Home / Sport / CORONAVIRUS, chi pensa agli ambulanti?

CORONAVIRUS, chi pensa agli ambulanti?

POTRANNO RIPRENDERE A LAVORARE? ANCHE PER LORO SARA’ VALIDO IL 1° GIUGNO? E A QUALI CONDIZIONI?

Gli ambulanti… No, non sono solo quelli con i quali abbiamo a che fare giornalmente, e ci riferiamo a  coloro che vendono frutta e verdura. Ci riferiamo a tutti gli altri, e sono migliaia in Sicilia, che non stanno vivendo una situazione felice, a causa del coronavirus. Ambulanti che hanno scelto una vita difficile, spesso avviati al lavoro anche da bambini, per portare avanti un’attività che li ha visti aiutare i genitori, a crescere dietro le bancarelle, e successivamente a subentrare ad essi. Un’attività con mille sfaccettature, per i generi trattati: dal vestiario, alle calzature, ai casalinghi, ai tendaggi, agli articoli di merceria, ai tessuti, alle piante, alla bigiotteria. Un’attività svolta principalmente nei mercati, da una parte all’altra della provincia, o da una provincia all’altra: sveglia nel cuore della notte, chilometri percorsi con i loro automezzi su strade che ormai conoscono a memoria; in qualsiasi stagione e sfidando le avverse condizioni meteo. Montare i loro banchi, esporre le merci, attendere la clientela, fare attenzione che con la calca attorno alla bancarella qualcuno non ne approfitti e si allontani senza pagare (non è la prima volta…), quindi raccogliere e sistemare tutto, per fare ritorno a casa, concedersi un paio d’ore di sonno e prepararsi al giorno dopo. Spesso smontare ombrelloni e raccogliere la merce per prevenire, ed è il caso di Milazzo, che le intemperie o le improvvise burrasche potessero fare danni incalcolabili . 

Quanti anni di questa vita hanno programmato? O meglio, quando verrà il momento per dire basta e ritirarsi, avendo messo da parte una discreta somma per pensare alla vecchiaia? Nemmeno loro lo sanno, ogni giorno è un nuovo giorno, e non c’è la certezza di un futuro.

Sorridono ai clienti, scambiano battute, cercano di resistere alla tradizionale abitudine di mercanteggiare, ma a volte sono costretti a cedere la merce per potere mettere da parte qualcosa e affrontare le spese, notevoli, che derivano dagli impegni presi con i fornitori, con le scoperture bancarie, con il mantenimento delle loro famiglie.

Persone che conosciamo, con le quali siamo venuti a contatto un’infinità di volte. Persone, e ci riferiamo a quelli che frequentano il mercato di Milazzo, che conosciamo da cinquant’anni, dai tempi in cui le bancarelle erano montate a S. Papino. Persone a cui ci rivolgiamo con il tu confidenziale, avendole viste crescere assieme a noi. Persone di un’altra razza e di un altro colore, che nel corso degli anni sono subentrate ai vecchi ambulanti, stanchi e sfiduciati del futuro, e che al momento stanno subendo anche loro una pesante penalizzazione.

Non è passata inosservata la grave situazione economica che i commercianti stanno vivendo. Se non verranno prese immediate contromisure a sostegno del commercio, si giungerà ad un pesante deterioramento del sistema.

E tantissimi saranno i danni economici, specialmente per quanto concerne i mercati settimali di Milazzo e Barcellona P.G., i maggiori del comprensorio tirrenico. L’impossibilità di usufruire delle quotidiane risorse finanziarie si somma al disagio vissuto nei confronti di altre città in cui viene consentita la possibilità agli ambulanti di vendere negli spazi consentiti in sicurezza.

Emerge la necessità di dare voce a questa categoria di commercianti, o se preferite di venditori ambulanti, di qualsiasi articolo al dettaglio priva di tutele, al ripristino dei mercati rionali, con le dovute limitazioni ed accorgimenti.

Sarebbe opportuno predisporre per tempo le formalità in previsione della riapertura dei mercati settimanali, e ci rivolgiamo in particolare alle amministrazioni dei comuni vicini (Milazzo, Barcellona, Spadafora, Villafranca Tirrena) oltre che degli altri centri della provincia.

Per il comprensorio di Milazzo e di Barcellona, è innegabile che la presenza degli ambulanti sia un riferimento per migliaia di famiglie. E sappiamo benissimo che un ritorno alla riapertura sarà accompagnato da condizioni che dovranno essere osservate: ci riferiamo al distanziamento sociale, all’assoluto divieto di accalcarsi sulla merce; alla manipolazione degli articoli; al divieto assoluto di provare (si parla di sanificare il vestiario, se a seguito di una prova non dovesse andare bene, e rimesso in vendita…), al controllo degli accessi (su chi ricadrà il compito? Sulle forze di Polizia, sui Vigili Urbani, sugli stessi venditori, o a elementi delle polizia privata, pagata dagli ambulanti?

A Milazzo il mercato è stato sospeso, lo stesso negli altri comuni. Se la riapertura dovesse tardare ad arrivare, ci troveremmo di fronte a centinaia di venditori ridotti allo stremo. Per loro, continuare nella chiusura sarebbe un duro colpo. Ma si tratta di gente abituata a lottare, come ha sempre fatto, per cui non si perderà d’animo: non per questo dobbiamo sottovalutare i rischi che corrono, e dimenticarci di loro.

Secondo le associazioni di categoria potrebbe rivelarsi fondamentale adeguare la data di riapertura con quella stabilita per gli altri esercizi al pubblico.

 
Commenti

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: