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“LIBERI DI DISTRUGGERE? ALLORA ERA MEGLIO LA QUARANTENA!”

E’ una frase, forse la più emblematica, che abbiamo raccolto stamattina, passando dal salotto della città, da quella via Medici che sembrava essere stata assalita dai Goti, dai Visigoti, dagli Unni, dai Vandali. In una parola, dai barbari, che si sono riversati con furia inconcepibile su beni pubblici e privati, distruggendo e devastando, liberi di sfogare i loro istinti bestiali e primordiali! Eppure quei barbari erano i nostri figli, i figli di una città che dorme, si sveglia improvvisamente commentando su facebook, e non si accorge del male che stanno facendo queste nuove generazioni che non si ispirano proprio a nulla! Giovani liberi di invadere, senza alcun controllo, il centro ed i luoghi della “movida”, termine preso in prestito dalla lingua spagnola. Eppure lo stesso termine, MOVIDA, nacque per indicare il particolare clima di vitalità sociale, culturale ed artistica caratteristico della Spagna postfranchista, da poco ritornata alla democrazia. Niente di tutto questo: se la vitalità “sociale, culturale ed artistica” sta nelle bottiglie di alcolici e superalcolici, nei bicchieri di vino dei quali non si può fare a meno, nell’ebbrezza che cattura e imbestialisce decine e decine di giovani, questo termine non ci appartiene, e faremmo bene a non usarlo. MOVIDA è piuttosto sinonimo di bagordi, di ubriacature senza alcun ritegno, di giovanissimi e minorenni (a Messina addirittura una dodicenne è stata portata in ospedale!) lasciati a se stessi dai genitori che non hanno compreso qual è il loro ruolo, di centinaia di bottiglie scolate lasciate per terra, di vasi in frantumi, di sogni svaniti, persino di morti nel cuore della notte nelle ore del rientro a casa!

Questi sono i nostri figli, incapaci di darsi delle regole, di porsi dei limiti, di comprendere che la libertà è un bene che non va sottovalutato? No, non stiamo parlando del rischio che le pubbliche amministrazioni possano chiudere i locali pubblici, vietare la vendita di alcolici e superalcolici; non stiamo parlando del rischio che il governo possa usare la linea dura, ormai il danno economico è stato fatto; nè che, in mancanza di distanziamento sociale, possa riprendere la pandemia.

Forse è questo ciò che molti temono ed invocano, proprio per limitare danni al bene comune!

Parliamo di un’altra libertà, conosciuta solo a parole e non conquistata sul campo. Quella LIBERTA’ passata attraverso migliaia di vittime, sangue, deportazioni, bombardamenti, campi di sterminio, distruzioni. Quella LIBERTA’ che ha aperto le porte alla democrazia, al benessere, alle conquiste sociali. Quella LIBERTA’ che i giovani degli anni del ventennio avevano sognato; che i loro figli si sono trovati come un regalo, un vestito che stava un po’ stretto, ed hanno cercato di adattarlo ai tempi, lottando per ottenere ancora di più, negli anni della contestazione giovanile. E che i loro figli, e forse i loro nipoti stanno pensando, a distanza di tre quarti di secolo, che oggi sia una parola vuota, un concetto astratto, una porta chiusa da scardinare; meglio se lo si fa con ogni mezzo, anche illecito!

Milazzo non merita questo. Milazzo ha vissuto, la notte scorsa, uno dei momenti più tristi, senza dubbio da cancellare e dimenticare. Occorre la collaborazione di tutti: commercianti, imprenditori, gestori di pubblici esercizi, forze dell’ordine, ma soprattutto di giovani che si sentono padroni indiscussi della città, che lasciano ovunque le loro auto, che si credono padroni di darsi alla pazza gioia, per una notte; che violano le regole perchè sanno che non c’è chi possa farfle rispettare. 

Non c’è la quarantena, non c’è la reclusione nelle case, fra quattro mura, come non ci sono i cori dai balconi, i CE LA FAREMO, che avrebbero voluto aprire le strade ad una società migliore. In una situazione del genere, bastava una pattuglia a tenere sotto controllo qualche sconsiderato che violava la legge, o qualche poveraccio sprovvisto di autocertificazione: tanto, per strada non c’era nessuno, ed era più facile intervenire.

Oggi è diverso. Le strade sono piene, come e più di prima. Ricordiamo che di fronte alle orde dei barbari crollò l’Impero Romano, che fino a quel momento aveva esteso i suoi confini sul mondo allora conosciuto. Oggi non c’è l’Impero Romano che rischia di crollare, ma la nostra società, impotente a reagire o ad essere difesa.

Allora è meglio tornare alla quarantena, se questi sono i risultati” hanno detto stamattina commentando lo scempio.

No, meglio correre ai ripari diversamente, ricordando che a Milazzo, come in ogni città d’Italia, c’è chi riesce a far rispettare la legge, e state pur tranquilli che le orde barbariche svaniranno appena di fronte troveranno uomini in divisa decisi a difendere la civiltà, tutelare la democrazia, far rispettare la libertà! Certi dell’applicazione delle leggi, svaniranno anche quei momenti di lucida follia!

 

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