Tre anni senza Franco ALOSI, il vigile ENGLISH, così come lo indicava il distintivo sulla sua divisa che portava dagli anni in cui Milazzo aveva deciso di arricchire il Comando con due figure che sapessero dialogare con gli stranieri. Lui era il vigile che conosceva l’inglese, Pietro Leto quello che conosceva la lingua francese.
Tanti sono i ricordi mi legano a lui, alle sue battute, alle sue azioni, ai suoi momenti in cui era in servizio ed anche dopo, quando lo incontravo in sella alla sua bicicletta, uscire per sbrigare qualche faccenda domestica, e ci attardavamo per parlare del più e del meno.
Franco ALOSI era uno dei vigili urbani di quello squadrone che il Sindaco Stefano Cartesio definiva “fiore all’occhiello della città”. Uno dei vigili che accoglieva con un sorriso l’utenza, e che era pronto a dispensare consigli e suggerimenti. Uno dei vigili con cui l’Amministrazione comunale di tanti anni fa aveva voluto aprire alla vocazione turistica della città.
Franco ci lasciò improvvisamente il 22 giugno 2022: lo trovammo fra gli anziani quando arrivammo nel Comando Vigili, e per noi giovani fu un riferimento: poco più che quarantenne, ci fece dono della sua esperienza, della sua intelligenza, della sua leale operosità, ma anche della sua ironia e della sua innata voglia di sdrammatizzare. E ritenne di sdrammatizzare quando un giorno, al termine di una delle consuete incomprensioni con il nostro vice Comandante, mi chiamò in disparte dicendomi di non preoccuparmi, perchè, aggiunse, “Il tenente fa così, poi gli passa…”. Non prevedendo che il giorno dopo, proprio il tenente mi avrebbe mandato, da solo, a far servizio a Santo Pietro, fornendomi di una ricetrasmittente per chiamare la centrale qualora ce ne fosse stato bisogno; e quando alla fine del servizio chiamai la centrale per mandare un’auto a prendermi, mi fece rispondere che non c’erano mezzi e di cercarmi un passaggio! Ridemmo con Franco, quando arrivai a Milazzo. In fin dei conti Franco aveva ragione: il giorno dopo tutto era passato, ma quella sorta di punizione era necessaria, per stabilire la disciplina e far prevalere il rapporto gerarchico!
Carattere aperto, scherzoso, gioviale, estroverso, ma anche inflessibile e severo: questo era Franco Alosi. Agiva secondo il principio della legge che doveva essere uguale per tutti! Ma alla base di tutto c’era la sua onestà, mai venuta meno. Lo volli ancora con me anche quando era stato collocato a riposo; gli chiesi di svolgere le operazioni del censimento dell’Agricoltura del 2000, proponendogli un nuovo ruolo, quello del rilevatore, contando sulla sua esperienza e sulla conoscenza del territorio. Non mi deluse, anche se aveva 61 anni, e per qualcuno quell’età destava ancora qualche perplessità sull’efficienza. In quei mesi dimostrò la sua abilità, e fondamentale fu il rapporto che aveva stretto per decenni con i cittadini, che collaborarono con l’Ufficio.
Purtroppo gli anni passavano anche per lui: un banale incidente domestico lo aveva costretto all’immobilità assoluta, e Franco stava affrontando in una struttura sanitaria un lento e graduale processo di riabilitazione. Ma da qualche giorno erano sopraggiunte delle complicazioni; poi, l’addio… Un colpo tremendo per noi vecchi appartenenti al Comando Vigili, consapevoli che quella squadra si sta ricostituendo lassù, dove ad attendere l’arrivo di Franco Alosi c’erano il comandante Cesare Cocuzza, il vice Comandante Pippo Spoto, i brigadieri Peppino Patti, Grazio La Malfa, Stefano Farina; e i vari Peppino La Malfa, Franco Manzo, Pietro Leto, Mario Parisi, Placido Isaia, Pippo Giannetto, ed ancora i vari Manfrè, Lillo Messina, Ciccio La Malfa, Maimone, Picciolo, Cianciolo, Bertè…
Ho voluto ricordarlo in occasione del terzo anniversario della sua partenza, così come ho promesso alla figlia. Questo è il modo per tenere vivi i ricordi di persone care, i ricordi di una vita, per far sapere che l’affetto continua anche dopo l’ultimo viaggio. Franco fa parte dei nostri ricordi, che non potranno essere mai cancellati.
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