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RAFFINERIA, NESSUN INFORTUNIO DENTRO. MA I MORTI FUORI?

raffineria.milazzoUNA LETTERA CHE PUBBLICHIAMO VOLENTIERI, ANCHE SE CHI L’HA SCRITTA TEMEVA CHE IL REGIME DI ERDOGAN AVESSE PRESO DI MIRA ANCHE NOI. E FORSE SARANNO IN TANTI AD ATTENDERE LE DOMANDE CHE VENGONO FORMULATE.

Cara Redazione, leggo su un giornale locale un articolo in cui si esalta la Raffineria di Milazzo per avere ultimato i lavori di fermata periodica senza registrare un solo infortunio! Nell’articolo vengono snocciolate cifre, fra le quali mi colpiscono la spesa di 60 milioni di euro e le 2000 presenze giornaliere. Lungi da me l’intenzione di contestarle, quelle cifre, o di polemizzare con chi le ha fornite, so benissimo che ognuno deve portare acqua al proprio mulino. Ma mi sorge spontanea una domanda: quanti dei quei 60 milioni sono stati pagati ai milazzesi che hanno lavorato in quei tre mesi? E un’altra ancora, sperando (ma invano) di non urtare la suscettibilità di qualcuno: non ci sono stati infortuni, e potrebbe essere un merito per il lavoro svolto dalla sicurezza; ma cosa si fa per le persone che contraggono malattie incurabili dovute all’inquinamento? Vi siete mai chiesti quante morti ci sono state nei cinquanta e passa anni di presenza dell’industria, per cause riconducibili ai tumori? Mi fermo qui, altrimenti la redazione avrà difficoltà a pubblicarlo, questo mio scritto. Ammesso che abbia intenzione di pubblicare questo. Grazie.

Lettera firmata

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