CI HA LASCIATI FRANZINO!
FRANZINO GRECO lo conoscevamo tutti, e ognuno di noi ha voluto salutare con tristezza la partenza un amico buono, mite, credente. Lo abbiamo appreso sul gruppo degli Alunni del Liceo Classico, ed unanime è stato il dolore per il vecchio compagno di classe, di scuola, di una vita che volge al tramonto.
FRANZINO … lo ricordo, in raccoglimento e per tutta la notte, inginocchiato nella chiesa del Sacro Cuore, quando fu l’ora della veglia per il nostro compagno Achille Ragusi, morto in un terribile quanto assurdo incidente, nel 1966. Era ancora un alunno liceale Franzino, ma la sua compostezza e la sua religiosità, in quel momento di dolore, ci aveva colpiti, quanto il dolore per la persona che giaceva in una fredda bara davanti a noi.
FRANZINO se n’è andato… Il Regno dei cieli si è spalancato davanti a lui, che ha sempre pregato ed è stato vicino a Dio, che lo accoglierà tra le sue braccia.
NOI SAREMO SABATO 18 OTTOBRE, ALLE 11, AL SANTUARIO DI SAN FRANCESCO, DOVE SI SVOLGERANNO I SUOI FUNERALI, PER DARGLI L’ULTIMO SALUTO E DIRE UNA PAROLA DI CONFORTO AI SUOI FIGLI ED AI CONGIUNTI.
Ecco quanto ha scritto di lui il suo compagno di classe, il prof. Filippo Russo… Chi meglio di un compagno di classe può porgere l’estremo saluto ad un amico che se ne va?
“La perdita di un caro amico fa avvertire il senso della finitezza ma implica anche la necessità della risposta da dare al senso conferito al tempo vissuto. Io e Franzino Greco siamo stati compagni di classe nelle medie e nel liceo anche di banco, in anni per Lui non facili. È stato un ragazzo, e poi un uomo, buono e di grande fede. Ha affrontato le tribolazioni della vita con la suadente silenziosa forza della preghiera e la profondità e dolcezza di cuore. Gli ho voluto bene. Di seguito, uno stralcio di un profilo dedicatoGli su “la Città di Milazzo”, agosto – settembre 2011.
«Sono ancora vive dentro le parole di mons. Domenico Cernuto: “Noi uomini siamo come pietre che il mare di ponente porta dove vuole. Il mare le leviga, le accarezza, le sbatte, allo stesso modo gli uomini sono lavorati da Dio”… Milazzo è sempre bella, ma si è involgarita. Manca il senso di comunità che in passato consentiva di avere accanto qualcuno in caso di bisogno. Siamo isole, è venuto meno il rispetto della persona. Importante è vivere al massimo e non al meglio».
L’ultimo pensiero è per i compagni di classe del liceo che non ci sono più: Melina, Nietta, Gino, Pina, Nino, Tommaso … Le parole loro dedicate sono lo specchio dell’anima: « Erano migliori di noi, vuol dire che erano già pronti se sono arrivati prima. Proprio come le pietre del mare di ponente».”
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