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TERRORISMO, COMINCIAMO AD EDUCARE ALLA LEGALITA’

ambulanti_frutta-11UNA LETTERA SCRITTA DA ALCUNI MILAZZESI RESIDENTI IN ALTRE CITTA’ D’ITALIA. CONTINUARE A VIVERE LA VITA DI OGNI GIORNO NON SIGNIFICA ACCETTARE LE ILLEGALITA’. APPELLO AI POLITICI.

… Cominciare dalle nostre città, quelle più piccole. Perchè no? Abbiamo letto su questo giornale, qualche giorno fa, che non siamo più sicuri, che i cani sciolti colpiscono ovunque, in nome di un integralismo che non conosce ostacoli, che sceglie e caso gli obiettivi, che non considera l’età o il sesso delle vittime. Abbiamo letto la proposta di innalzare il livello di allerta soprattutto in occasione delle processioni, e la foto della Vara, che richiama decine di migliaia di fedeli e curiosi ci è sembrata emblematica! I recenti fatti di Francia e Germania hanno fatto alzare il livello di guardia, eppure ancora si finge di non capire, ci si ostina a volere credere che tutto è a posto! Vi sentiti sicuri a Milazzo? La domanda potrebbe essere formulata ai residenti di ogni città, ma anche a chi in quella città si trova occasionalmente, come noi. Ci sono le condizioni di vivibilità? Ci sono garanzie che possano, quanto meno, dissipare quello stato di tensione o di ansia, aumentato dopo quel che è successo e continua a succedere nel mondo occidentale? Secondo noi educare alla legalità i cittadini sarebbe la migliore lotta per ostacolare il terrorismo, il fanatismo, la delinquenza. Provate a girare per le strade: avete la sensazione che tutto sia sotto controllo? Per i milazzesi sicuramente sì, ormai ci sono abituati, come ci è stato detto. Ma noi che viviamo fuori Milazzo, e che a Milazzo torniamo quelle poche volte all’anno, in occasione delle festività o delle vacanze estive, ci rendiamo sempre più che la città è allo sbando. Non c’è traccia di legalità: non si sa cosa significhi “sito sensibile“, ed il municipio, davanti al quale è lasciata libera la sosta di auto anche per diversi giorni lo è! Nessuno ha mai considerato che potrebbe essere oggetto di un attentato? Basta piazzare un’auto, imbottita di esplosivo, e andarsene. Un congegno ad orologeria ed il gioco è fatto! E la conduzione alla guida? Cinture, cellulari, disinvoltura, senza che nessuno faccia rispettare le norme basilari del vivere civile, il Codice della Strada! E gli ambulanti di frutta? Appena arrivi a Milazzo ne trovi uno, ad Olivarella, come benvenuto. Ma tutta la città ne è piena: ad ogni incrocio, sulle strisce pedonali, con la gente in attesa, compiacente, che lascia le auto in doppia e tripla fila. Non c’è rispetto per le norme igieniche e sanitarie ed il codice. E le pescherie? Illegalità, merce esposta in mezzo alla strada, fra scarichi cancerogeni di veicoli, persone che si affollano perchè non possono rinunciare al chilo di pesce, difficoltà a circolare, anche se la strada è larga, come la via Risorgimento: ma l’intoppo c’è e nessuno lo vede! pescheriaE i rifiuti? Non pensate di essere immuni da colpe, signori politici, ma ci risulta che da decenni la differenziata non decolla, mentre i cartoni riempiono i contenitori destinati ad accogliere l’umido! E noi che abitiamo lontano, ed a Milazzo abbiamo una casa, ci viene recapitata una bolletta con importi assursi: il tutto per pochi chili di spazzatura prodotta in un anno! E il mercato sul lungomare, ogni sera? Decine di extracomunitari, per rendere vivo quel lungomare che un tempo era il fiore all’occhiello della città, ed ora è un ricettacolo di sporcizia, con topi che circolano indisturbati, sopra e sotto i sedili e in mezzo alle persone (qualche sera fa una donna che vive anche lei fuori Milazzo se n’è trovato uno che le stava salendo sulla gamba!). Cosa dire ancora, signori? Riconducete alla legalità questa città che è stata anche nostra, e che nonostante tutto sentiamo nostra. Non ci va di acquisire abitudini che non sono le nostre: a maggior ragione, proprio perchè quelle che voi chiamate ABITUDINI non sono altro che un concentrato di abusi, tolleranze, illegalità! E per lottare il terrorismo, educare alla legalità è l’unica soluzione, credeteci. Se poi a qualcuno dovesse risultare difficile da digerire questo nostro sfogo, che è un invito, e dovesse, come si è soliti in queste occasioni, consigliarci di rimanere nelle nostre città e non venirci più, non sarà per noi un sacrificio! Se questa è la vostra Milazzo, tenetevela!  Con i migliori auguri.

Renato, Tommaso, Franco, Enzo, Alessandro e altri

Commenti

3 commenti

  1. Vorrei fare una osservazione, non mia, che mi ha colpito particolarmente alcuni giorni or sono. Circola una teoria secondo la quale in Italia, se non per convergenza di progetti e scopi secondari, difficilmente si potrebbe avere a che fare con situazioni simili perché, abbiamo la mafia e la malavita organizzata! Posso capire l’espressione stupita di chi leggerà questo passaggio ma il ragionamento aveva un suo filo logico. Al di la degli obiettivi strategicamente comuni, la malavita non ama trovarsi nel bel mezzo di controlli a tappeto e verifiche come dovrebbe essere in certi contesti come quelli attuali. Creerebbe un sacco di problemi, le loro attività rallenterebbero e tutto quello che rientra nel loro business rischierebbe di crollare drasticamente. Leggendola, la prima, la cosa mi ha inizialmente infastidito, poi fatto arrabbiare (essere sotto schiaffo dà fastidio), ma poi a mente serena e fredda, ho pensato che tutti i torti non ci fossero per tacciare il tutto come una minchiata offensiva. Facciamocene una ragione, il secondo stato occulto, che vive e prospera in questa nazione, potrebbe essere il nostro guardiano del territorio. Al di là della politica italiana, estera intendo, sempre ambigua, che non chiude mai la porta a nessuno e di conseguenza ci fa essere alleati con tutti e nemici con nessuno siamo, in questo senso, una nazione ipocritamente vigliacca. Lo si capisce anche da come reagiamo con i soprusi che la classe politica ci “regala” quotidianamente, e di fronte ai quali noi non ci muoviamo nemmeno sotto tortura. Quindi ci “sentiamo forti” del contesto, se questo ci aiuta a sopravvivere; sicuramente. a pelle, scatteremmo dalle sedie offesi ed imbestialiti, per tranquillizzarci appena ragioneremmo sui pro ed i contro. Conviviamo con questo stato occulto, ci indigniamo, partecipiamo a manifestazioni (chi le segue ancora naturalmente), ma poi alla fine della fiera, continuiamo nella nostra vita, come se nulla fosse. Non è un problema nostro, sino a che non ci sbattiamo il muso. Benvenuti in Italia, terra di guerre iniziate con un alleato diventato nemico alla fine, e di invasioni millenarie che ci hanno modificato geneticamente in piccoli schiavi opportunisti.

    • Caro Paolo, il suo commento trova pronta una nostra replica. L’ho scritta in occasione di una iniziativa che proprio a Milazzo vide una scuola essere la prima in Italia per avere iniziato l’anno scolastico addirittura il 1° settembre, fra strombazzamenti e visite di politici altolocati: una irriverente passerella davanti ad una scuola, quella italiana, all’obitorio. La saluto cordialmente. Giovanni Muscolino.
      LETTERA APERTA AGLI INSEGNANTI, RICORDANDO CHE IL LORO DOVERE NON E’ PROMUOVERE A TUTTI I COSTI, MA EDUCARE!
      Un record per l’ITI di Milazzo: l’inizio della scuola addirittura il 1° settembre, per agevolare le famiglie e soprattutto gli studenti pendolari. Un record che è stato salutato con entusiasmo dal sottosegretario Faraone, al cui seguito c’è stata la parata di seguaci (oggi) del PD. Perché quell’oggi in parentesi? Perché di questi tempi la politica è solo maturazione, niente altro che maturazione… quindi non meravigliatevi se domani correranno dietro un altro notabile, di un altro partito!
      Ma parliamo di scuola: ho insegnato alle superiori durante gli anni di piombo: proprio da allora sono stati assestati i primi colpi mortali alla scuola, facendola vacillare fin dalle fondamenta. Continuare con il colpire la società è stato un gioco da ragazzi. Portare ai vertici della Pubblica Amministrazione chi si era formato in quegli anni, poi, è stata la naturale conseguenza che ha mortificato la meritocrazia. Oggi i risultati sono evidenti. Non mi riferisco al suono della campana del 1° settembre, enfatizzato come qualcosa che deve essere imitato, ma alla scuola che foraggia progetti sulla legalità elargendo milioni di euro agli stessi docenti che hanno il compito di formare gli allievi fin dalle scuole di istruzione primaria, senza bisogno di ulteriori incentivi economici. Quali sono gli obiettivi di questi progetti? Educare all’osservanza della legge, trasmettere i principi su cui si fonda la Costituzione, lottare la mafia, il malaffare, il malcostume, rispettare le opinioni degli altri, e così via, per fare nascere una coscienza civile, una società più giusta, giorno dopo giorno.
      Ma il signor Ministro dell’Istruzione non si è mai accorto delle enormi incongruenze che esistono nel mondo della scuola? Ed il signor Presidente del Consiglio che deve ridurre spese e sprechi non si è reso conto che il progetto legalità serve solo per arrotondare gli stipendi? Come può la scuola parlare di legalità additando come esempio figure nobilissime ed ineguagliabili quali Dalla Chiesa, di cui peraltro il 3 settembre ricorreva l’anniversario dell’omicidio in via Carini a Palermo, Falcone, Borsellino, Livatino, Chinnici, La Torre, Giuliano, Terranova, che della legalità avevano fatto la loro bandiera? Non è forse la scuola che, nelle classi, a partire dalle elementari, pone sullo stesso piano chi studia e chi preferisce non studiare e fare i propri comodi? E’ esempio di legalità promuovere chi nel corso dell’anno non ha mai studiato? Non diventerà costui più arrogante dopo che, assentandosi dalle lezioni, anche con l’accondiscendenza dei genitori, o rifiutandosi di essere interrogato, o non partecipando attivamente alla vita scolastica, si vedrà ogni anno promosso, anche con il minimo dei voti? Chi accusare quando la delinquenza organizzata avrà reclutato l’alunno “graziato” ogni anno da una scuola che non ha funzionato, per addestrarlo nelle prime consegne di dosi di droga, in piccoli furti, in minacce, in rapine, in attesa del salto di qualità? Eppure anche costui a scuola partecipava ai progetti di legalità! Al contrario, potrà avere fiducia nelle istituzioni chi ha fatto il proprio dovere, dalle elementari alle superiori, quando si accorgerà di essere trattato come chi quel dovere non lo ha mai fatto? Non è certo così che si forma la società del domani, cari ex colleghi. So benissimo che lo Stato vi ha legato le mani, che non è più come ai tempi del maestro unico o delle punizioni esemplari, troppo spesso inflitte con la verga o la bacchetta di legno. O con solenni bocciature che facevano la differenza fra chi studiava e chi non ne aveva alcuna voglia! Legalità ed impunità non possono andare d’accordo. Ed allora sarebbe meglio avere il coraggio, da parte vostra, di rinunciare a certi progetti! A cosa valgono poche centinaia di euro se lo Stato pensa di poter comprare, con quei soldi, la complicità di voi insegnanti, mortificati dal fatto che subito dopo dovranno promuovere chi merita non una, ma cento volte la bocciatura? Inutile parlare di mafia, di giudici, di vittime, quando è proprio la scuola a preparare i delinquenti di domani. Non sarà colpa degli insegnanti, ma delle regole che vengono stravolte a favore dei peggiori: perché solo in questo modo i meno meritevoli vengono premiati da disposizioni assurde e andranno sempre avanti, fino al diploma, alla maturità… E poi anche alla laurea, al posto di lavoro… Buon lavoro, cari ex colleghi… e pensate, ogni tanto, anche alla vostra dignità, che viene quotidianamente calpestata da uno Stato che non riconosce i vostri meriti e da tanti dirigenti che pensano solo a garantirsi il numero di iscritti, con le promozioni facili!
      Giovanni Muscolino, docente in pensione

  2. Quando si leggono certe cose, bisogna solo fermarsi a pensare ed incazzarsi subito dopo. Le sue parole, professore, sono la fotografia di una delle cause che ci han portato a questo. Abbiamo poco tempo per raddrizzare la barra ma, soprattutto, non possiamo più farlo da soli. Di profeti e cantori di sventure ne contiamo a centinaia…..speriamo sia la volta buona. Buona giornata e grazie per l’attenzione che mi ha rivolto con le sue parole.

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