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PERCHE’ I LETTORI EVITANO DI COMMENTARE ARGOMENTI DELICATI?

censuraLA LETTERA DI UN NOSTRO ABITUALE COMMENTATORE, DIVENUTO SENZA VOLERLO UN PUNTO DI FORZA DI TERMINAL. ECCO LA NOSTRA RISPOSTA…

Gentile Redazione, ieri sera nel mio girovagare in rete, ho notato, per l’ennesima volta nel caso ce ne fosse stato bisogno, che i quotidiani o le testate giornalistiche siciliane, trattando argomenti “scottanti”, che elencherò in seguito, non hanno un riscontro di partecipazione dai propri lettori. Gli argomenti alla fine si riducono in un paio, anzi uno: cronaca nera, meglio, notizie legate alla mafia; sapevo che l’argomento fosse spinoso, difficile e soprattutto, poco praticabile. Ma la cosa che mi lascia parecchio perplesso è che i commenti in seguito alle notizie eventualmente pubblicate, sono scarsi, quando non assenti.
Ne ho avuto contezza anche quando, in testate locali, si trattava di arresti o di indagini. Mentre gli altri articoli erano sommersi di opinioni o accuse veementi e scambi vivaci di opinioni, in questi casi l’assenza era praticamente pari al 100%. Possibile che nessuno abbia opinioni al riguardo? Possibile che la mafia o i comportamenti legati ad essa siano così radicati da incutere timore anche via rete?
Credo che l’evoluzione di un popolo passi, a ragion veduta, anche dal coraggio di dire e fare certe scelte, comprese quelle legate al lato oscuro della nostra società. Non ne faccio una questione locale, esclusivamente locale, ma “bazzicando” questi territori ne ho il polso, almeno superficialmente. La paura è il primo passo che ti porta alla perdita di libertà. Ed a Milazzo, e zone limitrofe, a vedere, anzi non vedere, l’apporto dei suoi abitanti, direi che di persone poco libere ne abbiamo in quantità industriale. Probabilmente mi attirerò le ire di quelli che leggeranno, semmai deciderete di pubblicare questa lettera, e che si sentiranno offesi per la “superficialità” della valutazione. Probabilmente è vero, sono stato superficiale, ma l’ho fatto solo ed esclusivamente per “alzare” l’attenzione dei miei concittadini sulla deriva comportamentale che ci sta assalendo, giorno dopo giorno, e che sta riducendoci tutti, o in buona parte, a degli automi. Bisogni primari, mangiare bere e dormire, e nulla più. Animali da batteria, come polli o tacchini (e non vorrei offendere nessuno, mi ci metto anche io nel mucchio, anche se in parte) che aspettano l’ultimo smartphone, che girano lo sguardo di fronte alle ingiustizie (se non lamentandosi nel chiuso di casa propria), e via cosi, come se la vita fosse solo un insieme di obblighi e non di spunti per crescere. Non inserisco concetti filosofici o religiosi per evitare di appesantire ulteriormente questa mia, ma domandarsi se abbiamo ancora la voglia di essere migliori, di essere “uomini veri”, è lecito, è naturale. Scusatemi per lo sfogo, e Vi ringrazio di tutto, fosse solo per la pazienza di leggere queste mie righe. Buona giornata
Paolo

RISPOSTA: Caro Paolo, condividiamo lo sfogo, come pure l’analisi e la conseguente rabbia. Anche noi abbiamo notato l’indifferenza dei lettori di fronte ad argomenti scottanti, che pubblichiamo spesso per richiamare l’attenzione su fenomeni che fanno parte della nostra società. Li pubblichiamo senza venir meno alla linea editoriale che abbiamo deciso di adottare al momento della nascita del periodico: la satira (che tanti non capiscono e si irritano). Così come pubblichiamo le foto di squadre di calcio e di altri sport, di compagni di classe, per permettere a molti lettori di riconoscersi o riscoprirsi. Difficilmente troviamo proposte che accendono il dibattito. Solo qualche volta, ma su Facebook, non certo in calce all’articolo pubblicato o all’argomento trattato. Ci hanno accusato (???) che diamo troppo spazio ai necrologi, con i quali ricordiamo amici che non ci sono più! Danno fastidio, qualcuno si è mostrato risentito e lo ha fatto presente, sempre su Facebook, dichiarando di non voler leggere più TERMINAL. Non so se la stessa persona evita le strade dove vengono affissi dalla Charitas gli annunci funebri! 

Un paese strano, il nostro. Contraddittorio, e anche ingeneroso nei confronti di chi lo ama e vorrebbe fare di tutto per renderlo migliore. Un paese che ama l’immobilismo, privo di iniziative, pronto a criticare. Incapace di rispettare le leggi, autorizzato a fare i propri comodi, di fronte ad un’autorità costituita che preferisce tollerare piuttosto che intervenire. Alla maniera di certi sceriffi del vecchio West, ai quali interessavano i 40 dollari che la stella garantiva! 
Questa è purtroppo Milazzo. Non ci meravigliamo più di niente: ormai sappiamo a chi rivolgerci per affrontare argomenti che dovrebbero smuovere le acque, anche se i consensi sono pochi. Sono gli amici della Redazione, che continua a crescere e nella quale non tutti si conoscono personalmente. Uniti comunque dall’unico grande desiderio che è quello di portare avanti l’impegno per la città e per la libertà. Strada facendo altri si uniscono a noi. Il nostro gruppo è legato al giornalino studentesco degli anni 60. Il vecchio direttore di allora, il nostro Santino Smedili, anche se aveva passato le consegne dopo la maturità, ha voluto farlo rivivere nel 2008 in TERMINAL, riaccendendo entusiasmi che non si erano mai sopiti, e facendoci tornare sulle barricate, a dispetto dell’età, per lottare per quegli stessi ideali nei quali avevamo creduto negli anni della contestazione giovanile e nel 1968. 
Continueremo le nostre battaglie, caro amico, anche se sarà difficile coinvolgere su argomenti delicati la totalità delle persone che ci leggono e che ci seguono con ammirazione o con sospetto e invidia. Ormai la nostra è una scelta a tutto campo! Gli altri, quelli che preferiscono stare nell’ombra, che prendono le distanze, che hanno paura a dichiarare le loro idee, a esprimere un commento libero per condannare l’omertà e la mafia, saliranno sul carro una volta che avremo vinto. Sappiamo fin da adesso che lo faranno per un tornaconto personale. Sarà allora che dovremo stare attenti a non dar loro delle responsabilità, perchè non la pensano come noi, e saranno pronti per l’ennesima volta a cambiare casacca! 
Un caro abbraccio e un sentito ringraziamento per la tua totale dedizione alla nostra causa!
La Redazione

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