PREMESSA: Alaa al-Najjar è una dottoressa dell’ospedale “Nasser” di Khan Jounis, nel sud della striscia di Gaza. Venerdì era in servizio e non si è stupita quando ha visto le ambulanze scaricare corpi di bambini martoriati da un attacco israeliano. Per lei, oramai è routine. Ma quando ha visto chi erano quei bambini, la dottoressa 38enne è precipitata nell’incubo. Erano otto dei suoi 10 figli. Il più piccolo di 3 anni, il più grande di 12. Insieme a loro, gravemente ferito, c’era il marito Hamdi, medico anche lui, padre dei piccoli.
Due di loro, di 7 mesi e 2 anni, mancavano all’appello. Erano rimasti sotto le macerie della loro casa, colpita da un raid israeliano. Morti sul colpo. Degli altri otto ricoverati, solo uno, di 11 anni, è sopravvissuto. I medici hanno cercato disperatamente di salvare gli altri, ma non c’è stato nulla da fare.
ECCO IL COMUNICATO STAMPA INVIATO ANCHE ALLA NOSTRA TESTATA GIORNALISTICA.
Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia – Comitato provinciale di Messina – comunicato stampa – 24 maggio 2025
Restiamo umani: appello per Gaza
Anpi, Arb, Emergency, Cgil, Piccola Comunità Nuovi Orizzonti e Uisp si rivolgono a tutti i cittadini con un appello per Gaza, e chiedono di sottoscriverlo.
“Da oltre un anno assistiamo impotenti a quello che succede nella Striscia di Gaza, mentre cresce lo sdegno, l’orrore e la ripulsa morale per l’inaudito massacro dei palestinesi da parte del governo Netanyahu, un massacro che non ha più nessuna proporzionalità con gli attacchi guidati da Hamas il 7 ottobre 2023 e ha assunto invece la forma di una vera e propria pulizia etnica realizzata quotidianamente con efferatezza e ferocia.
La stampa internazionale, le associazioni umanitarie come Amnesty International e i movimenti democratici hanno documentato la condotta di Israele a Gaza e hanno raccolto prove che forniscono una base sufficiente per concludere che quello che Israele sta commettendo a Gaza è un genocidio.
Bombardamenti incessanti anche su ospedali e scuole, distruzione senza precedenti di sistemi idrici, igienico-sanitari e di produzione alimentare, lo sfollamento forzato del 90% della popolazione, il diniego e l’ostacolo alla fornitura di servizi essenziali, di assistenza umanitaria e di ulteriori beni necessari per salvare vite umane, sono atti che evidentemente non perseguono l’annientamento dell’organizzazione militare di Hamas e la liberazione degli ostaggi, ma l’intento specifico e deliberato di distruggere la popolazione palestinese di Gaza. Tra ottobre 2023 e maggio 2025 Israele ha commesso atti vietati dalla Convenzione sul genocidio e continua a commetterli. Finora sono morti 50.000 civili tra cui 20.000 bambini (800 sotto il primo anno di vita).
Come si ricorderà, nelle scorse settimane, più volte Donald Trump ha sorpreso l’opinione pubblica annunciando l’intenzione del suo governo di assumere il controllo della Striscia di Gaza per sgombrarla delle macerie prodotte dalla guerra in corso e trasformarla in una ridente riviera (per ricchi di tutto il mondo), dopo aver espulso la popolazione palestinese. È possibile rimanere indifferenti e inerti di fronte a questa prospettiva? La questione israelo-palestinese, che dal 1948 travaglia tutto il medio-oriente, e che il governo di estrema destra di Netanyahu affronta con metodi che risuonano sinistramente cinici come una “soluzione finale”, riguarda, ora più che mai, il mondo intero e la sua capacità di rimanere umano.
In dissenso radicale contro questo insano progetto, sentiamo l’obbligo di denunciare la grave minaccia dello sfollamento di massa, un’ingiustizia che colpisce il cuore stesso della dignità umana. Il popolo di Gaza, famiglie che per generazioni hanno vissuto nella terra dei loro antenati, non deve essere costretto all’esilio, privato di ciò che resta delle sue case, del suo patrimonio e del suo diritto di rimanere nella terra che costituisce l’essenza della sua identità. Come esseri umani, non possiamo restare indifferenti a questa enormità.
Chiediamo la liberazione di tutti i prigionieri, da entrambe le parti, affinché possano essere riuniti in sicurezza con le loro famiglie. A tutte le persone di fede, agli uomini e donne di cultura, ai governi e alla comunità internazionale chiediamo di agire con rapidità e decisione per fermare la catastrofe. Non vi sia alcuna giustificazione per lo sradicamento e l’annientamento di un popolo che ha già sofferto oltre ogni misura. Che la sacralità della vita umana e l’obbligo morale di proteggere gli indifesi prevalgano sulle forze della distruzione e dell’odio e che sia garantito un accesso immediato e senza restrizioni ai soccorsi umanitari per coloro che sono nel disperato bisogno.
Prendiamo posizione contro la prospettiva di costringere a un esodo forzato la popolazione della Striscia di Gaza. Agiamo ora insieme per fermare il genocidio”.
Per aderire inviare una mail con il proprio nome, cognome, professione e città di residenza a: anpimessina.mimmotrapani@gmail.com
Giuseppe Restifo, addetto stampa Anpi Messina (cell. 338 4261636)
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