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RICORDIAMO GLI AMICI CHE HANNO PAGATO CON LA VITA LA LORO LOTTA CONTRO IL CANCRO…

UN ELENCO INTERMINABILE, CHE NON FINIRA’ MAI, PERCHE’ CONTINUEREMO AD AGGIUNGERE NOMI DEI NOSTRI CARI, DEI NOSTRI AMICI, DEI NOSTRI FIGLI… IN QUESTA BATTAGLIA CHE CI VEDRA’ SOCCOMBERE CONTRO UN NEMICO INFIDO E INSENSIBILE…

Ci sono amici che vanno via per sempre. Amici che ci lasciano improvvisamente, e noi rimaniamo increduli. Poi si scopre che da tempo combattevano una lotta, vana, contro avversari che non avrebbero lasciato scampo: ed allora non riusciamo a disperarci, e subentra una rassegnazione che ormai da decenni è la protagonista muta di questa nostra esistenza. 

“… Eppure ci sarebbe da gridare forte, con tutto il fiato che si ha in corpo, con quel poco che è rimasto perché ormai per tanto, troppo tempo abbiamo gridato quella nostra rabbia contro le centinaia di morti innocenti, amici, parenti, conoscenti, persone che abbiamo amato….”

Così ho scritto per anni fa sulle pagine di TERMINAL, quando vengo a sapere che tanti figli di questa Milazzo ci lasciano, giovanissimi.

Uno sfogo che nasce dal profondo del cuore; assieme ad un commosso saluto ricordando amici che non ci sono più, tracciando i loro profili, riportando le parole dei figli, scritte per lasciare un segno incancellabile dell’amore che li lega ai loro cari.

Così ho scritto, commentando la partenza improvvisa di chi aveva pagato un prezzo altissimo, la sua vita, qualche anno fa. Uno dei tanti, salutati su questo giornale: potrebbe chiamarsi Biagio CIRINO, o Pino IMBESI, o Tanino SANTAMARIA, Enzo ROMAGNOLO, Franco VINCI, Maria CHILLEMI, Elena CUSUMANO, Santino CORSO, Claudio VENTO, Francesco TRICAMO, Franco BONARRIGO, Mariano SCIOTTO, …

Le parole di allora le ripropongo oggi, a distanza di giorni dalla pubblicazione della relazione SENTIERI: 

“… La città rimane attonita, non sa come difendersi dalle malattie che stanno decimando la popolazione, che giorno dopo giorno vogliono una nuova vita, meglio se è giovane, sull’altare del progresso, in nome della devastazione del territorio, del’industrializzazione, dell’inquinamento, delle scelte politiche fatte sulla pelle dei cittadini che spesso barattano il pezzo di pane in cambio di un sacrificio immenso. Chi ha scelto per noi, chi prima di noi pensava di darci un futuro migliore, di poter dire basta all’emigrazione, di potere sperare in un lavoro duraturo per quelle giovani generazioni che non dovevano conoscere la guerra, gli stenti, le privazioni, aveva torto. Non immaginava certamente lutti e lacrime, donne strette ad una bara, bambini piangere i genitori, madri sopravvivere ai figli, fiori profumare di morte con i loro colori di primavera. Non riusciamo a crederlo, eppure un’altra vita è stata recisa, improvvisamente, da quando una cruda diagnosi non ha lasciato scampo….

Intanto si moltiplicano gli appelli per donare qualcosa, per permettere alla ricerca di trovare rimedi, correttivi, per vincere contro una malattia infame e subdola. Solo piccoli passi, impercettibili, che spesso servono a infondere fiducia, un briciolo di speranza, a riaccendere flebilmente una luce, e credere di poter vedere il domani…

Illusione, e nulla più!

Cambia la vita, cambiano le abitudini, cambia l’alimentazione, si seguono rigide regole per cercare di vincere, si sente circondati dalle premure e dalla rassegnazione, si coglie un senso di pietà, di indifferenza, di commiserazione in chi non fa parte della famiglia, perché sono sempre gli altri a conoscere la verità, e sanno che l’ora è segnata, che quel libro sta arrivando alla fine, quella flebile luce della candela si sta spegnendo, basta solo un soffio…

Cosa fare in quegli ultimi momenti? Non lo so… giuro che non lo so. Anche io ho avuto paura. Ognuno di noi ha una reazione diversa, spesso a prevalere è l’istinto, non certo la ragione. Una cosa sola so: avere fede in Dio. Credere nella Sua immensa misericordia, guardare con fiducia il mondo che verrà, dove si potranno abbracciare le persone care partite prima, e attendere sorridendo quelle che verranno, quando anche per loro il libro giungerà all’ultima pagina, quando quell’alito di vento spegnerà la fioca luce…”

 Dalla lettura della relazione di SENTIERI emergono inquietanti realtà che fingiamo di non comprendere. Rabbia e rassegnazione, che non possono andare d’accordo, ma incredibilmente convivono in questa città, in questa terra che punta l’indice, con troppa facilità, contro l’industria, unica – secondo molti – responsabile dell’inquinamento che ci uccide. Mentre ignora, volutamente, che ad avvelenare non è solo la realtà industriale, ma un ruolo fondamentale spetta al traffico autoveicolare, ai pesticidi in agricoltura, alle falde acquifere, alle carni animali, alla frutta venduta senza controllo agli angoli delle strade e sulla cui provenienza nessuno è in grado di mettere la mano sul fuoco, alle verdure coltivate spesso nella Terra dei Fuochi, ai prodotti alimentari venduti a basso prezzo in una miriade di attività commerciali che smerciano con maggiore facilità, al fumo attivo e passivo, che affascina sempre più un numero crescente di minorenni… .Dalla lettura della Relazione SENTIERI non si fanno nomi, per ovvi motivi. In mancanza di prove certe non possiamo accusare, nè tanto meno assolvere.

Non ci resta che piangere, con rabbia e rassegnazione, i nostri cari che ci lasciano… Non ci resta che dare la colpa a tutti noi!

 

 

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