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LA SCOMPARSA DEL MITICO BRIGADIERE FARINA

FANO FARINA E MOGLIEALL’ETA’ DI 88 ANNI, POCHI GIORNI DOPO LA MOGLIE. AVEVA CONTRASSEGNATO UN’EPOCA, NEL COMANDO VIGILI DI MILAZZO. A LUI FU ASSEGNATO ANCHE UN PREMIO TERMINAL, NEL 2012. ECCO UNA SUA INTERVISTA PUBBLICATA SU TERMINAL NEL MESE DI LUGLIO 2009.  (nella foto, il brig. Farina con la moglie)

Chi ricorda il Brigadiere Stefano Farina alzi la mano. Ecco, come volevasi dimostrare, i più giovani non sanno che faceva coppia fissa con Spoto, divenuto successivamente Vice Comandante dei Vigili Urbani.

Erano i primi anni 50 quando entrò nel Corpo di Polizia Municipale. “Era il 1953”, precisa lui, figura sempre imponente nonostante la sua età, “Il Comandante dell’epoca era Mario Buccafusca, che aveva il grado di Tenente, e il nostro lavoro si svolgeva in una Milazzo che, subito dopo la fine della Guerra, viveva un periodo felice e prospero, ancora prima dell’avvento della grande industria”.

E’ un piacere ascoltare certi episodi, rimasti scolpiti nella memoria di questi “arzilli anziani” che tanto hanno dato alla nostra città! Non finirebbero mai di parlare, per raccontare di un tempo che non potrà ritornare, e dare un significato a fatti, avvenimenti o semplici episodi, vissuti in prima persona, per fare rispettare precise disposizioni e obblighi di legge.

Il Comando Vigili all’epoca era una famiglia, e i componenti erano non più di dodici”. Proprio come una famiglia numerosa, tipica di quegli anni, pensiamo senza interromperlo. “Dei Vigili degli anni Cinquanta siamo rimasti solo io e Lillo Messina. Non esisteva una pattuglia in auto, e ogni vigile aveva una sua bicicletta con la quale effettuava la sorveglianza in città”.

Un controllo ridotto, visto che non c’era il traffico di oggi, lo interrompiamo.

Un controllo più accurato – precisa – per fare osservare le norme contenute nel Regolamento Comunale al quale ci ispiravamo! C’era il controllo quotidiano nella pescheria e nel mercato. Tanti atti oggi consentiti, all’epoca erano vietati. E anche se per consuetudine si continuano a fare, sono comunque vietati. Come lavare l’auto in mezzo alla strada, buttare dal balcone i fiori e le foglie dopo che si è fatto giardinaggio, sciorinare i panni sulla pubblica via…

Ci rendiamo conto che ha ragione! In effetti manca un controllo costante, e ognuno ritiene lecite azioni che in realtà non lo sono.

Il brigadiere Farina va avanti: “Con l’approvazione del nuovo Codice della Strada, nel 1959, passo a fare il motociclista, assieme a Spoto. Avevamo due moto Guzzi 250, rosse fiammanti, e incutevamo terrore. Questo ci ha resi famosi, e le nostre operazioni di controllo sono ancora oggi ricordate da molti giovani e ragazzi dell’epoca, che ora hanno tra i 60 e i 70 anni. Facevamo solo rispettare le leggi, tutto qui. Nel 1963 ci affiancarono altri due motociclisti, Grazio e Giuseppe La Malfa, e nemmeno loro scherzavano. Ma i compiti non finivano lì”.

Procede con i suoi racconti. Ad un tratto ci ricordiamo del Giro d’Italia del Centenario. “Eravamo noi due a precedere la volata dei ciclisti, in quella tappa storica, vinta da Nino De Filippis!” ci risponde orgoglioso. Già! Come potere precludere la possibilità di scortare fin sul traguardo del lungomare, fra due ali di folla festanti, a due vessilli della Milazzo di ieri. Spoto e Farina, entrambi con una corporatura massiccia e statuaria, vanto del Comune di Milazzo nelle parate e nelle rappresentanze, pensiamo. 

Sono tanti gli avvenimenti che molti milazzesi collegano a noi due – aggiunge – ma è bene ricordare che avevamo anche una professionalità da fare valere. Il Ministero dei Trasporti, negli anni 60, per formare nelle grandi città Vigili Urbani più preparati, fece tenere dei corsi di infortunistica stradale in tutta Italia. Le selezioni furono durissime. Ore ed ore di prove teoriche, misurazioni, simulazioni. L’esame fu superato da me, da Spoto e da Pippo Coppolino, e fu sostenuto presso la Camera di Commercio di Messina davanti ad una commissione della quale facevano parte, fra gli altri, alcuni Magistrati, un rappresentante del Ministero, Comandanti di Vigili Urbani di grandi Comuni”.

Lo ascoltiamo rendendoci partecipi del suo orgoglio. Qualcosa lo sapevamo, per sentito dire: era notorio che a Milazzo ci fossero validi professionisti nei Vigili Urbani! Ora veniamo informati che avevano persino un diploma!

Avevamo dei lucidi su cui erano stati riportati gli incroci della città, un’anticipazione dei programmi al computer. In caso di incidente, posizionare i mezzi era, per noi, un gioco da ragazzi! Dopo pochissimo tempo eravamo in grado di ottenere le copie eliografiche (le prime!) e la nostra relazione veniva trasmessa all’autorità giudiziaria, completa in ogni sua parte!”. Continua nel suo racconto, e parla dell’industria: “Sapete a quanti trasporti eccezionali abbiamo fatto la scorta? Possiamo dire di essere stati noi a fare costruire l’intera Raffineria! Certo, oggi la viabilità è molto più intensa e caotica rispetto al passato: ma anche allora era duro far osservare la legge. Ricordate l’omicidio dei due carabinieri a San Paolino? Avevano fermato il loro assassino che con un fucile in spalla stava venendo al Comando perché – si seppe poi – da qualche giorno andava dicendo che voleva ammazzare tutti i vigili urbani, che voleva fare una strage! Nessuno, come al solito, lo prese sul serio, con le conseguenze che conosciamo tutti! A suo dire voleva vendicarsi di noi, per un verbale.” ci confida, ripensando commosso a quanto successe quel drammatico giorno e a quei due eroici “colleghi”, Pirrone e Arnoldi, che per bloccare quell’esaltato caddero vittime del dovere.

Non disdegna critiche al presente, Fano Farina, vecchio Brigadiere dei Vigili Urbani. “I tempi cambiano, ma a volte, avrei voglia di mettermi a gridare”. Lo comprendiamo: non è il solo! Qui si ferma. Non ce la sentiamo di chiedergli oltre. Ci saluta, ma lo aspettiamo ancora. “Sono venuto con la bicicletta, l’ho messa fuori! L’ho chiusa, ma non vorrei che qualcuno se la sia presa e mi abbia lasciato a piedi…”. Legittimi timori, ma lo rassicuriamo: “Che devono fare oggi con una bicicletta?”. Non gli diciamo che anche noi, purtroppo, nutriamo lo stesso timore. Speriamo che la trovi…

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