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NINO STERRANTINO, una vita per il lavoro

“Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.”

Così scrive Giuseppe, il figlio, sul suo profilo, salutando il papà, NINO STERRANTINO, che stamattina ci ha lasciati. E’ lo stesso Giuseppe, che conosco dalla nascita, a telefonarmi per annunciare la scomparsa del papà. Mi chiede un ricordo, perchè sa che lo conoscevo bene.

Sì, avvocato, lo conoscevo bene papà. Ormai gli anni non si contano più, per noi che abbiamo toccato il 7 nella nostra età! Eravamo ragazzi, in quella Milazzo del boom economico; ed entrambi giovani, fummo assorbiti dal lavoro, addirittura nella stessa ditta.

Lui era un argonista, termine che suonerà strano ai non addetti ai lavori: l’argonista è un saldatore altamente specializzato, un professionista della saldatura, con al suo attivo migliaia di ore di lavoro prima di ottenere uno speciale patentino. Ma non c’era spazio a Milazzo per lui: la sua professione lo costringeva per lungi periodi all’estero, lontano da casa, dalla famiglia. Era molto richiesto, e lui ne andava orgoglioso. Poi, un giorno, lo trovai alla cassa di un bar! La famiglia, mi disse. “Sono stanco di andare in giro, anche se sono giovane e ben pagato!”

Aveva fatto la sua scelta, Nino Sterrantino! Il bar, quello sulla Spiaggia di Ponente, era una sua creatura. La voglia di lavorare era tanta, e Nino si inventò quella nuova professione, nella sua città. Era riuscito a crearsi anche una buona clientela, mentre il giovedì, con il vasto movimento del mercato settimanale, Nino doveva fare gli straordinari! Orari impensabili, ma tutto sommato era quella la vita che aveva voluto… il caffè, gli aperitivi, i prodotti dolciari, il gelato… Nino impara in fretta, non vuole deludere i clienti, non vuole restare indietro, ma soprattutto vuole mostrare che lui è portato per il lavoro! E volle che Radio Stereo Italia gli facesse anche pubblicità, per far conoscere a tutti quel nuovo locale sulla riviera di Ponente, dove nessuno aveva osato aprire an’pattività commerciale! 

Un giorno, un’altra geniale intuizione: il lido sulla riviera di Ponente, accanto a quello che era IL FORTINO, dove i milazzesi gustavano le specialità di don Totò. Chi meglio di lui, che ormai ha un nome? Nino Sterrantino si lancia in una nuova avventura, per saggiare i comportamenti dei milazzesi e dei bagnanti, da sempre abituati alla spiaggia libera. Convinto che la sua scelta sarebbe risultata vincente, aveva messo a dimora degli alberi, aveva creduto che il verde avrebbe avuto al meglio sulle folate di maestrale, sul “vento di ponente”! Ed ecco spuntare le cabine bianche ed azzurre, la pista da ballo, persino le serate danzanti, come ai vecchi tempi, quando si respirava spensieratezza.

Ma gli anni che passano e presentano il conto… Non c’è più la forza di un tempo, ma che importa? Siamo giovani, vero Nino? Anche se gli “anta” si susseguono, dobbiamo fermarci proprio adesso per qualche problema di salute? Passerà… 

Nasce La gobba del cammello, un ristorante per buongustai in quello che fu il vecchio ritrovo di don Totò. Nino è sulla cresta dell’onda e il suo nome è molto noto. Potrebbe ritirarsi, godersi la famiglia, i frutti del suo duro lavoro, di lunghi anni all’estero. Ma Nino ha sempre lavorato, non conosce il riposo, finge addirittura di non conoscere la fatica: è contento di quel che sta seminando. Purtroppo un giorno di luglio la sua serenità viene sconvolta da un dramma: un drammatico incidente stradale gli strappa il figlio minore. Nino, uomo forte e indistruttibile, è scosso. Vuole reagire, sembra che voglia fare di tutto per uscire dal tunnel: negli incontri si parla del più e del meno, ma si ha l’impressione che in lui c’è il ricordo di quel ragazzo andato via troppo in fretta.

Apre un nuovo locale nel porto, ma rinuncia dopo poco tempo a portarlo avanti: non è più il Nino Sterrantino che conoscevamo. Si rifugia a ponente, si dedica esclusivamente alla Gobba del cammello. Non vuole pensare adesso a qualcosa che lo sta divorando: un tremendo male. Nino si affida ai medici per sconfiggerlo, per tornare più forte di prima. Il gigante sembra soccombere nel fisico, ma non nello spirito: vuole vincere questa nuova battaglia. Non può mollare proprio adesso, Nino Sterrantino. Subisce diversi interventi, ma il male non è debellato: addirittura avanza e non gli concede tregua! Non ci sta Nino, non vuole darla vinta a quel morbo infido che gli sta rubando la vita. Dimesso dall’ospedale, chiede di tornarci ancora, per l’ultima volta. Sa che i medici non potranno fare il miracolo, ma caparbiamente esprime la sua ultima volontà: tentiamo il tutto per tutto!

La vecchia signora lo chiama, per portarlo con sè; ma Nino finge di non sentire; non vuole comprendere che la sua ora è segnata. Vorrebbe lottare, indomito e testardo, perchè non è pronto: ha tanto da fare qui, nella sua Milazzo, in quella riviera di Ponente che gli ha ridato serenità, con la brezza marina, con la visione delle isole che si stagliano sulla linea dell’orizzonte, con i tramonti incomparabili dopo anni passati a respirare i fumi dei vapori, delle saldature ad argon, nei serbatoi, nelle raffinerie, negli impianti!

E’ tardi… Nino se ne va, in una calda giornata di agosto. Il suo fisico non ha resistito. Nino Sterrantino conosce il dolore: lo ha conosciuto quel tragico giorno di luglio; quello che stava provando adesso non era paragonabile. E lui ha accolto quella signora, stanca di aspettarlo, come liberazione…

Addio, Nino Sterrantino, caro amico mio… Che Dio ti accolga nel suo regno. Ai tuoi cari le espressioni del nostro più sincero cordoglio.

I funerali di NINO STERRANTINO saranno celebrati nella giornata di domani, martedì 10 agosto, alle 16.30, nel santuario di San Francesco di Paola.

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