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UN DRAMMATICO INCIDENTE STRADALE…

TRAGICA TESTIMONIANZA CHE RIMANE COME MONITO, AL POSTO DELLA SEGNALETICA, PER CHI ENTRA A MILAZZO DA PARCO, O DA MILAZZO SI DIRIGE, A SPRON BATTUTO, VERSO L’EX PASSAGGIO A LIVELLO.

Ecco quello che è successo giorni fa davanti alla SILVANETTA, proprio nella curva che da Parco immette a Milazzo, o viceversa, se preferite. Che ci siano stati feriti poco importa agli addetti ai lavori… Magari il morto avrebbe fatto registrare qualche migliaio di visite sui siti dei giornali on line (una volta si diceva che i giornali avrebbero vendute più copie…). Probabilmente avranno riportato danni solo i veicoli coinvolti, o il veicolo coinvolto che si è andato a schiantare contro il cordolo in cemento che costituisce un serio pericolo per chi imbocca la curva…

Ma è proprio necessario mettere in sicurezza quella curva? E perchè spendere invano soldi pubblici, visto che a disposizione ce ne sono ben pochi?

Allora la soluzione giusta sarebbe quella di FARE ADOTTARE A QUALCUNO L’AIUOLA. Con la raccomandazione di fare installare tutta la segnaletica necessaria ad evitare che la si massacri continuamente con roccmboleschi incidenti stradali.

Quella raccomandazione vale per gli altri, mai per chi, nelle “stanze che contano”, dovrebbe essere un dovere e non, viceversa, dimostrazione della solita cecità e della sottovalutazione dei rischi a cui i conducenti di veicoli vengono esposti.

Quello evidenziato con la foto – recentissimo – non è stato l’unico incidente poichè nel tempo se ne sono susseguiti parecchi altri fino a quelli che (nella direzione opposta) hanno divelto il muro di recinzione della ex Silvanetta. Quell’aiola è stata da sempre il punto preferito per andare per prati, e qualche volta anche con gravi conseguenze.

La colpa? Certamente di chi affronta quella curva a 90 gradi (a gomito se preferite), con disinvoltura ed a velocità sostenuta fidandosi delle proprie capacità da Formula 1 oppure…perché non conosce le insidie che essa nasconde.

Si, proprio così: insidie nascoste perché quel curvone, (zona ex Silvanetta) che arriva dopo circa un chilometro di rettilineo (da Via Acqueviole), lungo il quale – sprovvedutamente- vien voglia di lanciarsi  a tutta “birra”, sbatte in faccia così improvvisamente che l’unica via di fuga è proprio l’aiola in questione. Non che essa abbia colpa alcuna per il fatto di esistere, anzi, da quando è assurta proprio al rango di aiola ben sistemata, è venuto meno il letamaio che per anni ha dato di sé uno spettacolo indecoroso e proprio all’ingresso della Città.

Va, tuttavia, osservato che solitamente in accadimenti del genere ci sono concause che, appunto, concorrono in misura gradata alla formazione dell’evento: velocità…, strada sdrucciolevole…, imperizia del conducente…, abbagliamento ecc…

In questa disamina manca, però, l’elemento principe che – nel caso specifico – inverte le responsabilità che vanno attribuite a chi – tutore e responsabile dell’arteria – non ha provveduto ad apporre (in ambo i sensi di marcia) la corretta e completa segnaletica stradale con l’indicazione, per tempo, dell’approssimarsi di una situazione di potenziale pericoloTanti sono i cartelli e le indicazioni di pericolo che quel punto reclama; a partire da quello basilare con la scritta “Curva pericolosa”; alle frecce nere su sfondo bianco che bordeggiano la curva; ai rallentatori sonori ecc.. Elencarli sarebbe facile ma lasciamo agli “esperti (?)” il piacere di cimentarsi. Quel punto è ormai diventato famoso ed è agli onori della cronaca al pari della famosa curva dell’ASSE VIARIO sulla pericolosità del quale non esistono dubbi e dove – fra l’altro e per lunghi tratti – manca il guardrail  di protezione che – per prassi ormai consolidata – non viene sostituito o riparato come fosse questo il vangelo dettato dal Codice della Strada. E intanto, i giorni, i mesi, gli anni passano con la più totale precarietà e con una situazione cristallizzata in un modo veramente indecente fra l’indifferenza generale, al punto da non essere credibile che non esista un “uomo”…una “istituzione” che al di là degli stimoli (denunce) possa dettare tempi ed interventi.

Ovviamente occorrerebbe troppa sensibilità e spiccato senso del dovere oltre che specifiche conoscenze per far si che ciò non abbia a ripetersi con frequenza sconcertante. Non resta che sperare in una presa d’atto da parte di chi è responsabile di tante irregolarità che non possono che portare nocumento alla collettività. Farci l’abitudine (il “callo” per dirlo a modo nostro) è solamente deleterio, accettare con rassegnazione significa abdicare ai propri diritti. Quando poi l’alibi è la mancanza di personale… l’unico consiglio che possiamo dare è quello di evitare di rifugiarsi in giustificazioni insignificanti, che offendono l’intelligenza dei Milazzesi, che avrebbero preferito una serena presa di coscienza ed una ritirata strategica riconoscendo che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… 

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