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MUSEO LOMBROSO, VERGOGNA RAZZISTA

E’ BASTATO METTERE UNA FOTO SU FACEBOOK E “INVITARE” CHI RISCOPRE I MERIDIONALI PER INTERESSI POLITICI, E SI SCATENANO LE POLEMICHE… RIPRENDIAMO IL DISCORSO, DANDO AL NOSTRO SERVIZIO UN TITOLO GIA’ APPARSO SU UN GIORNALE SICURAMENTE PIU’ SEGUITO DEL NOSTRO MODESTO FOGLIO LOCALE…

Una foto scattata all’interno del Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso di Torino. Una considerazione, un invito provocatorio a Matteo Salvini, a capo di un movimento alla ricerca di voti da Nord a Sud, che qualcuno scambia frettolosamente per accordo politico o elettorale, ma solo una proposta che l’esponente di una Lega allargata anche al Sud dovrebbe quanto meno fare sua, se è vero che la sua lotta mira alla difesa degli interessi nazionali, senza escludere i meridionali, e le sue continue sortite non sono solo dettate da un impellente bisogno di attingere a voti che difficilmente potrebbero arrivare in mancanza di consensi.

In rete, spunta subito fra i commenti un altro invito, che questa volta parte da Napoli, ed è rivolto ad un altro napoletano, Luigi Di Maio, esponente di primo piano del Movimento 5 Stelle, vice Presidente della Camera dei deputati, affinchè intervenga presso Chiara Appendino, elemento anche lei dei CINQUE STELLE e Sindaco di Torino, città che ha il triste  “onore” di ospitare il Museo, chiedendone, se non la chiusura, quanto meno la restituzione delle teste esposte come se fossero cimeli (si tratta di teste staccate dal corpo di persone meridionali, arrestate e condannate in quanto ritenute delinquenti o criminali) o opere d’arte!

Ma neon è tutto: qualcuno chiede anche l’intervento del Capo dello Stato, ovviamente non come Siciliano, per far cessare questa quotidiana offesa al popolo meridionale che continua a subire le discriminazioni razziste di chi, ancora oggi, crede nella teoria della razza emarginando proprio i popoli del Sud! 

L’immagine messa in rete è raccapricciante, come del resto tante altre delle quali non è stata consigliata la pubblicazione: ne abbiamo avuto prove inconfutabili negli ultimi anni. Persone decapitate dall’ISIS, vittime innocenti squarciate da esplosioni, cadaveri rinvenuti in mare o sotto le macerie! La curiosità che avvicina i visitatori alle teche che catalogano queste opere d’arte è pari alla vergogna che dovrebbero provare i gestori di un Museo che non ha nulla da invidiare ai film dell’orrore o al Grand Guignol! Proprio questo Museo, che prende il nome del medico che ebbe la felice idea di studiare i meridionali collezionando cadaveri e staccando teste da misurare e catalogare, è stato al centro di un servizio del nostro giornale, nel luglio scorso: e a distanza di poco meno di un anno torniamo ad affrontare l’argomento, riprendendo un atto con il quale il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ha voluto aderire al Comitato tecnico Scientifico NO LOMBROSO. L’invito del Comitato, che si batte da anni per confutare le teorie elaborate nella seconda metà dell’800 dall’antropologo e criminologo Cesare Lombroso (secondo le quali l’UOMO DELINQUENTE sarebbe individuabile dalla pura e semplice misurazione del cranio, in quanto recante in sé i caratteri degenerativi che lo differenzierebbero dall’UOMO NORMALE).

La Giunta Municipale della città Siciliana ha approvato una deliberazione in cui si confutano le teorie aberranti che hanno portato lo stesso Lombroso ad approfondire i suoi studi sezionando cadaveri “rastrellati” nelle zone del Meridione, a cominciare dagli anni successivi all’Unità d’Italia, spesso con la scusa di lottare il brigantaggio e dando il via a quelle epurazioni che i libri di storia non citano. La delibera della Giunta di Barcellona Pozzo di Gotto ritiene che la teoria del Lombroso è priva di qualsiasi fondamento scientifico, ed è stata alla base della formulazione delle tesi razziste che tanti lutti portarono nel corso gli anni successivi; oltre che a screditare il Sud, i cui abitanti erano visti come malfattori e delinquenti per il solo fatto di appartenere ad una ben definita parte dell’Italia. Inoltre con l’approvazione della deliberazione viene sottolineato lo scopo dell’iniziativa del Comitato, ossia la restituzione ai discendenti dei poveri resti mortali dei loro antenati, affinchè ricevano nella loro terra di origine la degna sepoltura. Il tutto, conclude la premessa della delibera, “mirato alla tutela ed al rispetto della dignità umana, oltre che dei diritti universali dell’uomo”.

Barcellona Pozzo di Gotto, lo ripetiamo per riconoscere il merito di una iniziativa della sua amministrazione, accresce il numero dei comuni Italiani che si uniscono al coro di protesta in nome della dignità umana, rifiutando qualsiasi atteggiamento di discriminazione, razzismo e offesa alla dignità dell’uomo, e diventa testimonial del Comitato Tecnico Scientifico “NO LOMBROSO”. Ci auguriamo, e sarebbe una scelta giusta e dignitosa, che altri comuni della nostra isola ne facciano parte, assieme ad altri ancora del PROFONDO SUD, da troppo tempo oggetto di una discriminazione che mortifica i suoi abitanti. Così come ci auguriamo, ma sappiamo di non essere ascoltati nella nostra richiesta, che la classe politica siciliana possa ribellarsi a questa assurda ignominia. Ma per farlo dovrebbe avere il coraggio e gli attributi. 

Commenti

2 commenti

  1. Non cancelliamo il passato

    Più che chiuderlo perché offende le coscienze dei meridionali, bisognerebbe affiggere un cartello a lettere cubitali in cui si spiega a chi entra in questo santuario degli orrori, che si sta visitando un luogo che è stato il precursore quando anche l’ispiratore dei famigerati campi di concentramento nazisti.Proprio per non dimenticare e proprio perché le generazioni future sappiano dei misfatti che pseudo scienziati hanno alimentato, bisogna conservare ed anzi pubblicizzare simili tragedie,sperando che la storia non debba mai più ripetersi. Se passa l’idea che chiudere certi luoghi infami sia la giusta soluzione alla conoscenza,allora passerà anche l’idea che andare a costruire dei villaggi turistici sui campi di concentramento: luoghi di tortura e massacro di milioni di persone,sia cosa giusta e fattibile. Il mondo deve ricordare,ricordare ed ancora ricordare per riflettere e metabolizzare che l’orrore razzista non ha limiti né confini, che l’animo umano è in grado di produrre ciò che di peggiore si possa immaginare in quanto a crudeltà ed infamia. Tutto questo proprio in questi tempi in cui l’odio razziale riaffiora come un venticello che rischia di diventare tempesta su questo mondo lacerato da venti di guerra da un capo all’altro del nostro pianeta.Proprio chiudendo questi simboli della storia si rischia di dar ragione a tutti quei negazionisti che contano che, morto anche l’ultimo discendente di quei poveri esseri esposti, si possa anche chiudere una pagina di verità storica che diventerebbe come una triste favola di cui si è sentito parlare in qualche antico libro, liberi di censurare ogni tentativo di divulgazione dei fatti.Bisogna invece che le nostre scuole,di ogni ordine e grado,si facciano carico di divulgare in ogni modo ciò che siamo stati capaci di generare e parlarne liberamente sottolineando l’ignominia di quanto avvenuto.L’oblio e la censura rischiano che la storia si ripeta e i giorni che viviamo ne sono la testimonianza più palese.

  2. I politici meridionali offendono il paese e i meridionali ogni giorno. Ma non per questo vengono tolti dagli scranni. La storia e storia, e serve per ragionare. O facciamo come gli statunitensi?

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