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NAZZARENO BASSO, un milazzese vittima della strage di Bologna

ALCUNI giorni fa Franco Doddo ha pubblicato una foto, anticipando quel drammatico 2 agosto 1980, e l’immagine dell’orologio della stgazione di Bologna fermo sulle 10.25. La foto era di un ragazzo di Ferrara, da anni a Milazzo con la famiglia che aveva formato dopo il matrimonio: NAZZARENO BASSO. Lavorava alla Galileo, dove tutti i dipendenti di ieri lo ricordano per la sua immensa bontà: ma anche al di fuori della “fabbrica” era conosciuto. Aveva un talento invidiabile, come racconta Vincenzo Cannistrà, il “fabbro”, che alla fine degli anni 70 era l’allenatore di una squadra fra le tante formatesi a Milazzo, la Juventus Club: “Un ragazzo di poche parole ma con tanti fatti. Con la palla al piede era un treno. L’anno dopo passò alla Libertas Ferrara“. Già, Ferrara, società che era stata intitolata a Nino Ferrara, e che gli ricordava la sua città, proprio quella Ferrara che lo aveva visto nascere. 

Salvo Del Bono invece si riallaccia ai primi anni 70, come ci racconta, “frequentavo la Chiesa del Carmine ed ho avuto la fortuna di conoscerlo perché era ospite di Padre Castiglia, Padre Alberto Vaccaro e Padre Aurelio Antista. Era già nato il Kersoneso d’Oro e noi, i ragazzi di Rosetta Sfameni, facevamo le prove nel salone a piano terra. Anche i Suoi primi due Figli, alla fine degli anni ’70, facevano parte del Kersoneso dei Piccoli. Sarebbe bello se una strada di Milazzo fosse intitolata all’indimenticabile Nazzareno. Il Suo caro ricordo sarà per sempre“.

Nazzareno Basso è una delle vittime della strage di Bologna. Era partito per le ferie, era passato dal bar Romagnolo, come ci racconta Sarino Alioto, per prendere una pignolata da portare ai suoi cari che lo attendevano a casa: un regalo dolce della sua Sicilia, la terra che lo aveva accolto.

Da tempo il comune di Milazzo avrebbo voluto dedicargli una strada, ed era stata scelta quella proprio di fronte alla Galileo, dove lui lavorava: la via dei PRATI VERDI, priva di alcun riferimento storico e quindi da perfezionare nell’onomastica definitiva. Erano stati predisposti gli atti, mancavano solo i dati della sua breve vita, ma per intitolare una strada ad una vittima del terrorismo, milazzese acquisito e quindi a pieno titolo destinatario di una intitolazione, perchè i nostri concittadini ne ricordino la memoria, certi dati non sono indespensabili. 

Ci sono tutti i presupposti per l’intitolazione, anche in tempi brevissimi.

I dati forniti in questo breve ricordo sono sufficienti: la sua storia è simile a quella di decine, centinaia, migliaia di persone vittime dell’odio, del fanatismo, del terrore, di anni carichi di violenza! Nazzareno Basso era un ragazzo che frequentava la Chiesa del Carmine, come ha detto Salvo Del Bono, e come anche io ricordo, avendolo conosciuto, e che era inserito nel mondo giovanile di quegli anni.

Nazzareno BASSO era un milazzese, anche se a Milazzo non era nato. Non sarebbe stato il solo: proprio chi non è di Milazzo nutre un amore indescrivibile per questa città. E questa città ha l’obbligo di ricordarlo.


 
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