loro doveri, ama una scuola che non rompa i cabasisi e non ama i pochi consapevoli che si oppongono a questo processo che ha guastato e guasterà intere generazioni. Alcuni anni fa, a Messina, in un istituto ubicato in una zona degradata della città, la pretesa del dirigente scolastico che gli studenti stessero in classe ad imparare invece che girovagare per i corridoi stava per essere punita da un genitore alterato e arrogante, se non fosse intervenuto lo sguardo perentorio di un bidello che lo bloccò manifestando un potere del tutto superiore a quello che ilo stesso preside rappresentava. Il genitore se ne andò subito e il sorriso ambiguo del bidello fece capire al dirigente che in quel contesto il bene e il male erano disciplinati da altre leggi, altre convinzioni, altre autorevolezze.  Ogni categoria ha il suo condimento particolare: i genitori l’arroganza e la prepotenza, gli allievi l’ignoranza, i dirigenti scolastici il desiderio di quieto vivere, i docenti l’insoddisfazione permanente, i poliziotti una carriera non desiderata per la maggior parte dei casi, mal pagata, accettata per mancanza di meglio. Ciascun cittadino, senza differenza di genere e posizione sociale, ricchezza o povertà, sembra fortemente proiettato verso la sua particolare forma di autismo. Volete non comprendere quei poveri ragazzi del liceo Virgilio di Roma perché smerciavano e consumavano droga tra i corridoi del liceo? Entrate nei loro percorsi affettivi e vedrete quante lacune, quante richieste inascoltate, quanta poca educazione sessuale hanno avuto! Puniamoli, magari, con un corso per percussionisti. Magari facendoli diventare artisti, amici della musica, ballerini, e mandandoli più volte in Europa, vezzeggiandoli un po’ di più e non pretendendo che studino storia e filosofia, latino e greco, matematica e scienza. Troveranno, in questo modo, la loro strada e si libereranno dai loro vizi! Ci vuole una ramanzina per questa povera superpreside, vero ministro Giannini?

di Gaetano Bonaccorso, da A.Sa.Si Sicilia – Rete delle scuole autonome della Sicilia 

Commenti

1 Commento

  1. Piccoli delinquenti crescono…Mi chiedo come mai la società stia decadendo in un modo così tremendo! Oggi se non sei asino ti deridono, se non sei bullo ti picchiano, se non hai provato alcuna sostanza stupefacente non hai vissuto: insomma, un panorama in cui il peggio trionfa ed il ben viene mortificato costantemente. La cosa che più mi fa arrabbiare è che proprio le istituzioni siano le prime a minimizzare quando non a giustificare con scuse che sanno di arrampicate sugli specchi, fatti che troppo spesso potrebbero condurre alle patrie galere, a patto di non trovare poi un giudice che con qualche sentenza un po’ naif assolva ad ogni costo questi “giovani sbandati” che la società ha quasi costretto a delinquere. Ma fino a che punto sia accettabile una simile deriva è cosa che ogni giorno mi chiedo e con angoscia penso ai miei nipoti che oggi si affacciano alla vita, quale destino avranno.Purtroppo oggi una classe politica composta da elementi che tutti i giorni danno prova di disonestà, non può essere di alcun esempio, specialmente quando poi la disonestà apre le porte a fama,successo e denaro a volontà. Oggi sono cadute tutte le remore legate alla religione o alla cultura che dava accesso a carriere prestigiose: la Chiesa ha infatti dato prove di non essere detentrice di alcuna morale,anzi…, e le lauree, troppo spesso “regalate” o “comprate”, non sono più la prova di aver studiato e lavorato con merito. Forse una sorta di “rivoluzione culturale” con “campi di rieducazione” su modello Maoista potrebbe porre un freno a tutto ciò? Francamente non sempre ne dubito . Allora non ci resta che soccombere, vedere come va a finire ed ogni tanto, in un moto di ribellione, esultare davanti ad un preside od insegnante che denuncia, e sperare che dopo una china discendente, questa “parabola” avrà spontaneamente il suo riscatto, forse perché ancora, in qualcuno, sarà sopravvissuto un barlume di senso della morale e dell’umano orgoglio. Nelle favole il bene non trionfa sempre sul male?

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