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ROCCAVALDINA / SCALA / TORREGROTTA, UNA STAZIONE IN … SALITA!

Quella della foto è la scala di accesso alla Stazione ferroviaria di Roccavaldina-Scala-Torregrotta (km 200+400). Un vero esempio di totale incuria e disattenzione verso chi MAI potrà prendere un treno in quella “stazione” ferroviaria, in sopraelevata,  che Trenitalia ha piazzato in un punto che sarà strategico solo per mille altri motivi e non per quello-  più  meritevole –  del rispetto verso dell’uomo e della Legge sull’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.

Ma quale abbattimento?! – E’ di per sé faticosissima anche per i normodotati. Si è realizzata scientemente una struttura esattamente all’opposto delle norme  che disciplinano tali opere con l’aggravante, fra l’altro, di non essere protetta contro le intemperie o contro il sole cocente in un impluvio assai spesso spazzato dal vento.

E’ proprio un eufemismo chiamarla “Stazione”: si tratta infatti di un marciapiedi all’aperto per ogni senso di marcia, senza una sala d’attesa…, senza servizi igienici né di ristoro e…non parliamo di personale in servizio. Di tanto in tanto un altoparlante gracchia qualche avviso per i coraggiosi che si sono arrampicati (è proprio il caso di dirlo) fino in cima e null’altro, un vero deserto.

Il criterio adottato da Trenitalia?…Certamente è quello del risparmio e dell’abbattimento dei costi. Ma cos’altro vorremmo? Un abbattimento è stato pur fatto; basta e ne avanza. Spingersi a dire che un ascensore per disabili o altra apparecchiatura predisposta ad hoc (montascale, pedane, piattaforme-elevatrici), sarebbe veramente eccessivo ed avrebbe fatto saltare l’abbattimento di cui in premessa. Assurdità, dopo valanghe di denaro speso per il raddoppio ferroviario, cosa poteva essere un accorgimento peraltro dovuto? Quanto sarebbe costato un impianto predisposto con intelligenza ed apertura mentale?

E si che costa! Ma solamente ai diretti interessati che, seppur residenti a Torregrotta o nell’immediato interland, mancando nel modo più assoluto un’alternativa per “elevarsi” fino alla Stazione, escludendo gli sherpa del Nepal, devono portarsi forzosamente a Spadafora oppure a Milazzo, sostenendo i costi aggiuntivi del trasporto oltre quelli del biglietto. Si tenga conto che l’assistenza ai disabili sbandierata da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) – che nel reclamizzarsi evita di precisare situazioni estreme quali quella esposta –  non può essere attuata nel caso in specie stante l’impervietà dei due accessi alla cosiddetta Stazione. E’ come essere in un altro mondo, tornati indietro di secoli (ma solo a Torregrotta visto che altrove i luoghi pubblici sono – all’occorrenza – dotati di tapis roulat anche protetti contro le avversità atmosferiche).

Quindi, ancora una volta, figli e figliastri e non solo per l’essere gli uni portatori di handicap e gli altri normodotati ma anche perché c’è chi paga il biglietto un “tot” e altri che lo pagano col “pizzo” per portarsi alla stazione più prossima. Ci sarebbe da dissertare in formato romanzo ma non ne vale la pena, tanto ormai questa situazione va avanti da almeno un decennio e mai alcuno ha sollevato il dito per porre il problema; figurarsi – poi – se proprio Trenitalia può avere interesse a smuoverlo. Silenzio di tomba e tira a campà!

Allora, per completezza e far meglio comprendere, giova fornire qualche dato tecnico relativo alla struttura in questione che, forse, costituisce ancora oggi l’orgoglio di ideatori, progettisti, esecutori nel mentre è, invece, un monumento all’arroganza del forte che fa come vuole e dove vuole: per ogni senso di marcia dei treni, n°4 rampe di lunghezza diversa con n°45 gradini complessivamente e n°ballatoi. La lunghezza della scala (ballatoi intermedi compresi) è di mt 19,50 con un dislivello totale da quota zero alla sommità di mt  7,20.

Facile calcolare che la pendenza delle due scalinate (sono gemelle) è del 40%. Inaudito oltre che fuori norma se si tiene conto che in presenza di rampe: “La pendenza di una rampa pedonabile deve essere al massimo dell’8% salvo eccezioni, per facilitarne l’utilizzo anche da parte di portatori di handicapDecreto Ministeriale Ministero dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236 – 8.1.11 Rampe. Cos’altro dire? C’è da sperare che qualcuno si svegli ed ancor più di noi faccia sentire la propria voce istituzionale. Ma per svegliare da certi sonni ci vorrebbe il bacio del Principe Azzurro… 

Commenti

1 Commento

  1. https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2255517688008827&id=2164875057073091

    https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2348550232038905&id=2164875057073091

    C’è un’inesattezza nell’articolo: non è vero che mai alcuno ha sollevato il dito per porre il problema.
    E la risposta di Trenitalia è tristemente eloquente. E fa rabbia.

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