Home / MILAZZO / ALBUM DEI RICORDI / MILAZZO, CHIUDE L’EDICOLA FILORAMO DI PIANO BAELE

MILAZZO, CHIUDE L’EDICOLA FILORAMO DI PIANO BAELE

Volendo andare indietro nel tempo e scavare nella memoria, ricordiamo il signor Stefano Filoramo destreggiarsi fra libri, giornali, quotidiani, settimanali, penne e quaderni, e poi colori, carta da taglio o da imballaggio, cartoline e articoli da regalo, righe e squadrette, mentre i figli piccoli crescevano e lui invecchiava. Ricordiamo ancora i primi tempi di TERMINAL, quando l’edicola FILORAMO, citata più volte nel nostro giornale cartaceo, era una grande redazione, nata per caso perché lì, fin dalle prime ore del mattino, si riunivano, per un appuntamento casuale, tutti quelli che avevano la loro da dire, ben sapendo che avrebbe trovato spazio sul nostro giornale.

Edicola Filoramo: più che un appuntamento d’obbligo per quelli di una certa età, quando il “Dove ci vediamo?” aveva una sola risposta: “‘nto chianu, Davanti a Filoramo”

Sono i ricordi di ieri che ripercorrono prepotentemente la nostra mente. Sono quei ricordi destinati a restare tali, assieme ai personaggi che nel corso degli anni abbiamo conosciuto, dei giornali che abbiamo sfogliato a caso (perché una volta da Filoramo c’erano gli affezionati lettori che non compravano, ma leggevano: un diritto acquisito e concesso dal proprietario, purtroppo).

Ora chiude l’edicola Filoramo di Piano Baele! Un pezzo di storia di Milazzo che viene cancellata in un colpo: e per caso ho letto il cartello vendesi sulla porta della cartoleria, che era toccata, alla morte del capofamiglia Stefano Filoramo, al più piccolo dei figli, Giorgio, che l’ha gestita fino a poco tempo fa allorché per motivi di età dovette lasciare anche lui.

La chiusura della edicola Filoramo è una perdita per questa città. Per me, nipote di don Attilio Andriolo, che gestì, unico in tutto il territorio della provincia, una famosa cartoleria, dove i vari Filoramo, Merrina ( Pane e mollica) si recavano per fare un carico di quaderni, penne, libri e così iniziare la loro attività commerciale.

Per me che porto il nome di mio nonno, don Attilio, è una giornata triste.

Con quel cartello, Vendesi, si cancellano forse le ultime tracce della mia famiglia che come quella dei Filoramo e dei Merrina, crebbe all’ombra dei quaderni, degli inchiostri, dei giornali respirando cultura e rispetto per quel milazzese, di nome Attilio, anzi don Attilio, che amava Milazzo così tanto che si mise in testa di editare le cartoline illustrate della sua città; e a lui fra l’altro si deve il nome di “Passeggiata dei sospiri” della Marina Garibaldi.

Ma se ne ricorderà qualcuno da domani?

Commenti

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.