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Sentire frasi come “Sono venuto all’isola dei famosi per mettermi in gioco” è quanto di più ipocrita si possa sentire. Ci sono elementi che chiamano “mettersi in gioco” quello che in realtà è un investimento calcolato per rilanciare carriere in declino e rimpolpare il conto in banca.
Vendersi come eroi della sopravvivenza mentre si fa tv commerciale pagata profumatamente è davvero abietto.
Sopravvivere in un resort tropicale con telecamere h24, assistenza medica garantita, e un assegno che vale più dello stipendio ventennale di molti italiani, è proprio un gran sacrificio, certamente.
Volete mettervi in gioco? Andate nei quartieri periferici delle nostre città a distribuire pasti caldi, partite per l’Africa o l’Asia a costruire pozzi d’acqua, lavorate nei centri per senzatetto durante l’inverno, dedicate tempo ai malati terminali negli ospedali e a chi ne ha bisogno. Questo è “mettersi in gioco”, non l’isoletta mediatica. State lontano dai riflettori, dove nessuno può applaudire, dove nessuno paga, dove l’unica ricompensa è la dignità di chi aiuti. Ma quel che meraviglia è che ci siano persone che guardano ancora questi programmi deleteri contribuendo ai loro seguiti, senza rendersi conto che gli eroi del giorno vengono pagati con i nostri soldi e autorizzando le tv commerciali ad offrire agli utenti autentici programmi spazzatura. E non sono soltanto questi…
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