Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 15 GIUGNO 2025 (Gv.16,12-15)
Questo brano di Giovanni fa parte del grande discorso finale, un momento tragico in cui Gesù prende commiato dai discepoli che non sanno ancora la fine cruenta che farà il loro Maestro, nonostante le predizioni. Ho ancora tante cose da dirvi, afferma Gesù, ma per il momento mi fermo qui per non turbare ancora il vostro cuore. In effetti, il Signore “parlerà”, cioè comunicherà meglio il suo messaggio, proprio quando non parlerà più. Sarà infatti, al momento della croce che i discepoli comprenderanno definitivamente la sua identità, fino a giungere alla conclusione della sua Risurrezione. Con questo discorso Gesù li prepara al tempo in cui Egli non sarà più visibilmente insieme a loro, ma sarà presente in altri modi altrettanto efficaci. “Lo Spirito Santo vi guiderà a tutta la verità”. Cos’è la verità? Questa domanda la pone anche Ponzio Pilato quando interroga Gesù al momento dell’arresto (Gv.18,38). La parola verità è sinonimo di bene e il bene è qualcosa che si fa. La verità è il bene e la giustizia che va fatta. Tutto ciò che edifica, promuove, valorizza, rispetta e dona dignità all’Uomo, è bene ed è verità. Tutto ciò che lo opprime, lo violenta, lo inibisce è male e menzogna. Per Pilato, uomo abituato al potere e al dominio, la verità è la spada, è la gerarchia tra gli uomini, dove c’è uno che comanda e molti che ubbidiscono e servono. Per Gesù invece, la verità è il servizio, l’essere utili gli uni gli altri; è riconoscere valore e dignità a tutti senza privilegi o gerarchia, perché il privilegio di uno… diventa inevitabilmente lo sfruttamento di altri. In sostanza la verità non è un dogma, non è una formula matematica, ma è un insieme di azioni orientate al bene, è quello che l’Evangelista Matteo sintetizza nel discorso delle Beatitudini (Mt. 5,1-12). Fare il bene gli uni gli altri avvicina gli individui, li fa sentire fratelli sotto lo stesso cielo, capaci di vivere un percorso di crescita umana che li rende persone splendide e veri figli di Dio. “Lo Spirito Santo vi annuncerà le cose future”. Questa espressione non significa che ci sarà una predizione del futuro come fanno gli oroscopi… ma significa che nel futuro della vita di ciascuno, quando dovremo affrontare nuove sfide e situazioni, sarà lo Spirito di Gesù che ci guiderà a fare ciò che è giusto. Ci guiderà a trovare soluzioni nuove a problematiche nuove che la società, in perenne trasformazione, ci pone innanzi. “Tutto quello che il Padre possiede, è mio”. Cosa possiede il Padre? L’amore. Il Padre dona amore al Figlio, il Figlio ricambia e si dona al Padre: l’amore che c’è tra il Padre e il Figlio si chiama Spirito. Nella Trinità questo flusso d’amore reciproco, questa dinamica circolare diventa per noi un modello da praticare nella vita personale, familiare e sociale. In conformità a questo modello, le nostre relazioni si improntano all’accoglienza, al rispetto, al dono reciproco. Se Dio è così, allora è giusto che sia così anche per noi.
MARIELLA RAPPAZZO
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