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MA QUALE “maiarìa”? E’ UNA PROTESTA!

MAIARIARITORNIAMO A PARLARE DELLE STRANE MASCHERE ESPOSTE AD UN BALCONE. ECCO IL VERO SIGNIFICATO! 

Ma quale “maiaria” e maschere di Carnevale? Ricordate la foto che abbiamo pubblicato su TERMINAL qualche settimana fa? Erano state fatte delle congetture, tirando in ballo riti vudù e altre diavolerie simili, sdrammatizzate con ironia e qualche punta di comicità sul nostro giornale. Ma non ci siamo fermati, perchè era giusto saperne di più: e siamo riusciti a scoprire cosa in verità rappresentasse e continui a rappresentare quel “pupazzo” con tutti gli accessori che nella foto sono resi poco chiari. Siamo riusciti a parlare con chi per giorni si è sentito al centro dell’attenzione: una famiglia che conosciamo da anni! E proprio con questa famiglia ci vogliamo scusare se sono state azzardare interpretazioni fantasiose da parte di chi ha letto il nostro articolo, e ha frettolosamente tratto le conclusioni aberranti e immotivate. Ora che in tanti si sono accorti di quello strano “fantoccio”, siamo in grado di spiegare che lo stesso è stato realizzato per protestare e per richiamare l’attenzione dei cittadini, di chiunque transita in quella strada, degli stessi residenti. Per fare riflettere su una situazione insostenibile che va dagli allagamenti della zona, alla strana scomparsa di animali domestici, rinvenuti sgozzati dopo qualche tempo; su inspiegabili ritardi che nulla hanno a vedere con la burocrazia, specie quando si tratta di emergenze o soccorsi richiesti; o sulle pratiche amministrative che non procedono oltre, poiché spesso nella pubblica amministrazione vige la regola dei “due pesi e due misure”!

Guardando con attenzione quel “pupazzo”, si possono notare tanti piccoli particolari che sembrano insignificanti: ci sono banconote che rappresentano le tangenti pagate per ottenere servizi che devono essere resi; ci sono cani e gatti, realizzati con la stoffa e con altri materiali, poiché è stata nostra intenzione richiamare l’attenzione sugli animali, dei quali altri organi di stampa si sono interessati in questi ultimi tempi, e sulla tragica fine che spesso viene decretata da uomini che non sono degni di essere chiamati tali. Abbiamo voluto ricorrere ad una forma di protesta che è stata giudicata un po’ strana, sopra le righe, anomala. Chiunque, passando dalla strada, ha visto, ha sorriso, ha pensato chissà cosa. Qualcuno, evidentemente in malafede, ha voluto congetturare strani riti pagani, satanici, attribuendo significati distanti anni luce da quelli reali! Probabilmente ci voleva la pubblicità data dal giornale per suscitare la curiosità di chi ancora non si era accorto di quel che succede in giro! Ecco, possiamo dire di essere riusciti a richiamare l’attenzione sui mali che affliggono la nostra società. Ci sono persone che protestano girando il mondo a piedi scalzi, incatenandosi ad un cancello, digiunando, salendo in cima ad una torre o ad una gru… Noi abbiamo inteso protestare in una forma diversa, insolita: passando sotto casa nostra sempre più cittadini potranno continuare ad ammirare quello strano pupazzo; che non rimarrà solo! Presto ne saranno preparati altri, perché in questa città, nella nostra società sempre più votata al materialismo e all’egoismo, all’apatia e all’immobilismo, l’unica forma di protesta è fare alzare gli occhi verso il cielo. Ma non per guardare i pupazzi e ridere, senza conoscere il vero significato: solo per chiedere a chi è lassù di fare scendere sul mondo la pietà, la misericordia, la pace”.

Chiarito tutto questo, anche noi ci auguriamo che finalmente qualcosa cambi in questa città, e non solo grazie ai “pupazzi” realizzati per una forma di protesta da parte di una famiglia conosciuta e stimata! Con la quale ci sentiamo in obbligo di scusarci se per causa nostra e della notizia, oltre alla improvvisa popolarità che ha consentito di spiegare il gesto eclatante, in molti hanno equivocato. Ma come diceva il Sommo Poeta… “Non ti curar di lor… “. Grazie, amici, avevamo veramente bisogno di leggere queste spiegazioni, e capire che in questo mondo non si può vivere solo di materialismo e di falsi miti! Speriamo che ci siano altri che riescano a riflettere… 

Commenti

1 Commento

  1. Da piccolo, quando leggevo libri e guardavo film di avventura, rimanevo sempre spaventato da quelle figure che erano poste a guardia di territori inaccessibili. Teschi con piume, animali strani, a volte insieme di diversi animali, uniti tra di loro, in maniera a volte improbabile, con l’unico scopo di terrorizzare chiunque si avvicinasse senza permesso. Che dire? nei giorni scorsi mi ero soffermato su questa vicenda pensando di essere ritornato bambino. Ho subito immaginato a chissà quale rito strano che, visti i tempi, avrebbe toccato le corde della popolazione. Si sa, in momenti di crisi, ogni rito ancestrale viene subito esaltato, e le parti nascoste del nostro passato tornano immediatamente a galla. Chissà a chi è rivolto questo fantoccio….quale magia si nasconde dietro tutto questo? Credo che se ci fossimo riuniti sotto il balcone, avremmo tranquillamente organizzato dei gruppi divisi per categoria. Chi contro un vicino, chi contro qualche datore di lavoro….le opzioni sarebbero state tante, anche troppe. Ma, come sempre succede, la realtà a volte è meno complicata della fantasia.
    Quella di cui parliamo è arte. Un’arte difficile, strana e complicata, ma che ha sempre caratterizzato la nostra storia. La denuncia contro i poteri forti e contro i soprusi ha mille esempi passati. Spesso si leggeva di libelli o di poesiole che, all’occorrenza, denunciavano soprusi o malefatte. Qui siamo allo stesso punto. Non abbiamo un Pasquino che denuncia in rima le malefatte dei potenti dello stato pontificio……ma ci siamo vicini. Abbiamo una denuncia figurata post-moderna. Abbiamo un esempio di come si possano raccontare storie e “malefatte”, anche con l’arte figurativa, in maniera naif. Insomma se non siamo di fronte ad un artista poco manca, sicuramente ci troviamo di fronte ad un coraggio sociale che dovremmo manifestare più spesso. Certo, con ogni probabilità, adesso che l’arcano è stato chiarito, molti passeranno alla ricerca degli spunti polemici. Un modo per far pensare. I tempi cambiano ed i modi di comunicare, anche lo sdegno e la rabbia, si adeguano. Utilizzando mezzi che all’apparenza potranno sembrare antichi ma che, invece, sono al passo dei tempi.

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