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IMPIANTI SPORTIVI E SOCIETA’, UN PADRE DENUNCIA IL “MAGNA MAGNA”…

palasport-milazzoPUBBLICHIAMO LA LETTERA DEL PAPA’ DI UN PICCOLO CALCIATORE. CON UN COMMENTO DEL NOSTRO DIRETTORE EDITORIALE…

Sono un ex calciatore, padre di un bambino che, avendo ereditato da me l’amore per il calcio, mi ha chiesto con insistenza di iscriverlo ad una scuola di calcio, come ce ne stanno tante a Milazzo. Cosa che ho fatto alcuni mesi fa, ma da subito mi sono accorto che qualcosa non andava nell’organizzazione di quella “scuola di calcio”,  della quale non faccio chiaramente il nome per amor di patria.

Infatti mi hanno chiesto di versare ogni mese la somma di € 60,00 e, “una tantum”, la somma di € 150,00 per la divisa di gioco, che gli sarebbe stata consegnata successivamente.

Mio  figlio era al settimo cielo e non vedeva l’ora di allenarsi, ma io quattro conti in tasca alla scuola li avevo già  fatti, tenendo conto che c’erano oltre cento ragazzini iscritti. Come se non bastasse gli allenamenti venivano fatti di sera, ad una temperatura e  con un tasso di umidità che vi lascio immaginare, per cui mio figlio ritornava a casa infreddolito e con la febbre all’indomani. Mi sono incuriosito e sono andato a vedere che tipo di allenamento veniva condotto dagli istruttori. Così mi sono accorto che a un gruppo di ragazzini insegnavano a calciare la palla con la punta della scarpa, un altro gruppo non vedeva mai il pallone ma girava come i cavalli al circo ed un altro ancora stava fermo a centrocampo ad ammirare i compagni, che continuavano a calciare di punta il pallone.

Per un ex calciatore come me, vedere queste scene è stato uno spettacolo disgustoso che fra l’altro danneggia i ragazzini, senza permettergli  di mettere in evidenza le loro doti e, cosa non trascurabile, le tasche dei genitori, che pagano ogni mese la retta.

A tutto ciò aggiungasi che gli spogliatoi erano tenuti in stato di abbandono, nella doccia spesso mancava l’acqua calda, i bagni erano impraticabili. Le divise di gioco sono arrivate dopo oltre tre mesi che erano state pagate. Alla fine ho deciso di ritirare il mio ragazzo, che si era pure stancato di vedere gli altri giocare, mentre lui veniva tenuto in disparte, a 60 euro al mese, e lasciarlo libero di giocare per strada, a divertirsi meglio dietro una palla con gli amici e i compagni di scuola, perché sicuramente avrebbe appreso di più che nella scuola calcio a cui lo avevo iscritto

Giungo alle conclusioni: non pensi, caro TERMINAL, che sia venuto il momento  di accendere i fari sulle scuole calcio? Non pensi che sarebbe onesto per migliaia di cittadini, che proprio in questi giorni si vedono recapitare bollette per pagare consumi di acqua, raccolta rifiuti e tutto il resto, iniziare a passare a setaccio tutte queste società sportive, che lucrano utilizzando strutture comunali e non private? C’è carenza di impianti sportivi in questa città, quelli realizzati appartengono ai cittadini, che non possono utilizzarli se non a determinate condizioni. E le condizioni quali sarebbero? Quelle di iscrivere i figli alle numerose scuole che spuntano come funghi perchè di loro non ci mettono nulla e tutto viene incassato a danno del comune che si sobbarca le spese per la luce, l’acqua, il gas e la manutenzione? Perchè non viene creata una commissione cui spetterebbe il compito di assegnare gli impianti, senza dare il monopolio del singolo impianto a poche società? Perchè non vengono garantite ore a costo zero per chi vuole praticare uno sport, utilizzando personale comunale in grado di istruire i bambini, i ragazzi, le persone adulte? Perchè queste scuole, che incassano migliaia di euro al mese, non vengono costrette a versare una percentuale anche al comune che mette a disposizione gli impianti? E ancora, perchè queste stesse scuole, ammesso che siano in grado di insegnare qualcosa (ma non a calciare la palla di punta!) non offrono la possibilità gratuitamente, ai bambini bisognosi, quelli che giocano per strada, per avere una base molto più ampia di giocatori che potrebbero, un domani, essere avviati allo sport e promettere meglio di quanti la scuola la frequentano perchè in una città come Milazzo tutto diventa una moda? Non dimentico, da ex calciatore, che nei paesi dell’America Latina i campioni più affermati non hanno frequentato le scuole di calcio, ma hanno sempre dato i primi calci nelle strade polverose. CHIEDO TROPPO?

Un papa’  che ama il calcio.

RISPOSTA PERSONALE: Caro “papà che ama il calcio”, io ho sempre praticato atletica leggera, e da oltre 50 anni attendo un impianto anche a Milazzo. C’erano anni in cui reclutavamo i ragazzi molti dei quali ancora in attività, nonostante siano passati oltre 40 anni da quando sono stati avviati allo sport. E non ho mai chiesto una lira per il vestiario o le trasferte, queste ultime rimaste memorabili nella memoria di molti ragazzi di Milazzo, di Barcellona e di altri comuni vicini, legati ad un pioniere che si chiamava Nino Alberti. Erano altri tempi, è vero, ma le soddisfazioni erano maggiori. Comunque, le prometto che quanto prima (il tempo di chiudere la lunga parentesi lavorativa…) avrò il tempo per dedicarmi, con alcuni amici della mia stessa età e appassionati come me, di atletica leggera o di semplice attività motoria, per fare vivere la gioia di fare sport a decine di bambini che bivaccano per ore davanti alla televisione o davanti al computer, e anche a chi non ha i soldi per pagare le cosiddette scuole di formazione sportiva. Non so quanti anni abbia suo figlio, ma le assicuro che da noi non pagherà un  centesimo. Ed avrà anche il vestiario omaggio. Ci saranno gli sponsor, ovviamente. Forse noi stessi di TERMINAL. Come Terminal svariate migliaia di euro, in passato, le abbiamo spese anche per lo sport, sponsorizzando qualche società sportiva che confidando nelle nostre risorse economiche e nella nostra sensibilità ci aveva chiesto di aiutare lo sport… Abbia la pazienza di attendere, se vuole che a Milazzo torni lo sport … Grazie per la sua lettera, come vede non abbiamo modificato nulla a quanto ha scritto. Anche se ha scoperchiato un calderone … 

Commenti

1 Commento

  1. matteo di flavia

    RICORDO AI MIEI TEMPI NELLA SOCIETA’SPORTIVA US GIOVANNI CAMBRIA AVEVAMO UN VIVAIO INVIDIABILE,,AL CAMPO SPORTIVO DI MILAZZO,,CON SPOGLIATOI FATTI DA NOI DELLA SOCIETA’, CON TUTTI I CONFORT, PIU’ CHE LA PRIMA SQUADRA AVEVAMO UN VIVAIO DI DECINE E DECINE DI RAGAZZI ALLIEVI, FINO AI PULCINI, CON MISTER GIACOMO CUSUMANO E COSIMINI E NATALE SCIOTTO, SAPUPPO E I RAGAZZI, NESSUNO DEI GENITORI PAGAVA UNA LIRA, DAVAMO A TUTTI UN COMPLETO DI TUTA SCARPETTE, BORSONE,E ALTRO, O SPONSORIZZATO O NOI SOCI SI METTEVA LA MANO IN TASCA. BAMBINI E RAGAZZI CHE POI CI HANNO DATO MOLTE SODDISFAZIONI IN PRIMA SQUADRA, MOLTI MILAZZESI RICORDANO ANCORA LA GLORIOSA CAMBRIA.
    MA POI IL CUMUNE CI CACCIO’ DAL CAMPO… E COSI’ FU LA FINE DEL VIVAIO E DELLA PRIMA SQUADRA.
    ABBIAMO CHIUSO PERCHE’ BISOGNAVA PAGARE I MERCENARI GIOCATORI. DA QUEL GIORNO E’ MORTA LA US GIOVANNI CAMBRIA, CALCISTICAMENTE.
    nonno costruisce, figlio gestisce,nipote distrugge

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