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“QUANTU TIRA UN PILU ‘I NICCHIU”… dal Dizionario Siciliano

ANTONIO CURROECCO UNA DEFINIZIONE DIALETTALE. VIENE SPIEGATA PER CHI NON CAPISCE LA NOSTRA LINGUA DAL NOSTRO ANTONIO CURRO’…

“QUANTU TIRA UN PILU I ‘NNICCHIU NON TIRA UN CARRU I BOI”: Il riferimento, per l’ennesima volta, a un’attività arcaica come quella dell’impiego di animali da traino in agricoltura, fanno capire quanto antica sia l’ origine di questo modo di dire. Ma cosa vuol dire? Il significato é il seguente: la resistenza del pelo pubico femminile sarebbe maggiore della forza trainante dei buoi che spingono un carro traboccante. Cioè, l’attrazione sessuale insita nella femminilità di una donna sarebbe capace, oltre a far perdere il senno all’uomo, anche a indurlo a compiere opere inimmaginabili. La storia è piena di questi casi. Se non fosse che, alla fine degli anni ottanta, la donna, per motivi estetici, per comodità, oppure ancora per questioni igieniche, ha preferito dare un taglio netto alla vegetazione sottostante, mettendo a rischio l’essenza stessa della propria attrazione verso l’uomo. E invece, a sorpresa, non è stato così. Ciò ha rivoluzionato una diffusa e convinta scuola di pensiero che si è ritrovata nella difficoltà di dover spiegare il fenomeno. E allora ci prova l’autore”; cioè jó. Siamo evidentemente in presenza di un’attrazione di tipo “Wireless”: la prima attrazione senza peli nella storia dell’umanità. I peli pubici, che per millenni sono stati motivo di attrazione di tipo analogico, diremo oggi, nell’era delle telecomunicazioni e del rasoio, cedono il posto a una complessa combinazione chimico–virtuale dei sensi umani: una vera e propria attrazione senza peli; più immediata, più pulita e più elegante. Di conseguenza le donne, continuando a ricevere le stesse attenzioni che ricevevano già in epoca precedente, anzi forse maggiori di allora, si sono sbizzarrite nello scegliere fra le innumerevoli tipologie di figure studiate apposta per la cura delle proprie aiuole. 

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