Sono madre di due figli, uno dei quali frequenta spesso la nostra città, e oggi non posso più restare in silenzio.
Lo faccio da cittadina, da madre, da persona che ama profondamente questo territorio.
Negli anni, Milazzo è stata una perla del Tirreno. Un luogo di bellezza, cultura e vita sana. Oggi, invece, ci ritroviamo a vedere il volto peggiore di una città che sembra aver perso dignità.
Sono nati locali squallidi, privi di gusto, dove la musica è solo rumore che richiama una certa tipologia di individui: quelli che scambiano la notte per una giungla dove tutto è lecito. Ogni fine settimana siamo costretti ad assistere a risse, aggressioni, disordini. E come se non bastasse, abbiamo visto una coppia aggredita solo perché omosessuale.
È questo il messaggio che vogliamo dare ai nostri figli? È questa la città che vogliamo lasciargli?
A questo si aggiunge qualcosa di ancora più sottile e pericoloso: ci sono liberi professionisti che, anziché usare il loro ruolo per costruire e migliorare, si comportano come se avessero il potere in mano. Alimentano corruzione, manipolano figure influenti, dividono famiglie già fragili solo per favorire l’interesse di qualche fallito che cerca visibilità e potere a scapito della verità e della dignità altrui.
Chi ha certi strumenti tra le mani dovrebbe metterli al servizio della propria città, per creare qualcosa di bello, di utile, di giusto. Ma chi nasce dal marcio spesso non ha altro da offrire: il frutto sa bene quanto è spregevole la sua nutrice.
Mi rivolgo con forza all’ amministrazione di Milazzo e alle istituzioni tutte: servono interventi urgenti, regole chiare, tolleranza zero verso chi trasforma questa città in un’arena di degrado, ignoranza e prevaricazione.
Milazzo merita rispetto. E noi genitori meritiamo di vedere i nostri figli crescere in un luogo sicuro, civile, ricco di stimoli e valori veri. Non stiamo zitti. Non facciamo finta di niente. Reagiamo.
Firmato: una madre, una cittadina, una voce che non vuole più restare in silenzio.
Commenti