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NUOVO GOVERNO: PRIORITA’? IL LAVORO!

OSPITIAMO UNO SCRITTO DI UN POLITICO DI ALTRI TEMPI, il nostro Luigi CELEBRE. A lui il compito di dare, dall’alto della sua esperienza e della sua dirittura morale, un suggerimento al nuovo Governo. Crediamo che molti lettori siano d’accordo con lui… Buona lettura.

L’insediamento del nuovo governo presieduto dal prof. Mario Draghi che può contare su una maggioranza parlamentare più ampia ha riscosso il consenso di molta stampa, cosa che costituisce un buon inizio di attività. La delicatezza e gravità della situazione economica-sociale venutasi a creare (o aggravatasi secondo i punti di vista) a causa della pandemia richiede unità di intenti per affrontare le cinque emergenze elencate dal Presidente del Consiglio: Vaccini, Lavoro, Economia, Scuola e Ambiente.

Per l’ampia base parlamentare che lo sostiene il nuovo governo può dirsi di unità nazionale e lascia sperare che avrà maggiore autonomia di manovra senza i patemi d’animo per i rischi di bocciatura dei decreti anche per qualche voto.

Ad onor del vero si sentono in giro dubbi e perplessità sul futuro forse frutto di precedenti delusioni. Anche se concretamente appaiono minoritarie sarebbe bene rassicurare tale parte di opinione pubblica. Se diamo uno sguardo al passato ci ricordiamo che la repubblica ha affrontato prove difficili ed anche drammatiche che è riuscita a superare.

Auspichiamo che anche questa volta supereremo le emergenze per cui, nell’interesse del paese, auguriamo buon lavoro a tutta la compagine governativa.

Senza avere la pretesa o presunzione di volere apparire suggeritore ritengo che nell’affrontare la priorità “Lavoro” le soluzioni devono ispirarsi allo spirito della Carta Costituzionale nella quale i Costituenti  hanno trasfuso l’ansia di rinnovamento e di giustizia sociale che animò noi giovani di ieri.

Tenere sempre presente che il primo articolo sancisce che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. E’ appena il caso di trascrivere, per ricordarlo a noi stessi, qui di seguito l’art.36 della Costituzione che in passato venne classificato “Programmatico e di non immediata applicazione” (lo è ancora?).

“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”.

Se si vuole creare una rinascita economica duratura e giusta bisogna tenere presente la massima di Mazzini: “Non è civile quel paese dove un sol uomo cerchi lavoro e non lo trovi”.

Luigi Celebre

 

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