di Salvino CAVALLARO
C’era una volta la Nazionale di calcio dell’Italia. Dopo avere assistito alla partita di Oslo contro la forte Norvegia, diciamo che il calcio italiano, a livello di Nazionale, da troppo tempo ormai ha assunto un interesse sbiadito.
Il motivo? È da ricercarsi ai vertici della Figc, ma anche a quell’annoso problema mai risolto di un non investimento nel settore giovanile. E poi c’è il problema della panchina. Perché si continua a insistere su Spalletti, reo di continui insuccessi e fallimenti, quando tecnici di grande valore come Ancelotti si lasciano andare con troppa facilità all’estero, senza un minimo di interesse verso la qualità e il curriculum di un vincente?
Potremmo scrivere di politica sportiva e di certe governance ai vertici del calcio italiano, che vedono in Gravina uno dei maggiori responsabili degli insuccessi del pallone italiano. Tuttavia, nonostante ciò, l’attuale presidente della Figc è stato rieletto a pieni voti.
Ma, ritornando ai problemi della Nazionale Italiana visti sotto il profilo più squisitamente tecnico, diciamo che l’attuale C.T. Spalletti abbia più interesse a trincerarsi sulla difesa delle sue scelte tecniche, piuttosto che ravvedersi su ciò che è stato durante il suo percorso di Commissario Tecnico degli azzurri.
“Andrò avanti con questi ragazzi. Ritengo che queste mie scelte siano giuste per continuare il progetto”. Certo che, dopo una sconfitta di tale gravità che mette in seria possibilità la nostra non partecipazione al Campionato del Mondo per la terza volta consecutiva, ebbene, bisogna essere davvero coraggiosi, oppure sperticare quella sorta di sicurezza che non c’è, non esiste neanche ad inventarla.
Questa Nazionale non va, questo sistema è da rivedere, questo calcio italiano urge di nuove figure ai vertici alti. Tante volte si è fatto questo discorso, ma, evidentemente, certi interessi di parte politica superano di gran lunga quelli di settore e intendimento tecnico.
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