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CESSO o BIDET, non fa differenza! Nemmeno chi lo ha gettato!

Una foto, scattata stamattina e pubblicata su un gruppo facebook a firma del Sindaco, ha scatenato aspre reazioni. La foto riproduce un sanitario da bagno, color bianco, che a prima vista sembra un vaso, volgarmente chiamato cesso. E’ stato buttato da qualche ignoto, che aggirando le prescrizioni e i divieti, non si è creato alcuno scrupolo: ennesimo sfregio ad una città che vuole cambiare passo ma non ha acquisito la mentalità, e che si limita a commentare, risentita e offesa, sui social piuttosto che chiedere severe sanzioni e immediati provvedimenti. A chi chiede telecamere (come se fossero l’unica soluzione in una città che si trincera dietro l’alibi perpetuo della mancanza di personale per prevenire e reprimere) ricordiamo che le telecamere servono ben poco a scoraggiare i porci e gli incivili! Il gesto squallido e volgare di un anonimo, che tale sicuramente non è perchè QUALCUNO SA, MA NON PARLA, e con la sua omertà incoraggia le ulteriori azioni di altrettanti anonimi facilmente individuabili se ci fosse un pizzico di orgoglio che spinge alla denuncia, va isolato solo con la collaborazione di chi è convinto di amare la sua città. Ieri ho condiviso un post in cui commentavo la risposta volgare di una ragazza, da me richiamata perchè dopo aver fatto defecare il suo cane sulla strada se n’era andata senza raccogliere il “corpo del reato”! Inutile dire che su facebook molti si sono risentiti per l’infimo livello di educazione, punta dell’iceber di una società malata terminale, condannando la ragazza; ma non sono passati inosservati i commenti di coloro che, senza esprimersi sulla volgarità gratuita, chiedevano cestini portarifiuti sparsi in città, come se quelli fossero indispensabili per depositare gli escrementi canini, e non solo quelli, mai raccolti nemmeno in presenza di cassonetti!

Purtroppo la nostra città sta scivolando sempre più ed ha preso una china pericolosissima: tornare sempre sugli stessi argomenti non è bello, nemmeno per noi di TERMINAL che ormai da tredici anni sappiamo che la nostra è una lotta impari. Spesso i lettori non gradiscono la pubblicazione di foto che denunciano il degrado: è una pessima pubblicità alla città, e lo sappiamo anche noi; ma è anche vero che fingere di non vedere il degrado non aiuta! In queste condizioni assistiamo ad una città che annaspa, arranca, cerca faticosamente di rimettersi in piedi, ma barcolla, e dopo qualche timido passo, sorretta da chi vuole portarla avanti, si accascia sulle ginocchia e si ripiega su se stessa, cadendo pesantemente a terra. Non l’accompagnano le nostre reazioni di dolore o di sconforto, di incoraggiamento a rialzarsi e a riprovare, piano piano, ma solo le risate di chi gode nel vedere Milazzo impossibilitata a rimettersi in piedi, e si augura che possa precipitare sempre di più, in maniera irreversibile! Inutile stare a parlare di altro, quando per primi noi non siamo in grado di aiutare l’ammalato. Inutile meravigliarsi delle macchine che, nonostante la zona arancione, vengono da altri comuni, industurbate ed incontrollate, a intasare le strade della nostra città. Inutile gridare all’assembramento e a invocare soluzioni di chiusura totale temendo chizzà quale pestilenza o epidemia! Inutile meravigliarsi se gli adolescenti si rincorrono azzuffandosi provocando l’intervento delle forze di Polizia. Inutile meravigliarsi se i pochi vigili in giro circolano scattando foto a bordo della vettura d’ordinanza e non scendono a rimettere ordine con possenti e vigorosi colpi di fischietto facendo dileguare i soliti automobilisti parcheggiati in mezzo alla strada. Inutile…

Già… inutile scrivere un nuovo, ennesimo, accorato pezzo che esprime il nostro disgusto per quanto succede in questa città, dove chi si sveglia per primo pensa di fare i suoi comodi, e la sera, non visto come i peggiori delinquenti, cerca di disfarsi, depositandolo in un’aiuola appena ripulita delle carte, dei rifiuti, delle erbacce e degli escrementi, un pezzo del suo appartamento: un accessorio sanitario. Non staremo a disquisire, cari lettori, se sia un water o un bidè; ma è certo che chi lo ha depositato non si discosta molto dalla definizione. Incluso chi gli ha fatto il palo e preferisce tacere perchè, siamo certi, sarà lui il prossimo a disfarsi di un cesso o di un lavandino e confida nel silenzio complice!

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