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MILAZZO: RICORDATE IL CIRCOLO DIANA E IL TIRO A VOLO?

AVV SIBILLA

RICORDI DI ANNI ORMAI LONTANI. I MERITI DI UN UOMO CHE AMAVA LA SUA CITTA’…

Ci sono stati anni in cui Milazzo era la capitale del Tiro a volo, grazie alle iniziative dell’avvocato Micio Sibilla, indimenticato professionista che per decenni lottò per la crescita sportiva, turistica ed economica della sua città e dell’intera Sicilia. Il Circolo Diana è rimasto nel cuore di chi amava lo spettacolo abbinato alla classe ed alla bravura, ma spesso anche alla fortuna, di centinaia di persone che, anche per più volte la settimana, costituivano una fonte di ricchezza per il commercio e non solo. Il campo di gara era un luogo immerso per attimi interminabili nel silenzio, rotto solo dall’urlo del tiratore e dallo sparo, ma esplodeva in un boato solo alla fine della serie, durante la quale i tiratori avevano preso posto, a rotazione, nelle pedane. Anni legati ai ricordi della nostra adolescenza, vissuti in una Milazzo di altri tempi, che forse ricercava una propria identità, che viveva il miracolo dell’industrializzazione ma sperava prepotentemente nel turismo e nella crescita edilizia ed urbanistica, anche se le strutture erano assenti o insufficienti. Di quella realtà molto lontana da noi rimangono quell’immenso tappeto erboso e quegli uomini alla ricerca della giornata di gloria. E poi, le persone per ore sulla gradinata, i piccioni che cercavano di librarsi in volo nella ricerca vana della libertà, e i piattelli che si rompevano in mille pezzi o che cambiavano direzione solo se sfiorati, consentendo al tiratore di essere certo di aver colpito il bersaglio. Rimangono nei nostri ricordi, su tutti, anche due amici: il primo, nostro compagno di scuola, è Franco D’Amico, speranza del tiro a volo milazzese, vincitore di tantissime competizioni, vittima di un tragico incidente stradale. L’altra è una donna, oggi stimata professionista, che ha intrapreso la carriera del padre: avvocato. E’ Elvira Sibilla, anche lei ex alunna del Liceo, e di qualche anno più grande di noi. Lei fu la prima donna che si avvicinò al tiro a volo, come atleta. Lo fece forse perché viveva quotidianamente quella realtà che il padre aveva fatto diventare anche un appuntamento internazionale che il mondo non ci invidiava. E come avrebbero potuto  invidiarci, quando da ogni parte, in centinaia accorrevano al richiamo dell’avvocato Micio Sibilla? I risultati sportivi di Elvira Sibilla forse li ha dimenticati anche lei… Ma non importa: per noi e per chi ha vissuto quegli anni irripetibili sono rimasti scolpiti nel nostro cuore di adolescenti, e nei nostri ricordi sono sempre vivi quegli spari, quei piattelli, quelle migliaia di spettatori, quei silenzi assordanti, quei colombi che cercavano di sfuggire alla cruenta mattanza, quei ristoranti pieni ad ogni ora, quegli alberghi nei quali era difficile trovare un posto letto, quelle vetrine dei gioiellieri nelle quali ori e brillanti avevano disponibili e generosi acquirenti … In una parola, quella Milazzo che potrebbe anche ritornare, perchè non è stata dimenticata da chi non finirà mai di ringraziare gli artefici di quel miracolo nel quale sarebbe stato giusto credere concretamente…

 

Commenti

1 Commento

  1. Francesco Ventimiglia

    Il Circolo Diana è tra i miei ricordi più cari, così come l’Avv. Scibilia, l’Ing. Traina, Il Farmacista Alioto, il Dr. Sfameni e gli altri padri fondatori con il mio di questa straordinaria ed unica opera siciliana. Ci ho vissuto poco, ma in quei saloni ho imparato a giocare al biliardo, a tirare di scherma e al tiro a segno con il fucile a piombini. Sul prato ho imparato a sparare con un calibro 36 e, quando c’erano le gare, insieme agli altri ragazzini figli sei soci facevo incetta dei bossoli delle cartucce per giocare ai soldatini. D’estate si proiettavano i film e d’inverno c’erano feste ed, oltre quelle per Natale e Carnevale, in particolare ne ricordo una con vendita di oggettistica per beneficenza. Mi ricordo anche di Elvira Sibilia, gran bella ragazza, inavvicinabile per me che ero un ragazzino. Solo ricordi, ma nessuna foto di quei giorni. Possibile che non ne siano rimaste? E dei figli di quei fondatori e soci in quanti siamo?

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