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In memoria di Francesco MAISANO

FRANCESCO MAISANO è stato un personaggio storico di Vaccarella. Di lui però non parleranno i libri di storia, perchè il suo nome non è legato a nessuna battaglia, a nessuna impresa epica, a nessuna conquista leggendaria. Sa di leggenda il suo soprannome, che lo ha accompagnato fin dal primo giorno in cui egli vide la luce. Era infatti nato, durante il periodo bellico, nella Grotta dell’Oro! Chi non conosce Milazzo, non conosce nemmeno i luoghi simbolo della gente di mare: e la Grotta dell’oro è il luogo nel quale durante gli anni della seconda guerra mondiale e i bombardamenti, si rifugiarono almeno cinquecento persone. Era lo stesso Francesco MAISANO a raccontare le sue origini, affidando le sue parole e la sua narrazione ad un video: partorito in quella grotta, il 6 agosto 1943, gli venne affibbiato, assieme al nome di battesimo, FRANCESCO, quello di CICCIU D’A RUTTA!

A Vaccarella, rione antico e storico di Milazzo, i residenti si conoscono più per il soprannome che per il cognome, spesso uguale. Ed a confondere sono anche i nomi di battesimo: se non ci fosse il soprannome, come fare a distingure i Maisano, i Salmeri, i Cusumano, gli Alioto, i Cambria, che si contano a decine?

Francesco Maisano è stato ricordato, nei giorni terribili del covid, come la prima vittima di un virus che ha decimato anche la popolazione di questa nostra città: un triste primato, che pareggia i conti con quello stabilito nella nascita. La sua morte, così come la sua nascita, ha fatto riaccendere la speranza per la fine di un incubo: si sperava nella fine di un sanguinoso conflitto allora, nel 1943; si è sperato nella fine di un devastante periodo di lutti e di lacrime. Era il 12 dicembre 2020, un giorno destinato ad essere ricordato poichè legato alla strage di Piazza Fontana, nel 1969; ed al lutto più recente della tragedia che ha visto morire il nostro giovane figlio Claudio Paci in un terribile quanto drammatico incidente stradale. Don Ciccio aveva forse questo destino? Venire al mondo per dare una speranza di pace, lasciare questo mondo per farci credere che tutto finirà?

Vaccarella ha voluto ricordare don CICCIO, uno dei personaggi più tipici e popolari del rione. Lo ha fatto dedicandogli quella piazzetta rubata al mare dove lui, assieme ad altri amici, si sedeva per passare le giornate. Una piazzetta che oggi sembra vuota senza la sua presenza confortante, senza le sue storie, le sue riflessioni, i suoi commenti. Una piazzetta nella quale continua a riunirsi la gente di Vaccarella, gli amici di ieri e di oggi, come in un ideale passaggio di testimone, per rivivere il passato e parlare del presente sempre più convulso, fare previsioni su un futuro che non lascia intravedere nulla di buono.

Una targa lo raffigura, e la dedica lo consegna alla storia di un rione. Quella che non scriveranno i libri, ma sarà raccontata da chi l’ha appresa dai padri, e narrata ai figli e poi ai nipoti. Come si faceva un tempo per le favole, attorno al braciere, quando eravamo piccoli, e tutti attenti ad ascoltare quelle storie fantastiche e irreali. Anche quella di don Ciccio d’a Rutta sembra una storia fantastica, irreale, leggendaria; ma è la verità. E’ la vita della gente di mare, di quel rione che amiamo e che ameremo sempre. E’ la storia dei personaggi semplici di Milazzo.

 

 

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