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MILAZZO, VOGLIAMO PARLARE DELLE CASE POPOLARI DI VACCARELLA?

UN ARGOMENTO SCOTTANTE, CHE NESSUNO VUOLE AFFRONTARE. TUTTO E’ IN REGOLA? ANCHE I LAVORI CHE VENGONO ESEGUITI SENZA CHE NESSUNO VEDA? E LE ASSEGNAZIONI? MA IL COMUNE COSA FA? ECCO LA LETTERA DI UN MILAZZESE DA ANNI LONTANO DALLA SUA CITTA’…

Caro Direttore, un paio di giorni fa, ospite di amici, mi son recato a Vaccarella. Era da molto tempo che non percorrevo quelle strade con la calma dei giorni di festa. Riconoscevo i profumi, gli angoli, in quella casa c’era una putia, in quella abitava tizio, in quell’altra Caio. Un tuffo nel passato, quasi remoto. Poi, passando davanti le vecchie case popolari, la sorpresa. Lo stato di abbandono delle case è un qualcosa di vergognoso, quasi da denuncia. Muri scrostati, spaccature e ferri in evidenza. Una porcheria che nemmeno nei momenti di peggior gestione dello IACP, mi era toccato di vedere. So della diatriba gestionale delle case. Il comune, con la scusa del debito, non interviene, e quindi, nessun intervento pianificato. Eppure ne è responsabile, avendolo ricevuto dall’istituto diversi anni fa. Il problema deve essere di carattere amministrativo amicale. Il termine lo spiego subito. L’assegnazione delle case dovrebbe, per legge, avere una sua logica. Assegnare le case a disposizione, in base alla graduatoria. Stranamente lì si trovano famiglie intere che, in virtù di qualche miracolo amministrativo, son riuscite a trovare casa, senza disgiungersi, dalla madre piuttosto che dalla suocera e via discorrendo. Gli unici a salvarsi, i privati. Coloro che hanno riscattato l’appartamento, pagandolo, negli anni precedenti. E quelli sono gli unici che han messo le mani in tasca ed operato alla sistemazione delle case. Ma il lavoro è immenso, e certe spese andrebbero condivise. Cosa ben lontana dall’essere anche recepita da chi di dovere. Poi, proseguendo verso le altre case popolari, quelle sorte molto tempo dopo, sulla sinistra scopri una salita, carrabile, chiusa con un cancello. Alla fine della quale si stanno facendo lavori di manutenzione. Nessun cartello che indichi la ditta appaltatrice, i lavori in cosa consistono ecc. ecc. Che sia una violazione delle leggi e norme, sembra evidente. I soliti lavori fatti di nascosto e che l’omertà tipica di chi non vuole scocciature, tende a dimenticare nel cassetto delle cose poco importanti. Siamo a Milazzo e certe cose, se hai amici, le puoi fare tranquillamente. Ma devi essere ben ammanigliato. Ed allora nessun ufficio tecnico si muove, nessun vigile viene a verificare. Una sequela da filotto che alla fine partorisce, l’abuso edilizio perfetto. Probabilmente bisognerebbe attendere qualche lettera anonima o qualche indicazione di un povero fesso, quale potrei essere io, che indichi ai responsabili di turno, cosa stia avvenendo. Ma ho paura di ritrovarmi come quello che indicava la luna, e gli guardarono il dito. Benvenuti a Milazzo terra di misteri, connivenze e infrazioni di leggi.

 

Commenti

4 commenti

  1. Purtroppo sono diventate la maggior parte case vacanze..nulla di più sbagliato…mia madre è rimasta vedova a 38 anni senza percepire nessuna pensione du reversibilità e ancor prima che mio padre morisse nel lontano 1993 fece la domandina
    ..ancor stiamo aspettando. ..è una vergogna…

    • Stiamo parlando di una situazione nella quale le amministrazioni pubbliche, hanno colpe vergognose. Bisogna, assurdo dirlo, ringraziare i privati che, con spese e sacrifici, si son impegnati a mantenere un minimo di decenza che toccherebbe, per statuto allo IACP ed al comune come beneficiario. Ormai aspettano solo di vendere, fottendosene, questo è il verbo esatto, del minimo di decenza che il tutto dovrebbe avere. Se fosse stato un immobile privato avrebbe avuto tanti di quei richiami che, la metà basterebbe. Ma siamo in Italia, anzi Sicilia, e certe porcherie sono ammesse.

  2. ….E gli ascensori??? Sono presenti solo per dar riparo a serpi, ratti e blatte. Una vergogna che rende schiavi parecchi inquilini disabili. Di rampe, non se ne parla nemmeno, davano fastidio a chi si doveva recintare l’orticello realizzato nella corte comune.

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