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NO… ORA SONO TROPPI… COSA STA SUCCEDENDO?

marinao sciottoangelo berte'nino previti

NON PASSA GIORNO CHE NON PIANGIAMO UN AMICO CHE SE NE VA… NON E’ ALLARMISMO, MA OCCORRE RIFLETTERE!

Tre amici, e con Ciccio De Pasquale quattro. In un paio di giorni. Non c’entra niente l’invecchiamento della popolazione, e se ve lo dico io, ci potete credere. Se consideriamo la media dell’età dei quattro amici, è pari a 71 anni! E in Italia era l’età media alla morte per i maschi nella prima metà degli anni 70, quindi 40 anni fa! Non è possibile! C’è qualcosa che non va in questa città: non è quella che sognavamo. Fare gli stessi discorsi, ogni volta che qualche amico va via per sempre, ci riempie di rabbia. Ci siamo ritrovati a piangere Tanino Santamaria, poche settimane fa, e ancora non è finita! Ve l’avevo detto che il tributo da pagare è sempre maggiore. Sarcasticamente, ma non c’è nulla da ridere, mi vengono in mente certi esattori che pretendevano sempre di più dal popolo, che doveva sopportare angherie e soprusi. Tre foto, scattate a tre necrologi che tappezzano i muri di Milazzo. Si confondono con altri manifesti che invogliano a comprare questo prodotto piuttosto che quell’altro; la serata in teatro; le iniziative lodevoli per lottare contro l’inceneritore… Ma i morti, le foto, le lacrime dei parenti sembrano vane… Nessuno può fermare questa rincorsa all’ultima dimora, come se si temesse di non trovare più quel posto che non è messo a concorso! Ieri è toccato a Mariano Sciotto, 74 anni, carissimo amico che mi faceva una festa quando mi vedeva, e con cui ero solito passare il tempo a parlare del più e del meno quando mi recavo la suo vivaio…. Non ce l’ha fatta don Mariano… e mi spiace averlo saputo solo oggi! Poi Angelo Bertè, che chiamavamo affettuosamente e confidenzialmente I gioielli del mare, dal nome del suo negozio che conduceva in piazza Mazzini. Aveva 73 anni, e non lo vedevo da tempo, Angelo. E rivederlo dopo anni in una foto su una parete mi ha angosciato. Infine, Nino Previti: un coetaneo, amico da una vita, gran lavoratore e persona buona e sensibile… Tutti e tre lasciano le moglie, vedove inconsolabili alle quali non resta che piangere le improvvise partenze dei loro sposi… Ci uniamo al loro dolore, a quello dei familiari. Li ricordiamo su questa pagina di TERMINAL, che sta diventando, purtroppo, una pagina 6 della Gazzetta. Solo che lì moltissime persone non le conosciamo nemmeno. Qui, a Milazzo, ci conosciamo tutti. E ci chiediamo il perchè di questa strage quotidiana! 

Commenti

4 commenti

  1. credo che infondo morire all’età di 70 75 anni non sia una età da buttare via…solo per alcuni personaggi che hanno riempito i vuoti di quei periodi storici oggi ci inibiscono e fanno nascere pensieri e perplessità. Ciccio mio grandissimo amico fin dalla sua assunzione in raffineria con cui ho lavorato assieme per parecchio tempo e poi anche dopo…va via …… il troppo lavoro certamente non giova ad un ben stare. La vita di Ciccio è stata sempre una continuA BATTAGLIA che lo ha visto spesso vincitore …..purtroppo per tutti noi arriva il tempo di porre fine alla propria esistenza terrena per dare spazio ai giovani ……QUESTA è LA VITA.

    • Un’età media alla morte che riporta MILAZZO alla prima metà degli anni 70: allora era quella l’età in Italia. Purtroppo Milazzo va sempre controcorrente, e mentre altrove e per il governo l’età media aumenta, qui le persone non riescono a godersi la pensione… Caro amico Petrella, per l’uomo l’età alla morte dovrebbe essere 80 anni. Qui moriamo in media 10 anni prima. Se poi lei si accontenta, non abbiamo nulla da obiettare…

  2. Dominga zullo

    Sono lutti dolorosissimi… sono andata via 16 anni fa… mi dispiace far crescere i miei figli fuori dalla mia terra, ma oggi alla luce di ciò che succede… forse… mi dispiace per chi resta. I componenti della mia famiglia stanno tutti li, ma una pubblicazione del Ministero della Salute inserisce la nostra Milazzo tra le 44 città più a rischio salute con il comprensorio. Mio marito è di Gualtieri, fate indagine sulle morti degli ultimi 2 anni …. Sono giovani trentenni quarantenni… è uno sterminio silenzioso. Le autorità non possono rimanere immobili di fronte a ciò che succede, la vita della popolazione è in serio pericolo.

  3. Ormai siamo agli aggiornamenti settimanali sulle dipartite di milazzesi conosciuti o meno, da tutti. Mia mamma diceva che la vita riserva sempre preoccupazioni che solo la morte toglie ma, aggiungeva, la vita va vissuta sempre sino a che ci viene concessa. Sante parole di una donna di altri tempi, morta anche lei da alcuni anni ormai. La seconda parte è quella che vorrei evidenziare maggiormente. Abbiamo una statistica delle morti per malattia in città? Mi rivolgo amichevolmente al mio amico Santino che della materia statistica ne ha fatto una ragione di passione e lavoro. Vorrei che questi dati venissero resi pubblici per poter capire esattamente, quando litigo con coloro che spingono per l’inceneritore (ieri magari per altre installazioni industriali pesanti), quanto stiamo pagando in termini di vite e speranze per una ciotola (visione legata ai cani e volutamente inserita) di cibo e illusione di agiatezza. Mi son realmente stufato (vorrei dire incazzato), di leggere nomi di persone andate via per cause che non fossero di invecchiamento. A livello statistico ci sta tutto che una persona per tare familiari o genetiche possa morire anzitempo, ma morire a 50 anni o poco più, o anche meno, lo trovo ingiusto. Se poi è causato anche da fattori esterni ambientali e di inquinamento, lo trovo da codice penale. E coloro che difendono la causa, anche inconsapevolmente (perché l’ignoranza è poco ammissibile di questi tempi), è da complici. Gli amici piano piano vanno via, volti che sei abituato ad incontrare, anche una volta ogni tanto, spariscono dal tuo vivere in città e la stessa Milazzo cambia. Come scritto dalla redazione, siam tornati agli anni 70, quanto ad aspettativa di vita, per lo meno maschile. Affacciandomi la mattina dalla finestra e vedendo il mare, non potrei mai pensare che a livello casistico siamo messi peggio di buona parte della nazione. Pensi di essere in un piccolo paradiso ed invece per molti è un grande inferno. Dovremmo tutti passare dalle forche caudine delle malattie ambientali per renderci conto in quale baratro rischiamo di cadere? oppure possiamo aprirci mentalmente e pensare che esista una via diversa per potersi godere una vita altrimenti breve? Credo che fame e salute debbano camminare di pari passo….per molti la prima ha un valore superiore, anche a discapito di tutti gli altri. Da piccoli definivamo questo atteggiamento egoistico, da adulti lascio libertà di definirla come meglio crediamo, ma sempre negativamente! Saluti

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