Nel corso della storia della Chiesa cattolica, quattordici pontefici hanno scelto il nome Leone, uno dei più evocativi nella tradizione pontificia. Associato all’idea di forza, vigilanza e regalità, questo nome è stato spesso ripreso in onore di Leone I Magno, il primo e più illustre tra questi papi, simbolo stesso dell’autorità e della grandezza papale. Fu papa dal 440 al 461, ed è ricordato come uno dei più influenti pontefici della storia, proclamato Dottore della Chiesa. Rafforzò in modo decisivo il ruolo del vescovo di Roma come guida spirituale dell’intera cristianità. È celebre anche per l’incontro con Attila, re degli Unni, che nel 452 venne dissuaso dallo stesso pontefice dal saccheggiare Roma. La figura di Leone I divenne così il modello ideale di autorità morale e diplomatica del papato.
Giovedì 8 maggio 2025, giorno consacrato alla Madonna di Pompei, Robert Francis Prevost è diventato il quattordicesimo Papa a portare avanti questa lunga tradizione. Con lo stesso nome, LEONE, sono passati alla storia:
San Leone III, papa dal 795 all’816, che lasciò un segno indelebile nella storia europea per aver incoronato Carlo Magno come imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell’anno 800. Quel gesto sancì simbolicamente la rinascita dell’Impero d’Occidente e rafforzò il legame tra autorità spirituale e potere temporale, gettando le basi per un secolare equilibrio tra trono e altare.
San Leone IV, in carica dal 847 all’855, guidò la ricostruzione di Roma dopo le devastazioni dei pirati saraceni. Per proteggere la città, fece costruire una poderosa cinta muraria attorno alla basilica di San Pietro e al Vaticano, le cosiddette mura leonine, che ancora oggi danno il nome a uno dei quartieri romani più iconici. Il suo pontificato è ricordato per il coraggio e la determinazione nella difesa della cristianità.
San Leone IX, papa dal 1049 al 1054, è una figura di grande rilievo. Di origine alsaziana, fu uno dei promotori della riforma della Chiesa che avrebbe portato alla riforma gregoriana. Sotto il suo pontificato si consumò anche la dolorosa frattura con la Chiesa d’Oriente: nel 1054 si verificò il Grande Scisma, che sancì la separazione tra cattolici e ortodossi, le cui conseguenze sono tuttora visibili.
Leone X, in carica dal 1513 al 1521, fu uno dei pontefici più rappresentativi del Rinascimento. Appartenente alla potente famiglia dei Medici, era figlio di Lorenzo il Magnifico. Il suo pontificato fu segnato dal fasto e dal mecenatismo: sotto di lui Roma conobbe una nuova fioritura artistica. Tuttavia, il suo nome è indissolubilmente legato anche all’inizio della Riforma protestante: fu lui a scomunicare Martin Lutero nel 1520, dopo che questi aveva affisso le sue 95 tesi a Wittenberg. Leone X rappresenta così il contrasto tra il massimo splendore culturale e la profonda crisi spirituale del papato.
Leone XII, pontefice dal 1823 al 1829, fu un papa conservatore, ostile al liberalismo e alle istanze moderne. Rafforzò la censura e la disciplina ecclesiastica, cercando di contrastare l’influenza delle idee illuministe e rivoluzionarie. Il suo pontificato si svolse in un momento in cui il potere temporale del papa era ancora saldo, ma sempre più contestato.
Leone XIII, uno dei pontefici più importanti del XIX secolo, fu in carica dal 1878 al 1903. Uomo di grande cultura e visione diplomatica, con la sua enciclica Rerum Novarum del 1891 pose le basi della moderna Dottrina sociale della Chiesa, affrontando temi come il lavoro, la giustizia sociale e i diritti dei lavoratori. Tentò di riavvicinare la Chiesa al mondo moderno, aprendo un dialogo con le nuove ideologie e riconoscendo le sfide poste dalla modernità. Fu anche il primo papa a essere fotografato e registrato, simbolo di un papato che entrava ormai nel XX secolo.
Fra tutti quelli che portano il nome di LEONE va ricordato, almeno per noi, Leone II (682–683). E’ stato l’80º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 17 agosto 682, giorno della sua consacrazione, fino alla sua morte. La Chiesa cattolica lo venera come santo. Secondo le fonti nacque a Milazzo, e succedette a papa Agatone. Fu pontefice ben 18 mesi dopo la morte del suo predecessore, in quanto l’approvazione imperiale fu appositamente ritardata da Costantino IV di Costantinopoli che voleva essere certo che tutta la comunità ecclesiastica occidentale approvasse non solo le conclusioni del sesto concilio ecumenico tenuto a Costantinopoli tra il 680 e il 681 in cui veniva condannata l’eresia monotelita, ma soprattutto che fosse accettato l’anatema posto su papa Onorio I che quell’eresia aveva in qualche modo avallato: si trattava evidentemente di un argomento particolarmente delicato, e l’imperatore non aveva alcuna intenzione di provocare una nuova divisione tra le Chiese di Costantinopoli e di Roma che si stavano appena riavvicinando.
L’unico fatto di interesse storico del breve pontificato di Leone furono pertanto le lettere che scrisse in approvazione della decisione del concilio e in condanna di Onorio, che egli considerava come uno che «profana proditione immaculatem fidem subvertere conatus est». Per il peso che hanno sulla questione dell’infallibilità papale, queste parole hanno provocato considerevole attenzione e dibattito, e si dà importanza al fatto che nel testo in greco della lettera all’imperatore, in cui compare la frase di cui sopra, viene usata la più lieve espressione «subverti permisit» (παρεχωρησε) al posto di «subvertere conatus est».
Fu durante il suo pontificato che venne stabilita definitivamente, per editto imperiale, la dipendenza della sede vescovile di Ravenna da quella di Roma. Nel 682 eresse inoltre in diocesi autonoma quella di Castro, in Puglia. Introdusse poi nella celebrazione della Messa il “bacio della pace”. Si preoccupò anche di restaurare la chiesa di Santa Bibiana e quella di San Giorgio in Velabro, entrambe a Roma. «Stabilì che gli eletti agli Arcivescovadi nulla dovessero pagare per l’uso del pallio; […] ridusse gli inni ecclesiastici a più sonoro concerto».
Morì il 3 luglio 683 (o il 28 giugno) e fu sepolto in San Pietro.
Con Deliberazione n. 299 del 10/12/1981 avente per oggetto “Elaborazione della Commissione Consiliare per la toponomastica – Approvazione” il Consiglio Comunale approvò all’unanimità il verbale della Commissione Comunale per la toponomastica, di cui fa parte anche la Via S. Leone II Papa, denominata precedentemente VIA SAN MARCO – FIUMARELLA , altrimenti denominata STRETTO DI SAN MARCO.
Forse molti milazzesi non sapevano che avevamo un Papa di Milazzo…
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