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DICHIARATA LA GUERRA AL COMUNE DI MILAZZO!

ciccio d'amicoMIDILI LANCIA ACCUSE, CAPONE REPLICA SENZA PELI SULLA LINGUA, MENTRE I CONTROLLORI DI SOSTA DA VENERDI’ RIMARRANNO A CASA PERCHE’ IL SERVIZIO VIENE SOSPESO UNILATERALMENTE!

Ne abbiamo da scrivere: solo che voi non avete tempo di leggere, quindi lasciamo perdere. Anche perchè il nostro TERMINAL lo leggono non solo a Milazzo, e sciorinando i panni sulla pubblica via, daremmo una pessima impressione in giro. L’ex Ass. Pippo Midili si chiede come mai, se è stata emanata un’ordinanza sulla potabilità dell’acqua, continui a fuoruscire dalle tubazioni, ancora fango. E innesca una sorta di class action chiedendo chi sarà a pagare gli interventi di pulizia delle autoclavi, delle caldaie e degli scaldabagni. Io aggiungo anche la mia lavatrice, perchè non funziona, e, come si dice in gergo, “non prende acqua”! Ritengo che sia una lavatrice intelligente, anche se ha una certa età, e forse vuole essere sicura che l’acqua sia potabile. Nonostante sia stata dichiarata potabile, lei “NON LA BEVE”! Nel senso che non “la prende”! A Midili risponde Maurizio Capone, nella sua veste di Vice Presidente del Consiglio. No, non il Maurizio Capone già Presidente: questo è un omonimo. E’ fresco di nomina, e prima di sedere sullo scranno di Presidente deve fare un po’ di gavetta. Il Capone interviene nella discussione chiedendogli dove fosse lui, mentre gli altri spalavano il fango a Bastione! Onestamente dare la massima diffusione al comunicato stampa con le invettive del Capone contro Midili: non pensiamo proprio che la città abbia bisogno di sentirsi sul piede di guerra, dove i consiglieri si scontrano in duelli rusticani! Storia d’amore e di coltello, come nel più celebre film di Celentano ER PIU’! Ma a caricare il fucile a pallettoni, perchè non gli va proprio di prendere il coltello, ci pensa CICCIO D’AMICO: nella sua qualità di presidente della cooperativa “Obiettivo salute e lavoro” lascia la gestione della sosta a pagamento e da venerdì mattina i controllori di sosta rimarranno a casa. O meglio, davanti al Comune per chiedere al Sindaco cosa succederà e che prospettive ci saranno per loro! Insomma, da venerdì non si paga: più chiaro di così! D’Amico, inviando al sindaco una lettera nella quale spiega i motivi della rinuncia, contesta al Comune “la mancata stipula del contratto, il mancato riscontro alla richiesta di installazione dei parcometri e l’illegittima determinazione del prezzo a base d’asta dell’appalto”.  E si riserva di chiedere al Comune “tutti quei costi che saranno sopportati dalla cooperativa in ragione di quanto preteso dai lavoratori assunti in ragione della consegna provvisoria del servizio, per il relativo rimborso”. Da parte sua, il Sindaco dichiara che “Il Comune considera del tutto illegittima, oltre che inaccettabile, la decisione della cooperativa e promuoverà una iniziativa giudiziaria per il risarcimento dei danni subiti e subendi. Non può, infatti, il concessionario assumere a pretesto la mancata sottoscrizione del contratto,  nonostante l’Amministrazione abbia dato piena disponibilità alla formalizzazione immediata, giacché il rapporto ha avuto esecuzione per oltre sei mesi». Siamo ai ferri corti! Chi la spunterà? Intanto i cittadini esultano: chissà per quanto tempo non si pagherà, adesso! E vai!!! Nessuno penserà, in tutto questo bailamme, ai lavoratori che da venerdì saranno a spasso. Siccome lavoro ce n’è a iosa in questa città, ci mancava pure questa! Sarebbe opportuno, per il bene di tutti, trovare un accordo. Ma non politico… 

Commenti

1 Commento

  1. Carissima Redazione, pensare che i nostri “amati” politici di casa si “scannino”, mi sembra un’esagerazione giornalistica. Passatemi il termine, ma mi sembra di assistere in piccolo a quello che succede a livello nazionale, ed alla storia dei ladri di Pisa (quelli che di mattina litigavano e di sera…ecc.ecc) Con le dovute cautele e con i termini diversi, usi alla politica locale, mi sembra che ci siamo dentro in pieno. Basta leggere i nomi dei consiglieri degli ultimi 20 anni (e mi fermo a questo periodo) per vedere che, a rotazione, la base è la stessa. Cambia la casacca (spesso), cambiano le idee (sempre più spesso), ma la materia prima è quella. E noi ne paghiamo in solido le conseguenze. Questo ennesimo disastro del territorio è solo figlio di un potere mal gestito per decenni dalle stesse facce, gli stessi nomi ( se non parenti prossimi, perché il nepotismo i romani lo portarono ai massimi livelli e noi lo scopiazziamo) e che in comune hanno solo i risultati, negativi tanti, positivi pochi, che paghiamo profumatamente. In attesa di miglioramenti, noi siciliani siamo sempre speranzosi nel futuro da millenni, buona giornata.

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