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NON CE L’HA FATTA FRANCESCO VECE!

UNA NOTIZIA DRAMMATICA CHE MI VIENE TELEFONATA DA UN AMICO… PURTROPPO NON SI E’ AVVERATO IL MIRACOLO IN CUI TUTTI ABBIAMO CREDUTO…

Non ce l’ha fatta Francesco! Un dramma per i genitori, i parenti, gli amici, che fin dal primo giorno avevano sperato, fortemente, che dopo quel tragico incidente, la corsa in ospedale, il trasporto a Catania, le condizioni del loro caro potessero migliorare, giorno dopo giorno. Con discrezione ci siamo tenuti costantemente informati, tramite amici comuni. Abbiamo sperato anche noi, che conoscevamo Francesco, così come conosciamo papà Pietro e mamma Luisa Faranda, addirittura dalla nostra fanciullezza, che questo nostro ragazzo potesse uscire presto da quella camera d’ospedale, rialzarsi, abbracciare i suoi, tornare a casa e riprendere il suo posto dietro quel bancone, dove lo abbiamo visto tante volte, sorridente, entusiasta di quel lavoro, continuando in quella professione che per lui era una missione… Non è stato così… La telefonata che mi ha schiodato dalla tv mi ha raggelato! Eppure fino a ieri… già, avevano detto che faceva progressi, che gli avevano tolto il respiratore, che cominciava a riprendersi! No… non ce l’ha fatta. Complicazioni sopraggiunte dopo giorni di degenza… complicazioni che rendono più doloroso accettare un dramma che ci coglie impreparati. Non ci sarà più Francesco dietro quel banco della farmacia Vece. Non ci sarà ad accogliere i clienti sfoggiando quel sorriso che mi rimane nella mente, e con il quale mi salutava. Non ci sarà più Francesco a sostituirsi a papà Pietro e mamma Luisa, con quella sua presenza rassicurante e con la sua professionalità ereditata dal padre, dal nonno… Non tornerà a Milazzo, come avremmo voluto, cancellando in un colpo quel che era successo in quel tragico pomeriggio al Tono… il suo ultimo viaggio lo farà da solo, coperto da una miriade di fiori… Mentre i suoi cari, i suoi amici, quelli che hanno pianto per lui, che hanno affollato l’ospedale di Milazzo il pomeriggio del suo immediato ricovero saranno attorno a quei fiori, a quel corpo muto e indifeso… Verrà consegnato a Dio, per accoglierlo fra le sue braccia, condurlo lassù… e continuare a vivere nei nostri ricordi, nelle nostre preghiere, colpevoli di non aver saputo chiedere a Dio un miracolo per questo nostro figlio che salutiamo per sempre… Addio, carissimo amico, giovane dottore Vece… Da lassù proteggi i tuoi cari e dai loro conforto: ne hanno tanto bisogno. 

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