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TERREMOTO: CHE FINE HANNO FATTO LE IMPOSTE SULLA BENZINA?

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse  24-08-2016 - Roma - Italia  Cronaca Trema il centro Italia. Alle 3.30 di questa notte si è registrata una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.0 a 4 chilometri dalla superfice e con epicentro ad Accumoli, in provincia di Rieti nel Lazio, a pochi chilometri, equidistante, tra Norcia e AmatriceNella foto: le immagini di Amatrice distrutta Photo Vincenzo Livieri - LaPresse  24-08-2016 - Rome -  Italy News The central Italian town of Amatrice was badly damaged by a 6.2 magnitude earthquake that struck early on Wednesday, with people trapped under the rubble, the town's mayor said.

UNO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE SCOPERCHIA UN CALDERONE CHE DAL BELICE AD OGGI HA FATTO “EVAPORARE” OLTRE 70 MILIARDI DESTINATI ALLA RICOSTRUZIONE!

Gli italiani hanno versato con le accise più del doppio (145 miliardi) rispetto a quanto speso, 70,4 miliardi di euro, per ricostruire tutte e sette le aree duramente colpite dai terremoti che si sono succeduti in questi ultimi decenni (Valle del Belice, Friuli, Irpinia, Marche-Umbria, Molise-Puglia, Abruzzo ed Emilia Romagna).
Lo sostiene la Cgia di Mestre, ricordando che sono cinque gli incrementi delle accise sui carburanti introdotti in questi ultimi 48 anni per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.
Dal 1970 (primo anno in cui sono disponibili i dati sui consumi dei carburanti) al 2015 gli italiani hanno versato nelle casse dello Stato 145 miliardi di euro nominali (261 miliardi di euro se attualizzati).
Se si tiene conto che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri stima in 70,4 miliardi di euro nominali (121,6 se attualizzati) il costo complessivo resosi necessario per ricostruire tutte e sette le aree fortemente danneggiate dal terremoto, gli Artigiani di Mestre dicono che in quasi 50 anni in entrambi i casi (sia in termini nominali sia con valori attualizzati) abbiamo versato più del doppio rispetto alle spese sostenute.
Solo i più recenti, i terremoti dell’Aquila e dell’Emilia Romagna, presentano dei costi nettamente superiori a quanto fino ad ora è stato incassato con l’applicazione delle rispettive accise.
Ogni qual volta ci rechiamo presso un’area di servizio a fare il pieno alla nostra autovettura – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – 11 centesimi di euro al litro ci vengono prelevati per finanziare la ricostruzione delle zone che sono state devastate negli ultimi decenni da questi eventi sismici. Con questa destinazione d’uso gli italiani continuano a versare all’erario circa 4 miliardi di euro all’anno. Se, come dicono gli esperti, questi fenomeni distruttivi avvengono mediamente ogni 5 anni, è necessario che queste risorse siano impiegate in particolar modo per realizzare gli interventi di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico e non per altre finalità“.
Gli Artigiani ricordano che con la Finanziaria 2013 il Governo Monti ha reso permanenti le accise introdotte per recuperare le risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.
Per il terremoto delle Marche e dell’Umbria (1997) e per quello del Molise e della Puglia (2002) non è stata introdotta nessuna accisa.

Commenti

1 Commento

  1. Il sistema ci sarebbe, ma andrebbe ad incidere sulle nostre abitudini e sulle nostre “tradizioni”, quindi, credo, che sarà di difficile attuazione. Uno sciopero dei consumi per una settimana, due e vedere cosa succede. Capisco che per chi è abituato ad andare in auto dal soggiorno al cesso (scusatemi per il francesismo), sia una punizione titanica, quasi da purgatorio o inferno dantesco, ma trovare la cerchiatura della quadra, sarebbe interessante. Milazzo, e cito il contesto piccolo, microscopico, ma facente parte dell’insieme Italia, ha tra le altre una erogatrice di posti di lavoro e benessere a pochi metri di distanza. Posso sembrare sarcastico, ma a leggere e sentire molti, la raffineria, da noi, elargisce un benessere tale che i resti e i residui sono minimali (aria inquinata, mare inquinato e malattie, in compartecipazione naturalmente, e nessun beneficio reale sul territorio). Da anni mi aspetto da parte dell’amministrazione comunale una presa di posizione forte e netta: sei sul mio territorio? inquini comunque? bene, i residenti abbiano almeno uno sconto cospicuo sul consumo dei carburanti. So che passerebbe come una marchetta, come un vendersi, ma a vedere in giro, lo stiamo facendo da anni, senza nessun tornaconto, se non ai pochi milazzesi o limitrofi, che ancora lavorano nella struttura. Ritorno in chiusura sul discorso accise. Se non riusciamo a farci rispettare come popolo e come bacino voti nel piccolo, come pensiamo di essere considerati a livello nazionale? Non è che uno/una poco di buono a Milazzo, fuori dai confini comunali o regionali, diventi Galileo Galilei, o un’anima eccelsa. Bisogna riflettere su questo. La cosiddetta onorabilità è un valore, non mafioso, ma umano, che necessita di tanta forza d’animo e coerenza. Cosa che scarseggia in quantità. Saluti

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