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QUEST’ANNO FARA’ 80 ANNI, MA NON CONOSCE SUA MADRE…

ORFANOTROFIORIPUBBLICHIAMO UN APPELLO, NELLA SPERANZA, NON VANA, DI POTERNE SAPERE DI PIU’ E AIUTARE QUESTA DONNA…

UNA INSOLITA RICHIESTA PERVENUTA AL NOSTRO GIORNALE. SEMBRA UNA STORIA DI ALTRI TEMPI, E A LEGGERLA VENGONO I BRIVIDI… CHI E’ IN GRADO DI FORNIRE NOTIZIE SI METTA IN CONTATTO CON NOI….

L’atto di registrazione al Comune di Milazzo non riporta il nome dei genitori. La persona che in quel lontano 1937 si era presentata davanti al cav. Mirenda, delegato dal Potestà a registrare gli atti di stato civile, era una donna di 57 anni, Coppolino Francesca, casalinga. Dichiarava che in via Santa Maria Maggiore, al n. 7, era nata una bambina, alla quale fu imposto il nome di MARIA. Omettiamo di trascrivere, per ovvi motivi, il cognome, come pure il giorno e l’ora in cui la donna si presentò a rivelare la nascita. La signora Coppolino dichiarava che la madre della piccola Maria non consentiva di essere nominata, quindi l’atto di nascita non riporta altro. La piccola fu portata al brefotrofio il giorno successivo alla sua nascita, per essere allevata e cresciuta, senza genitori. Le suore si presero cura di lei. E il giorno successivo al suo ingresso, fu battezzata da una donna che ebbe pietà di quella povera bambina che una madre non aveva voluto riconoscere e che non avrebbe mai conosciuto il padre…

I romanzi d’appendice e gli sceneggiati televisivi ci hanno spiegato nei dettagli come si svolgono certe storie: un rapporto sessuale non voluto, la scoperta di una gravidanza vissuta con paura, il timore di denunciare chi aveva commesso la violenza, un parto avvenuto dopo mesi di lacrime e silenzio, il neonato che non poteva essere allevato dalla mamma, il padre che rimaneva ignoto per sempre… Altri tempi. Gli scenari erano quasi sempre palazzi nobiliari, dove gli incontri avvenivano in segreto, il padrone esercitava i suoi diritti sulla servitù, spesso pretendendo anche di soddisfare le sue voglie sulle ragazze che crescevano e stuzzicavano i suoi morbosi desideri. Chi si accorgeva di quel che accadeva o era accaduto, taceva e si rendeva complice.

Stiamo parlando di Medioevo o di epoche successive?

Certo non vorremmo che la triste storia che stiamo narrando oggi abbia come protagonisti gli scenari appena descritti… Una bambina è nata a Milazzo, a Vaccarella, al numero 7 di via Santa Maria Maggiore. Fra poco avrà 80 anni, ed il suo unico desiderio è quello di conoscere, prima di chiudere la sua travagliata vita terrena, colei che l’ha data alla luce. Difficile che quella mamma sia ancora in vita, ma non importa: la figlia probabilmente la incontrerà, lassù, quando Dio la chiamerà per sempre… Non vuole che sia la madre, colei che per un motivo oscuro l’ha lasciata dietro la porta di un convento, ad andarle incontro e chiederle perdono per il suo gesto snaturato. Desidera essere lei, figlia, a cercarla, a chiederle il perché, a ringraziarla per averla messa al mondo… ad abbracciarla per coprirla di baci e di carezze. E se riuscisse ad avere, grazie alla solidarietà ed al passaparola dei nostri lettori, notizie di sua madre, pregare sulla sua tomba, portare un fiore, piangere…

Ci rivolgiamo adesso ai nostri lettori: chiunque avesse notizie, ed è probabile che la storia i più anziani di Vaccarella la ricordino, anche perché raccontata dai loro padri, è pregato di contattare s.terminal@libero.it o la redazione al numero 338/9011011. Dobbiamo trattare l’argomento con molta discrezione e tanta delicatezza… Vi ringraziamo per la vostra collaborazione…

Commenti

3 commenti

  1. – Non mi spiego il perchè, questa signora, sta lanciando un appello del genere dopo 80 anni dalla sua nascita e non lo ha fatto prima. Comunque ……… Le auguro tutto bene.

    • Noi l’abbiamo pubblicato già una volta… Per quanto ne sappiamo, la signora per decenni si è posta la domanda, non riuscendo ad avere mai una risposta! Oggi affidare ad un giornale un messaggio, anche di tal genere, è importante. Non un giornale a diffusione nazionale, che sia chiaro, ma uno piccolo, che conosca i rioni, le abitudini, la vita di un paese (questo era Milazzo negli anni 30…) e tramite le confidenze dei residenti o degli stessi vicini possa raccogliere informazioni utili per sbrogliare l’intricata vicenda.

      • Capisco perfettamente che Voi state facendo il vostro lavoro e lo fate con diligenza, ma, ripeto: “perchè la signora, prima d’ora, non ha contattato altri giornali o televisioni vicini a noi milazzesi”? Ritengo (non vuole essere un rimprovero) che la signora non sia stata molto incisiva nel chiedere informazioni e, allo stesso tempo, rassegnata a non poter ottenere una concreta risposta.

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