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OSPEDALE DI MILAZZO, ORE DA INCUBO AL PRONTO SOCCORSO

E’ BASTATO SOLO SCRIVERE UNA BATTUTA IRONICA SU FACEBOOK PER RICEVERE LA PUNTUALIZZAZIONE DA PARTE DI CHI E’ COSTRETTO AD ATTENDERE ORE PER UNA MEDICAZIONE…

Chi ci segue su Facebook sa che ogni tanto amiamo scrivere anche delle battute piccanti. Un gruppo appositamente costituito, denominato LA MINCHIATA DEL GIORNO, dà vita infatti, senza alcun timore di censura e senza alcun ritegno nei confronti dei protagonisti presi di mira, ad improvvisati siparietti, un misto di comicità, di satira, di ironia, spesso anche di volgarità non certo gratuite, ma studiate appositamente per provocare la reazione e accendere i riflettori su quanto di deteriore c’è nella nostra società! Abbiamo detto più volte che la satira e l’ironia sono armi a doppio taglio, grazie alle quali si colpiscono i potenti, i politici, anche le istituzioni. Proprio “a doppio taglio”, perchè se da un lato colpiscono il destinatario delle battute, dall’altro si possono ritorcere anche su chi ha messo in pratica la battuta! Ne sappiamo qualcosa, purtroppo!

Cosa diceva LA MINCHIATA di ieri? Semplicemente che un’infermiera dell’ospedale di Milazzo, dopo avere lavorato per 17 ore consecutive, era finita… al Pronto Soccorso. Al che la battuta: “Perchè, al Pronto Soccorso non si fa un ca…?“. Stamattina, puntuale, un chiarimento di chi ha la sventura (come chiamarla?) di stare al Pronto Soccorso dell’Ospedale milazzese! Corroborata anche da altre descrizioni, da incubo, di chi attende per ore dietro le porte del Pronto Soccorso stesso, in attesa di una medicazione, di un ricovero, di un intervento urgente, che spesso può risultare tardivo, e causare gravi complicazioni a chi attende di essere visitato! E spesso anche un trasporto (che non è mai immediato…) in altre strutture è vano, perchè l’ammalato… muore! Purtroppo i soloni della nostra sanità, emeriti incompetenti che badano solo al fare quadrare i bilanci sempre più in rosso cercando di risparmiare sulla povera gente, non riescono a comprendere l’importanza di un Pronto Soccorso efficiente, e tutte le proteste di medici, personale paramedico, pazienti spazientiti, parenti delle vittime, incluse le MINCHIATE che hanno il solo scopo di richiamare l’ìattenzione, risultano vane! 

Ecco cosa ci scrive un lettore che ha avuto a che fare con il Pronto Soccorso dell’Ospedale Fogliani di Milazzo: “Ieri ho avuto per mia sfortuna bisogno del pronto soccorso. Mi sono ritrovato in una casba infernale, dove chi lavora è vittima, come è vittima chi entra in quel reparto … 50 persone in attesa di cure mediche più o meno urgenti; mancanza di barelle; ad un certo punto anche mancanza di personale che ti accoglie al tuo arrivo, di medici, di infermieri. Un dottore al quale ho chiesto spiegazioni mi ha scosso le spalle dicendo: “Noi sappiamo bene quello che succede, ed abbiamo anche scritto ai preposti a Palermo. Ma non ci ascoltano. Ci hanno anche diminuito le ore! Noi vorremmo che la gente si ribellasse, che chiamasse i Carabinieri, la Polizia. Questo avviene di rado, solo se accadono delle liti tra loro stessi pazienti. Spesso invece pazienti e familiari se la prendono con noi che rischiamo anche l’incolumità per colpe di chi amministra…“. Mi è venuto spontaneo chiedere al medico: “Ma non ci sono medici che si possano chiamare nei momenti di maggior necessità?”. La risposta è stata la seguente: “Sulla carta sì“. Chiuso argomento! Me ne sono andato senza replicare! La gente soffre e non abbiamo la possibilità che un potere politico locale, forte, deciso, con in testa il Sindaco, con tanto di fascia tricolore, vada a protestare in prima fila per mettere  fine alle situazioni di disagio vissute giornalmente. E non mi riferisco al Sindaco di Milazzo, ma a tutti quelli del comprensorio, serviti da un ospedale sempre al centro di dispute per previsti accorpamenti, tagli, riduzioni, risparmi! Qual che in realtà manca è la serenità di chi ha bisogno di ricorrere alle cure mediche ed ospedaliere. Non sarebbe un sogno attendersi finalmente un ospedale al passo con i tempi. E magari con qualche medico in più che possa essere utile al Pronto Soccorso, punto nevralgico di ogni ospedale. Invece si preferisce lasciarli nei reparti dove sono stati destinati, spesso a lasciare trascorrere il tempo che separa l’arrivo in servizio dal rientro a casa. E credetemi… ce ne sono. Anche a Milazzo!”

 

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