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PACE DEL MELA, IN DELIRIO PER RAUL BOVA!

DUE, una commedia dei nostri tempi, di tempi critici, rappresentata all’AUDITORIUM di PACE DEL MELA

Il testo scritto dal regista cinematografico Luca Miniero narra di Marco (Raul Bova), insegnante di Educazione fisica, dal fisico palestrato e di bell’aspetto che convive, ormai da sette anni, con Paola (Chiara Francini), una ragazza vivace e a modo suo riflessiva, tendente alla lungimiranza, con un po’ di paranoia; i due decidono di sposarsi e così li troviamo sulla scena in una stanza vuota con Marco alle prese del montaggio del loro letto matrimoniale…

Paola viene assalita da mille dubbi e domande su come sarà questo matrimonio tra dieci, venti anni, come sarà la loro vita coniugale con figli, amici, lavoro e possibili amanti. Marco, ragazzo semplice, scevro da porsi troppe domande, ma sostenuto dalla filosofia di Epicuro, non vuole pensare al dopo, vuole affrontare questo matrimonio come un dato di fatto, ma in verità vacilla di fronte al susseguirsi di dubbi e pensieri di Paola. I due si attorcigliano e si abbandonano ad una divertente tormenta di perchè che li riporta anche al passato, ai loro giochi, ai miti preferiti, ai genitori. Paola accusa Marco di avere come modello di donna ideale la madre, causa della sua semplicioneria, o addirittura la barbie.

Divertente e piuttosto complicato il dialogo dei DUE, quasi che passato e futuro si confondano e prendano corpo in cartoni, animati da i due attori stessi.

Chiara Francini stupisce per la sua esilarante interpretazione di donna complicata e apparentemente riflessiva, ma di fatto non convince su cosa si riversino i suoi dubbi: su un futuro che non è dato conoscere ad alcun vivente. Dubbiosa sì, ma a causa delle paure di donna insicura, della giovinezza che va via, e dei segni che il tempo lascerà sul suo viso, sul suo corpo.
Fantastico il riavvolgere il nastro delle sue riflessioni e delle sue domande, dimostrazione della sua bravura di artista da teatro! Bravissimo il regista Luca Miniero nell’averle spesso dato movenze da bambola snodata o da marionetta, per esprimere la scarsa struttura di concretezza di quel ruolo di donna.

Raul Bova incarna perfettamente il suo ruolo, non è dubbioso, perché più consapevole della sua prestanza, più tendente a vivere il presente, rassicurato dal pensiero comodo di Epicuro, e certamente non regge il confronto con la travolgente compagna.

Il testo che, sembra sviluppare nello spettatore altre domande (o risposte più ovvie), incarna, con sottile e divertente ironia, la vita delle coppie dei nostri tempi: non sanno cosa vogliono, si pongono e si crogiolano nei dubbi, non hanno il coraggio di affrontare i sacrifici che la vita coniugale di ogni tempo richiede e sono sostenuti da una cultura (quando ce l’hanno) superficiale e limitata.

Leopardi viene evitato e Kant viene storpiato anche nel nome.

Che dire? Confermo: commedia dei nostri giorni, perfetta, se poi l’epilogo è quello di una marea infinita di donne che all’uscita dal teatro travolgono Raul Bova, per sfiorarlo, per un autografo, non per cogliere qualche sua parola.
Ancora confermo: commedia che ben rappresenta i nostri giorni, i nostri tempi… vuoti?

Concedetemi una constatazione senza intenzioni polemiche: a Pace del Mela quest’anno hanno sfilato e ancora ne verranno, personaggi di fama e di grande talento: Michele Placido, Enrico Guarneri, Carlo Buccirosso con Maria Nazionale, Ambra Angiolini con Matteo Cremon, Marco Cavallaro con Ramona Gargano e la Compagnia Grammelot di Fabio La Rosa, ebbene non ho mai visto all’uscita una folla di simile portata. C’è un motivo? 

Rita Chillemi

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